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Inside Out 2, un sequel che estende le emozioni su tutti i fronti

Inside Out 2 è un film d’animazione uscito in Italia nei cinema a partire da mercoledì 19 giugno 2024, ma com’è effettivamente questo tanto atteso sequel?
Recensione Inside Out 2 (2024)

Inside Out 2 è uno dei film più attesi del 2024, e dati i risultati raggiunti in pochissimo giorni al box office rappresenta una boccata d’aria fresca per l’animazione al cinema. Il lungometraggio della Pixar è il seguito del primo omonimo capitolo del 2015, il quale già all’epoca era stato accolto come uno dei migliori lavori della nota casa di produzione, segnando un altro successo al botteghino. Inside Out 2 è diretto da Kelsey Mann, mentre il regista del precedente Pete Docter figura come produttore, e ha una durata di circa 96 minuti. Si tratta di un sequel, quello distribuito nelle sale italiane dal 19 giugno 2024, che ha soddisfatto pienamente le aspettative? Segue la recensione del film animato targato Disney Pixar.

La trama di Inside Out 2, film d’animazione Disney Pixar

Riley è stata la bambina presente nel film del 2015, e anche in Inside Out 2 le sue emozioni antropomorfizzate sono le vere protagoniste, solo che in questo secondo capitolo ce ne sono addirittura delle altre in virtù della nuova fase di vita in cui si trova. Ma di cosa parla nella fattispecie il film d’animazione Disney Pixar? La trama:

“Si assiste ad una nuova avventura in quella che è la testa dell’ormai adolescente Riley, che sta per iniziare il liceo e che è alle prese con una serie di emozioni mai provate prima. Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come comportarsi quando arriva Ansia, destinata a stravolgere tutto nel quartier generale e non solo. Infatti la nuova arrivata si assicura con entusiasmo che Riley sia preparata per ogni possibile insuccesso, ma sembra che non sia sola. A lei si aggiungono Invidia, che sarà anche piccola ma sa bene cosa vuole: è perennemente gelosa di tutto ciò che hanno gli altri e non ha paura di disperarsi per questo. Ennui, annoiata e apatica è solita alzare gli occhi al cielo e aggiunge la perfetta dose di indifferenza adolescenziale alla personalità di Riley, quando ne ha voglia. E infine Imbarazzo, a cui piace stare in disparte, il che non è facile per questo tipo robusto dalla carnagione rosa acceso.”

Recensione Inside Out 2 (2024)

La recensione di Inside Out 2: il sequel Pixar è in grado di estendere le emozioni da tutti i punti di vista

L’attesa ha aumentato il desiderio, ma ad accogliere uno dei sequel più interessanti di sempre tra le opere della Pixar c’era anche la paura di veder crollare un castello praticamente perfetto come quello costruito nel primo capitolo. Infatti, a partire dal capolavoro del 2015 diretto da un creativo eccelso quale è Pete Docter, l’esordiente Kelsey Mann e coloro che con lui hanno lavorato alla realizzazione del film sono riusciti non solo ad estendere la quantità di emozioni presenti in Riley, qui cresciuta e diventata un’adolescente affacciatasi alla pubertà, ma anche la riflessione esistenziale sulla complessità umana avviata in precedenza. In Inside Out 2 l’immaginazione con cui i sentimenti antropomorfizzati prendono vita nella mente della ragazzina non è pari a quella impiegata nella minuziosa costruzione dell’universo interiore del primo lungometraggio, eppure c’è comunque l’estro del regista e degli sceneggiatori nel collegare i fili di un percorso solido basato sull’accogliere nuove sfaccettature individuali con lo scorrere del tempo. Le cinque emozioni che si potrebbero definire originarie vengono travolte dall’improvviso caos delle novità: Riley deve andare al campus di hockey per poi iscriversi al liceo sperando di ottenere una borsa di studio, ma nel frattempo prova nuove sensazioni a causa dei diverbi con le sue amiche storiche per cercare di aggraziarsi le possibili future compagne di squadra. A subentrare al comando al posto di Gioia è allora Ansia, e riprendendo il meccanismo collaudato alla perfezione nell’opera del 2015, le emozioni vivono una nuova avventura parallelamente a quello che prova Riley a causa degli eventi esterni.

Trattandosi di una geniale trovata stilistica e di storytelling era impensabile non ritrovarla riproposta in questo sequel del 2024. Dunque, pur incrociandosi, i vari elementi non si sovraccaricano e non si contraddicono mai, bensì restano fedeli all’invenzione di Docter e compagnia. Di fatto i più piccoli possono assistere alla frenetica azione e al viaggio esplorativo di Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura, e nel frattempo chi ha un determinato vissuto alle spalle non può fare a meno di godersi empaticamente quanto avviene sia all’interno che all’esterno della mente di Riley, seppur ci sia un minor impulso filosofico rispetto al primo Inside Out. Infatti, gli espedienti sono perlopiù basati su contesti comici invece che proseguire sulla scia del simbolismo come avviene nel precedente capitolo. Non si tratta dunque di un fattore ripetitivo o ridondante, anche perché entrando nella fase della pubertà è lecito aspettarsi un calo della creatività, aspetto che coincide con i cambiamenti esposti in Immagilandia o con il manifestarsi del tagliente sarcasmo, oppure ancora con la mancanza di interazione con altri personaggi ideati da Riley stessa; anche se, va detto, gli espedienti risultano più lineari e meno accattivanti in confronto al film del 2015. Inside Out 2 è un prodotto d’animazione ancora una volta centrato per un target universale, riuscitissimo nel lavorare sia per empatia che per valutazione delle condizioni proprie all’essere umano, e ciò è scaturito dalla scrittura dei personaggi. Ad esempio, viene da subito suggerita l’alchimia tra specifiche emozioni, come Paura e Ansia, Disgusto e Invidia, Tristezza e Imbarazzo; ancora una volta Gioia e gli altri protagonisti maturano insieme a Riley percorrendo i passi insicuri generati dal processo naturale della crescita. Inoltre, il film d’animazione Disney Pixar riflette alla grande, e metaforicamente, sul cercare di costruirsi una personalità sulla base della paura provata verso i giudizi altrui, specie quando si è costretti ad uscire dalla comfort zone; essere o apparire, il perenne dilemma che colpisce tantissime persone.

L’adolescente qui è forzata a dover accettare i cambiamenti che riguardano il suo corpo, come viene spiegato nella dinamica sequenza di montaggio iniziale, così come quelli sanciti nel finale, ma per effettuare un balzo in avanti allo scopo di raggiungere una consapevolezza differente, più profonda, necessita di stare a tu per tu con Ansia, Ennui (Noia), Invidia e Imbarazzo. Le cinque emozioni fino ad ora prevaricanti vengono messe da parte per familiarizzare con ciò che è sconosciuto, un ulteriore territorio da esplorare sul piano epidermico, quindi con l’avventura delle emozioni per rientrare al Quartier Generale portando con sé la personalità della “vera” (o vecchia?) Riley, e sul piano astratto, ossia la metafora che rappresenta l’agire verso l’atto di scoprire (o riscoprire) e di conoscere se stessi maggiormente in autonomia. A tal proposito, la conclusione di Inside Out 2 è sensazionale in quanto si rivela un crescendo per enfasi e significato, sottolineando con fare poetico – sull’onda del finale di Soul – la maturazione di una personalità sfaccettata e bilanciata tra pregi e difetti. Come avviene nel primo film al momento del parto della giovane protagonista, verso la fine Riley osserva un fascio di luce che anticipa una dissolvenza al bianco per suggerire quindi una rinascita, e con un raccordo al montaggio si passa subito a ciò che sta avvenendo nel Quartier Generale dove è stato ristabilito l’ordine. La chiusura del cerchio si concretizza durante una partita di hockey, stesso evento attraverso il quale si è optato di aprire il film, e guarda caso mettendo al centro dell’inquadratura la forma circolare del disco di gomma.

Continuità e superamento in Inside Out 2

Tra parentesi, un altro pregio è che Inside Out 2 rappresenti il proseguo di una nuova saga targata Disney Pixar perché le vibes legate al rapporto tra Gioia e Riley ricordano la toccante relazione presente in un’altra saga amatissima, ovvero quella tra Woody e Andy nei film di Toy Story. Gioia è un’emozione che crescendo si affievolisce per dare spazio a ulteriori sfumature, ma preserva quell’essenzialità prettamente umana evocata col contagocce nei momenti chiave. D’altronde, è il primo sentimento provato quando si viene al mondo, è colei che c’è sempre stata, affiancata poi dall’imprescindibile Tristezza, e in fondo è un po’ come il primo giocattolo con il quale si è deciso di giocare da piccoli per costruire mondi fantastici. Inside Out 2 non vuole strafare, rende ancora una volta speciali le caratteristiche del suo predecessore, ne rafforza la brillantezza e prosegue con maturità il cammino di una vita semplice, e al contempo complessa come quella di una bambina ora adolescente e in futuro adulta.

Ecco che il tanto atteso sequel, allora, offre continuità e un prezioso superamento nella sua nobile missione sociale estendendo e stilizzando l’estetica come la formazione personale. In questi termini basterebbe citare lo sfruttamento dei dipendenti nella grande azienda della mente, ovvero quelli che per conto di Ansia devono disegnare tutta la notte gli scenari ipotetici riguardanti Riley per evitare che diventino realtà, oppure gli operai comparsi all’inizio del film, nonché la coloratissima tempesta di idee e il flusso di coscienza a bordo di un broccolo. E di nuovo, un plauso alla comicità ben inserita (Nostalgia ed i personaggi nel caveau dei segreti di Riley) davvero necessaria a rendere più allegra la visione di questo bellissimo sequel, il quale sa essere commovente nell’esporre una verità forse troppo sottovalutata oggigiorno: bisogna accettarsi con i propri pregi (alimentando le convinzioni) e, soprattutto, con i propri difetti, in modo tale da convivere al meglio con se stessi pur risultando talvolta ragionevolmente e contraddittoriamente incoerenti.

4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 3 recensioni)
Locandina (recensione) Inside Out 2 (2024) Disney Pixar
Inside Out 2
Inside Out 2

Riley è ormai cresciuta ed è un'adolescente, perciò nella sua testa non ci sono più soltanto le emozioni incontrate nel primo capitolo, ma se ne aggiungono delle nuove. Cosa succede allora in questa fase della sua vita? Una nuova avventura attende i protagonisti.

Voto del redattore:

8.5 / 10

Data di rilascio:

19/06/2024

Regia:

Kelsey Mann

Cast:

Pilar Fogliati, Deva Cassel, Marta Filippi, Federico Cesari, Sara Ciocca, Stash, Stella Musy, Paolo Marchese, Melina Martello, Daniele Giuliani, Veronica Puccio

Genere:

Avventura, commedia

PRO

C’è continuità e si conferiscono nuovi valori all’estetica e allo storytelling del primo film
La scrittura dei personaggi (umani ed emozioni) e le relazioni tra loro
Il superamento inteso come crescita, processo che avviene dentro e fuori Riley, la quale matura insieme alle sue emozioni
Il finale sensazionale, poetico
Gli espedienti risultano più lineari, meno accattivanti e meno filosofici rispetto al film del 2015