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Perfect Blue di Satoshi Kon è un capolavoro che ha saputo cambiare lo sguardo

È l’esordio di Satoshi Kon, con cui la storia del cinema è stata definitivamente cambiata e non soltanto nel genere dell’animazione: la recensione del capolavoro Perfect Blue.
Perfect Blue di Satoshi Kon è un capolavoro che ha saputo cambiare lo sguardo

Per la prima volta al cinema in Italia, grazie all’evento di Nexo Digital che porta in sala alcuni baluardi del cinema d’animazione, Perfect Blue è il film d’esordio di Satoshi Kon, primo di una carriera piuttosto striminzita in termini di filmografia, eppure baluardo di una storia del cinema successiva che sarà influenzata dall’opera visionaria e rivoluzionaria del regista nipponico. Dialogando con il cinema post-moderno di David Lynch, Satoshi Kon è stato influenza – con questo film e non solo – di registi come Christopher Nolan, Darren Aronosky e Michel Gondry, e a guardare Perfect Blue ci si rende anche conto del perché. Di seguito, allora, vengono indicati la trama e la recensione del film.

La trama di Perfect Blue di Satoshi Kon, il capolavoro del cinema d’animazione

Prima di procedere con la recensione di Perfect Blue di Satoshi Kon, il capolavoro del cinema d’animazione, vale la pena considerarne innanzitutto la trama. Protagonista del film è Mima Kirigoe, icona idol che però vuole evolvere nella sua carriera e diventare attrice: dopo un ultimo concerto, in cui canta con il suo gruppo delle Cham, annuncia il ritiro dalla storia della musica, nonostante la riluttanza dei fan (tra cui uno stalker). Il suo esordio in una serie televisiva è fiacco, ma l’agente trova il modo di lanciare la sua carriera: una scena di stupro che renderà il suo personaggio centrale nella serie; tuttavia, ciò cambia definitivamente la vita di Mima.

La recensione di Perfect Blue: uno squarcio nella storia del cinema

Era il 1997 quando la storia del cinema ha conosciuto una delle sue tracce più determinanti, attraverso la distribuzione di Perfect Blue. Esistono alcuni prodotti che non possono essere valutati soltanto per il loro essere, ma anche per la ragione che li anima: con un capolavoro come Satoshi Kon, non esiste recensione che possa essere dimentica dell’impatto che questo film, così come il suo stesso regista, ha avuto nella storia del cinema a lui successiva. Si parla molto spesso di nomi che si sono lasciati dominare dal dominio dell’espressività di Satoshi Kon, e non è soltanto un mero esercizio di stile: è la traccia di uno squarcio, di un cambiamento necessario e determinante che la storia del cinema impone e che ha trovato, nel settore dell’animazione e non solo, proprio con il regista giapponese. Quando Satoshi Kon realizza Perfect Blue si è all’alba di un nuovo millennio, con le sue inquietudini che appaiono consequenziali; il mondo del cinema è (già) cambiato e l’attenzione diventa sempre più forte rispetto a quelle logiche che si ritrovino al di là della macchina da presa.

È un lampo di bianco, uno squarcio che acceca lo spettatore folgorandone la visione, ad aprire il film e creare una continuità tra vecchio e nuovo: ci sono i Power Rangers, fan in visibilio e lo spettacolo di un gruppo j-pop – le Cham – pronto ad esibirsi per l’ultima volta in trio. Basterebbe soltanto questo inizio per delineare tutto ciò che Satoshi Kon vuole raccontare all’interno del suo film: un’industria professionale che consuma, fino allo sfinimento, le personalità artistiche, ma contemporaneamente anche la volontà di creare un’interconnessione – nello stesso film – tra vecchio e nuovo; è come se il regista, con il suo stesso esordio, custodisse segretamente l’intenzione di cambiare la storia, probabilmente la sua stessa storia (poiché molti dei temi ritorneranno nelle pellicole successive), cedendo ad una necessità di cui il cinema abbisognava. Il resto è ciò che oggi possiamo osservare sul grande schermo: il montaggio indimenticabile e straordinario del film, che mescola realtà e onirico sempre più, fino a depotenziare l’attenzione dello spettatore e ad annullare totalmente il confine tra rappresentazione e oggetto rappresentato; la colonna sonora a tratti sovrabbondante, eccessiva, disturbante per l’udito, che sovraccarica la scena fino a renderla così tanto satura di elementi da sembrare quasi insopportabile nei suoi elementi sensoriali; l’immagine-specchio, quell’espediente che ha permesso, forse più di tutti gli altri, al cinema di evolvere e diventare ciò che è oggi, e che in Perfect Blue contribuisce all’estraniazione costante della protagonista, che non sa più cosa esiste e cosa sogna, chi vive e chi muore, chi molesta e chi viene molestato. È proprio uno stupro, in effetti, l’origine di tutto: un atto brutalmente carnale e di contatto-scontro tra corpi, un annullamento dell’armonia tanto nella dimensione sociale quanto nella scena che si osserva; l’alba di un nuovo mondo rappresentato, uno squarcio nella realtà che Perfect Blue ha regalato alla storia del cinema.

Perfect Blue viene ritenuto il primo psycho-thriller della storia dell’animazione, un genere che – nel mondo del cinema – ha ottenuto sempre più attenzione da parte degli addetti ai lavori, con buona ragione. Il film di Satoshi Kon, del resto, altro non fa che colmare un’assoluta esigenza dello spettatore, che ritrova(va, nel 1997 per la prima volta) sullo schermo tutta quella che è l’assurda complessità dell’esistenza, a partire dalla macchina sociale che attanaglia l’umano fino all’impossibilità di distinguere il quotidiano dal pubblico: il tutto con una nuova grammatica, che viene sapientemente creata a sublimazione di tale scopo.

Cambiare la storia, cambiando lo sguardo

Di capolavori che possono dirsi propriamente tali ne esistono numerosi, nella storia del cinema, e il compito di chi osserva è tentare di rendersene conto il prima possibile, scorgendo tutte quelle tracce di un cambiamento che sarà provocato da pellicole che offrono un nuovo sguardo sul mondo del cinema. È il mestiere di chi, il cinema, lo mastica e lo scruta, non soltanto lo subisce passivamente, ed è anche l’obiettivo di addetti ai lavori come Satoshi Kon: il suo Perfect Blue non si accontenta di essere un esordio folgorante, un film che resta nella storia o un prodotto che sappia ridefinire le logiche dell’animazione. Accanto a questi elementi, che si osservano in ogni istante della pellicola, si aggiunge un qualcosa di addirittura più importante: cambiare lo sguardo.

Sembrerebbe parlare della neonata (se si considera la seconda guerra mondiale come il momento di quella cancellazione collettiva di un certo tipo di storia giapponese) cultura nipponica, ma Perfect Blue parla in fondo di tutti noi. Di persone che sono totalmente immerse in un mondo che le fagocita; di industria dello spettacolo e della spettacolarizzazione, che esalta ogni dominio espressivo per renderlo notiziabile; di frammentazione dell’identità, un processo che spesso viene relegato ai meandri della psicologia ma che appartiene al dominio della stessa esistenza umana; di esseri multi-forma, ciò che gli umani sono nella concezione distorta e mutevole della propria stessa di vita; di scardinamento ed estromissione, da quelle naturali certezze che sembrano sfuggire via dall’ancoraggio dell’attenzione e della comprensione, man mano che si prosegue nell’osservazione del film. Siamo, in fondo, tutti spettatori reduci di Perfect Blue, testimoni di una storia diversa che questa pellicola che ha saputo creare, naufraghi del processo di pesante scuotimento dell’identità che questo film causa in noi e del cambiamento – non della tecnica, non della struttura, ma dello sguardo – che questo capolavoro rivoluzionario ha saputo generare.

5,0
Rated 5,0 out of 5
5,0 su 5 stelle (basato su 4 recensioni)
Perfect Blue
Perfect Blue

Perfect Blue è il film d'esordio di Satoshi Kon, un capolavoro del genere dell'animazione e della storia del cinema in generale, che ha saputo cambiare definitivamente lo sguardo della settima arte.

Voto del redattore:

10 / 10

Data di rilascio:

22/04/2024

Regia:

Satoshi Kon

Cast:

Junko Iwao, Rica Matsumoto, Shimpachi Tsuji, Masaaki Okura, Josuke Akimoto, Yoku Sjioka

Genere:

Thriller

PRO

La capacità di cambiare lo sguardo e la storia del cinema
Il montaggio del film
La colonna sonora indimenticabile
Nessuno