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Recensione – Anselm, il documentario di Wim Wenders presentato a Cannes76

Anselm è l’ultimo documentario diretto dal regista tedesco e presentato in anteprima a Cannes76. Ma vale davvero la visione?
Una scena tratta da Anselm, il documentario di Wim Wenders presentato a Cannes76

La recensione di Anselm, documentario diretto da Wim Wenders sulla figura del pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer e presentato in anteprima alla 76esima edizione del Festival di Cannes. A seguire, trama e recensione di Anselm.

La trama di Anselm, presentato al Festival di Cannes

Prima di passare all’analisi e recensione dell’opera è bene spendere due parole, per quanto sia estremamente semplice e forse scontata, sulla trama di Anselm, l’ultimo lavoro del regista tedesco Wim Wenders. Presentato in anteprima a Cannes76, Anselm è un documentario che si concentra sulla figura di Anselm Kiefer, pittore e scultore tedesco tra gli artisti contemporanei più influenti al mondo, le cui opere vengono esposte nei musei più importanti del globo. Il documentario, girato con una risoluzione 6K e in formato 3D, tenta di raccontate il suo lavoro e processo creativo applicandolo, se vogliamo, al giorno d’oggi.

Anselm Kiefer in una scena di Anselm, documentario diretto da Wim Wenders e presentato in anteprima al 76esimo Festival di Cannes

La recensione di Anselm: Wim Wenders e l’arte del documentario

Se c’è un genere che negli ultimi anni sta spopolando, quello è di certo il Biopic. A livello internazionale, un esempio può essere quello del recente Maestro, il film Netflix presentato a Venezia80 con Bradley Cooper che, oltre ad averlo diretto, ne ha anche interpretato il protagonista Leonard Bernstein, ma vi sono decine di esempi, come anche il Back to Black attualmente in sala e che parla della vita di Amy Winehouse. In Italia poi, la situazione è completamente sfuggita di mano e non si sta facendo altro se non ritirare fuori tutti quei grandi (o presunti tali) artisti che hanno reso grande l’arte del Belpaese, per raccontarne la carriera in maniera però spesso e volentieri stantia e senza un vero obiettivo se non quello di poggiarsi su un grande passato piuttosto che investire sul futuro. E poi c’è Wim Wenders, regista che di Biopic e documentari si intende eccome e che sono ormai più di 40 anni che, attraverso il passato, racconta la nostra contemporaneità.

Il primo documentario diretto dal regista tedesco risale infatti al 1980 ai tempi di Lampi sull’Acqua, il capolavoro sulla figura del grande regista americano Nicholas Ray. E poi ancora: Tokyo-Ga, Buena Vista Social Club, Pina, Il Sale della Terra. Con le sue opere ed attraverso generazioni diverse, Wenders non ha fatto altro che raccontare l’uomo e come l’arte lo definisca tale, trasformando il presente in un ponte tra passato e futuro. Non c’è presunzione, non si vuole fare la morale a nessuno. L’unico obiettivo del regista di Düsseldorf è quello di raccontare una storia e dimostrare come la Storia – quella con la lettera maiuscola – sia ciclica ed universale.

A Cannes76, Wenders ha portato in concorso il meraviglioso Perfect Days, film che è valso a Kōji Yakusho il Prix d’Interprétation Masculine. Al Festival francese però, nella sezione riservata alle proiezioni speciali, egli ha presentato anche un’altra opera: si tratta di Anselm, il suo nuovo documentario che arriva a 5 anni di distanza da Papa Francesco – Un Uomo di Parola. Dopo averlo visto, considerando i titoli sopracitati, verrà certamente da pensare che esso sia inferiore, ma il bello dell’arte e delle opere di Wim Wenders è che questo concetto, questa idea di bello o brutto, di migliore o peggiore, non sussiste.

Anselm – che racconta la carriera del pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer – è l’ennesimo tassello posto da Wenders all’interno di questo grande mosaico che è la sua filmografia, tramite la quale egli ha sempre, costantemente, tentato di lavorare sull’uomo, sul concetto di tempo, sull’arte e su come essa, a differenza delle persone, risulti immortale. Non a caso, il titolo originale è Anselm – Das Rauschen der Zeit, ovvero il rumore del tempo, l’elemento cardine del suo cinema che egli stesso, in un certo senso, cita e riprende con quell’inquadratura finale che tanto ricorda il dittico Il Cielo Sopra BerlinoCosì Lontano Così Vicino. A fare la differenza tra le tante (troppe) opere che vengono prodotte oggi c’è, inevitabilmente, l’autorialità: Wenders sceglie attentamente di che personaggio parlare e con il quale sente un qualche tipo di legame, lo sceglie in base al suo gusto ed al modo in cui la sua arte può essere applicata al presente. Non ci sono trucchi se non quello della macchina da presa – perfetta, in questo senso, la scena d’apertura – la magia di un cinema che invece, per lo meno per quanto riguarda questo genere, si sta impoverendo sempre più. Il ritorno di Wenders, in questo senso, non è neanche casuale. L’auspicio è che il suo esempio venga seguito da sempre più autori.

4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 2 recensioni)
La locandina ufficiale di Anselm, il nuovo documentario di Wim Wenders presentato in anteprima a Cannes76
Anselm
Anselm

Presentato in anteprima a Cannes76, Anselm è il nuovo documentario diretto da Wim Wenders sulla figura del pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer.

Voto del redattore:

6.5 / 10

Data di rilascio:

30/04/2024

Regia:

Wim Wenders

Cast:

Anselm Kiefer, Daniel Kiefer, Anton Wenders

Genere:

Documentario

PRO

L’artigianalità del racconto
Il tocco sempre riconoscibile di Wim Wenders
Ritmo alle volte claudicante