Cerca
Close this search box.

The Fall Guy, ovvero come cadere per rialzarsi

The Fall Guy è un film di generi commedia e azione, diretto da David Leitch e interpretato da Ryan Gosling ed Emily Blunt, distribuito nei cinema italiani a partire dal 1° maggio 2024. Di seguito la trama e la recensione.
La recensione di The Fall Guy

The Fall Guy è un film di generi commedia e azione diretto da David Leitch (Bullet Train), interpretato da Ryan Gosling ed Emily Blunt, distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 1° maggio 2024 dopo essere stato proiettato in anteprima in numerosi cinema il 26 aprile. Il lungometraggio, basato sulla serie tv Professione Pericolo (1981), si pone l’obiettivo di sottoscrivere una lettera d’amore alla figura degli stuntman, ruolo ricoperto dal cineasta in prima persona tempo fa: ma di cosa parla e com’è effettivamente The Fall Guy? Di seguito la trama e la recensione.

La trama di The Fall Guy, film con Ryan Gosling ed Emily Blunt

Come anticipato, The Fall Guy è un film che mescola generi per parlare del processo produttivo di un’opera cinematografica. Ryan Gosling ed Emily Blunt sono i protagonisti, ma di quale storia? La trama:

Colt Seavers (Ryan Gosling), uno stuntman un po’ acciaccato, un anno dopo aver abbandonato la scena in seguito ad un incidente sul set viene richiamato in servizio quando scompare il celebre protagonista di un film diretto dalla sua ex Jody Moreno (Emily Blunt). Mentre la produttrice del film (Hannah Waddingham) tenta di mantenere segreta la notizia della scomparsa della star Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson), Colt si cimenta nei suoi stunts più acrobatici mentre cerca (con scarso successo) di rientrare nelle grazie di Jody. Ma quando il mistero attorno alla sparizione della star si infittisce, Colt si troverà invischiato in un sinistro complotto che lo spingerà sull’orlo di una caduta più pericolosa di qualsiasi acrobazia abbia mai tentato.

La recensione di The Fall Guy: una lettera d’amore per l’artifizio del cinema e per gli stuntman

Come già dimostrato nel suo precedente Bullet Train (2022), David Leitch è capace di tirare fuori dai personaggi e dalla storia dei film che dirige una sorta di romanticismo dal sapore nostalgico, svelando l’artifizio del cinema in quanto tale. In The Fall Guy sin dall’incipit si avverte un senso di spettacolarizzazione sincero, schietto, talvolta imprudente, e lo si percepisce dalle parole in voice over pronunciate da Colt Seavers, lo stuntman interpretato da un ormai infermabile Ryan Gosling. Da questo punto di vista, si potrebbe affermare che il siparietto con Emily Blunt agli Oscar 2024 sia stato un più che centrato antipasto di ciò che è effettivamente il nuovo film di Leitch, ovvero una serie di situazioni così schiette da risultare irresistibili per la comicità che scaturiscono. Infatti, l’adrenalina non si avverte soltanto durante le sequenze dell’action più puro presenti durante il corso del racconto, bensì nel mentre che i personaggi dialogano tra loro, permeando le immagini con i rispettivi sentimenti. Colt ha paura di rimettersi in gioco dopo quanto gli è accaduto, mentre per Jody è l’occasione di tutta una vita ma si sente insicura proprio a causa dell’inaspettato abbandono dell’ex compagno e stuntman. Nel mezzo ci sono diverse personalità memorabili, tra cui la teatrale produttrice interpretata da Hannah Waddingham, un attore egocentrico e disposto a tutto per raggiungere il successo (Aaron Taylor-Johnson) e un responsabile stunt amante delle citazioni (Winston Duke).

La deriva comica è genuinamente “stupida”, quindi gli equivoci, i giochi di parole, le ripetizioni dei gesti e persino gli effetti dell’assunzione di una droga diventano il vero motore d’azione, catapultano Colt e gli altri personaggi in questo metacinematografico mondo dell’assurdo, perché ci ricordano che soltanto il cinema stesso può mettere insieme degli elementi apparentemente distanti in un unico contesto. I rimandi ai film del passato, a quei cult che legano più generazioni di spettatori, vengono enunciati e poi trasposti: ogni parola in The Fall Guy ha una precisa valenza fisica, e il rapporto causa-effetto ci ricorda la vera essenza delle immagini. Queste ultime di fatto sono generate dai movimenti degli attori e degli stuntman, che, assumendo significati ben precisi a seconda dei contesti e dei significati verbali a cui si accompagnano, sono filtrate dagli obiettivi di una macchina per per poi venire rielaborate digitalmente. Non a caso Leitch sviluppa la storia del film contrapponendo l’analogico e il digitale, dunque il passato e il presente, mettendo al corrente anche gli spettatori più distratti di come le innumerevoli declinazioni del mondo virtuale possano andare a sostituire la veridicità dei corpi. I volti possono essere scannerizzati e inseriti ovunque, a seconda delle esigenze e dei desideri che non per forza sono positivi, perciò le certezze possono crollare in qualunque istante.

Ma è tramite quell’idea romantica e nostalgica che il cineasta nutre per il cinema che ci si può riappropriare materialmente del proprio corpo, così come dell’identità perduta in precedenza, e tale messaggio viene veicolato con cuore e sano citazionismo. Le coreografie sprizzano energia da tutti i pori, divertono e creano nuove immagini tramite muscoli, acciacchi, scambi di battute e anche fraintendimenti: Emily Blunt canta, riprende e comunica delle idee; Ryan Gosling combatte, salta e dà dei comandi in francese a un cane stunt. Ecco perché in The Fall Guy si passa, come solo un buon film postmoderno sa fare, dalla commedia romantica (Notting Hill; Pretty Woman) all’azione sfrenata (Fast & Furious; John Wick), passando per lo spionaggio (James Bond) e gli spin-off di grandi film di fantascienza (Mad Max; Star Wars). L’egocentrismo del villain e l’immagine che restituisce di sé – digitalmente – vengono scomposti proprio grazie a ciò che il cinema – analogico – del passato ha insegnato (per certi versi, un esempio è La Stangata, film del 1973) con un vecchio trucco “evergreen” dettato dall’esperienza sul campo, anche perché in The Fall Guy alle scene seguono sempre i retroscena. Per questa ragione dopo un motoscafo esploso, un’auto capovolta, un colpo inflitto da un’arma e dei vetri frantumati viene svelato il trucco.

Colt non è uno stuntman invincibile, ma a più riprese manifesta una spiccata sensibilità, nonché una certa dolcezza, mentre Jody è una regista che sa anche picchiare quando deve e si sporca le mani nei momenti necessari. Insomma, dopo una caduta ci si rialza con il semplice gesto del pollice in su, ci si ripulisce, si curano gli acciacchi e si riparte per girare un’altra scena, poiché nel cinema – come nella vita – c’è costantemente il modo di ricominciare, persino quando non è buona la prima. Insomma, The Fall Guy è una lettera d’amore alla manualità, ai corpi, alla spontaneità dell’artifizio e all’eterna possibilità di riprendersi in mano l’originalità dell’immagine anche quando sembra perduta. Nonostante un finale che va troppo per le lunghe e una rigida divisione in due blocchi, il primo quasi totalmente da commedia e il secondo prettamente da film d’azione, la nuova opera di David Leitch è appassionante, stimolante e offre del sano divertimento.

2,0
Rated 2,0 out of 5
2,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Recensione the fall guy
The Fall Guy
The Fall Guy

Colt Seavers è uno stuntman innamorato della regista Jody Moreno, felice della sua vita e di ciò che ha. In seguito ad uno sfortunato incidente decide di allontanarsi dal set e dalla donna che ama, fino a quando non viene richiamato dalla produttrice di un nuovo film: lì incontrerà nuovamente Jody, e incapperà in uno strano mistero.

Voto del redattore:

7 / 10

Data di rilascio:

01/05/2024

Regia:

David Leitch

Cast:

Ryan Gosling, Emily Blunt, Hannah Waddingham, Aaron Taylor-Johnson, Stephanie Hsu, Teresa Palmer, Winston Duke, Lee Majors

Genere:

Commedia, azione

PRO

La scrittura dei personaggi, tutti memorabili
C’è tanto cuore nel veicolare un messaggio d’amore al cinema stesso
Le sequenze d’azione coreografate per apparire energiche e divertenti
La comicità genuinamente “stupida”
La divisione in due blocchi, il primo quasi solo commedia, il secondo quasi solo azione
Il finale è tirato troppo per le lunghe