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I migliori film ambientati nello spazio

Lo sguardo rivolto verso l’immensità del cielo e dei copri celesti ha accompagnato la curiosità della razza umana dall’alba dei tempi, finendo sul grande schermo.
Migliori film ambientati nello spazio

Trovando punti di riferimento nel campo della commedia o del dramma, dell’avventura o dell’horror, il grande cinema di fantascienza spesso e volentieri ha visto l’immensità delle stelle e dello spazio profondo la vera protagonista dei suoi racconti.

I migliori film ambientati nello spazio

Il cinema, come speciale Arte che rappresenta sul grande schermo la meraviglia della finzione filmica, è nato sostanzialmente con la magia delle opere di George Melies. Tra i suoi lavori più celebri ed importanti rientra sicuramente Viaggio nella Luna del 1902, vero e proprio capostipite del cinema di fantascienza e della bramosia di scoprire l’ignoto attraverso i celeberrimi viaggi spaziali.

Da lì in poi sono apparsi illustri esempi in tal senso, ma ovviamente la “concretezza” delle passeggiate tra le stelle ha visto il suo culmine con l‘Allunaggio del 1969 (o meglio, lo avrebbe avuto già l’anno prima), che ha visto nascere sul grande schermo una prolifica serie di film che vedono lo spazio come assoluto protagonista della narrazione.

Una donna sulla luna migliori film ambientati nello spazio

Una donna sulla luna, di Fritz Lang – 1929

Con il film del grande maestro austriaco ci si catapulta ancora nel cinema muto, per il suo ultimo lavoro prima di passare alla realtà del sonoro. Il film del 1929 narra della missione del professor Manfeldt che, convinto della presenza di giacimenti di oro sulla sua superficie, mette su una spedizione per raggiungere la Luna. Dopo una prima parte terrestre e preparatoria (curata al dettaglio soprattutto al momento della partenza), Una donna sulla luna parla per spettacolari immagini che riguardano tanto il viaggio spaziale con i suoi tesi problemi quanto lo sbarco sul satellite. Fritz Lang ricostruisce incredibilmente l’Allunaggio, anche dal punto di vista mediatico, 40 anni prima dell’effettivo evento.

2001: Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick – 1968

Citando lo sbarco sulla Luna e gli incredibili viaggi tra le stelle, scontato ma doveroso includere in questa classifica anche l’ottavo film prodotto, scritto e diretto da Stanley Kubrick. 2001 – Odissea nello Spazio viene considerato dai più il miglior film di fantascienza mai realizzato, non solo per via della sua profonda, poetica e stratificata analisi sull’esistenza umana, ma anche e soprattutto per la sua sorprendente messa in scena. Sebbene, forse, la sua parte più celebre ed iconica sia quella iniziale de “L’alba dell’uomo”, il film – anche come indicato dal titolo – è un vero e proprio viaggio interstellare verso l’infinito (ed oltre). Un capolavoro immortale e senza tempo che va oltre il concetto stesso di tempo e spazio.

Solaris, di Andrej Tarkovskij – 1972

Se 2001 è forse il miglior film di fantascienza dal lato americano/occidentale, Solaris di Andrej Tarkovskij può tranquillamente essere considerato il suo “capolavoro gemello” dal lato russo/orientale, tratto dall’omonimo romanzo del 1961 di Stanisław Lem. Tre anni dopo infatti la sensazionale opera di Kubrick, uno dei più grandi rappresentanti del genere – scritto e diretto dal regista di Andrej Rublëv e Stalker – squarcia il grande schermo attraverso un’altra intensa e stratificata analisi introspettiva ed esistenziale, che parla allo spettatore anche e soprattutto grazie a potentissime ed evocative immagini di altissimo cinema.

Guerre stellari, di George Lucas – 1977

Chi è che però ha fatto dello Spazio la sua casa abituale è sicuramente la saga cinematografica di Star Wars, inaugurata nel 1977 con il film prodotto, scritto e diretto da George Lucas. Jedi contro Sith, Ribelli contro Impero e la leggenda degli Skywalker, ogni parola sarebbe sostanzialmente di troppo per presentare il fenomeno di Guerre Stellari. Il film del ’77 con protagonisti Mark Hamill, Harrison Ford e Carrie Fisher ha infatti dato il via ad uno dei franchise più popolari nel mondo dell’intrattenimento, vincendo 6 premi Oscar su 10 candidature, collezionando record su record al botteghino e conquistando il cuore di milioni di fan. Oltre alla coinvolgente narrazione, agli incredibili scontri a suon di spada laser e agli iconici personaggi, la saga travolge soprattutto per le sue sequenze ambientate nello spazio, già protagonista fin dai celebri titoli di testa.

Alien, di Ridley Scott – 1979

Un universo spaziale affascinante, da scoprire, ricco di meraviglie ma capace anche di nascondere indicibili orrori. “Nello spazio nessuno può sentirti urlare” è infatti una delle frasi promozionali dell’epocale secondo film di Ridley Scott, che introduce nel mondo del cinema un altro franchise importante e popolare, ovvero quello legato alla terrificante ed ammaliante figura degli xenomorfi. Annoverabile non solo tra i migliori film di fantascienza ma anche tra gli esempi più illustri del cinema horror, Alien del 1979 è un altro caposaldo del genere, non solo per l’eccezionale presentazione della mostruosa razza aliena, ma anche e soprattutto per la potenza cinematografica. Sfruttando infatti appieno l’isolamento opprimente dello sconfinato spazio ed attingendo dai grandi maestri, Scott regala su schermo un vero manuale di tensione e brivido.

Il pianeta del tesoro, di Ron Clements e John Musker – 2002

Venti anni dopo ci si ritrova in tutt’altro genere, per un film che forse più di tutti nel cinema d’animazione ha saputo rappresentare la magia e la meraviglia dello spazio profondo. Si tratta de Il pianeta del tesoro, 43° Classico Disney e liberamente ispirato al celebre romanzo di Robert Louis Stevenson del 1883, per il quale si mantiene la popolare iconografia piratesca sostituendo i viaggi in mare da isola ad isola con quelli interspaziali da pianeta a pianeta. Nonostante il suo iniziale flop economico, col tempo il film che vede in regia la coppia formata da Ron Clements e John Musker è diventato una preziosa reliquia per gli appassionati, grazie al suo brillante tratto grafico, la sua coinvolgente narrazione d’avventura fantascientifica ed il suo memorabile sonoro.

Sunshine, di Danny Boyle – 2007

Per la regia di Danny Boyle, al suo 7° film dopo anche i successi di Trainspotting e 28 giorni dopo, con la penna di Alex Garland (che torna a collaborare con il regista dopo il film del 2002), quella di Sunshine è una fantascienza esplorativa dello spazio profondo, dall’impostazione action e d’avventura, con efficaci ventate di riflessioni esistenziali. Viaggiando tra i corpi celesti, il film del 2007 riunisce appunto nel cast “stelle” più o meno emergenti, come Cillian Murphy, Chris Evans, Michelle Yeoh, Mark Strong, Hiroyuki Sanada e Benedict Wong, chiamate a sopravvivere in un climax di tensione che sfocia in un finale esaltante e catartico, il tutto impreziosito da una visione resa spettacolare dagli ottimi effetti speciali e dal coinvolgente sonoro.

Moon, di Duncan Jones – 2009

Presentato in anteprima al Sundance Film Festival, il titolo del 2009 diretto da Duncan Jones con protagonista un meraviglioso e “sdoppiable” Sam Rockwell resta sicuramente tra i migliori film di fantascienza degli anni ‘2000. L’ambientazione di Moon è infatti ancora una volta quella della solitaria Luna, dove l’astronauta Sam è impegnato in qualità di sovrintendente di una base mineraria per l’estrazione di un’importante fonte energetica, sebbene la situazione inizi a compromettersi a poco tempo di distanza dal termine del suo contratto di lavoro. Un thriller fantascientifico dal raro fascino, specialmente per l’aspetto narrativo e tematico, che gode non solo dell’intensa prova del suo assoluto protagonista ma anche dell’atmosfera claustrofobica restituita dal setting lunare.

Interstellar, di Christopher Nolan – 2014

Forse il film a suo modo più audace e coraggioso di Christopher Nolan che, dopo aver terminato la celebre trilogia de Il cavaliere oscuro, torna alla fantascienza come non aveva mai fatto. Rispetto infatti a The Prestige e Inception, Interstellar si immerge totalmente nel cinema di fantascienza, più specificatamente nella teoria della relatività, contando su consulenze di grandi esperti scientifici (come il fisico teorico Kip Thorne) per raccontare il viaggio di una spedizione di astronauti in cerca di una salvezza per un’umanità seriamente a rischio. Oltre al lato umano ed emotivo – coordinato da un cast che vede protagonista Matthew McConaughey, nonché le prove di Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine e molti altri – il film di Nolan abbaglia per la sua costruzione tecnica in termini di mirabili effetti speciali, della vibrante colonna sonora di Hans Zimmer e soprattutto dello scandito montaggio. A dir poco immersive le immagini spaziali, con i calcoli di Kip Thorne che hanno dato vita alla realizzazione di un wormhole scientificamente accurato, il quale acquisisce maggior forza evocativa soprattutto dopo la prima foto di un buco nero pubblicata 8 anni dopo.

High Life, di Claire Denis – 2018

Gli scontri “in famiglia” e la difficile condizione umana costretta all’interconnessione sono al centro della narrazione del 13° drammatico e viscerale film scritto e diretto dalla regista francese Claire Denis. Un “pesante” Robert Pattinson interpreta Monte, uno degli ergastolani ai quali è stato concesso uno sconto di pena prendendo parte ad una missione spaziale senza ritorno allo scopo di trovare inesauribili fonti di energia all’interno di un buco nero. Strizzando infatti l’occhio al film di Nolan, High Life si pone tuttavia forse meno spettacolare dal lato visivo ma con una riflessione più radicata e profonda sulla natura umana, sulle luci ed ombre della condizione genitoriale e sulle nuove opportunità. Attraverso una narrazione non lineare che fa scontrare istinto e raziocinio, si tratta di un’analisi esistenziale che può trovare posto solo nella sconfinatezza dello spazio profondo, con un’affascinante e claustrofobica messa in scena resa ipnotica dall’inquietante ed efficace comparto sonoro ovattato che ne esalta lo smarrimento e la frustrazione.