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A Quiet Place: Giorno 1 è un prequel fin troppo lineare dove il dramma prevale sull’horror

Che prequel è, qualitativamente parlando, A Quiet Place: Giorno 1? Il terzo film è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 27 giugno 2024.
Trama e recensione del film horror A Quiet Place: Giorno 1

A Quiet Place: Giorno 1 è il terzo film di quella che è attualmente una trilogia composto da A Quiet Place – Un posto tranquillo (2018) e A Quiet Place II (2020), oltre che dal nuovo prequel diretto da Michael Sarnoski, regista dell’apprezzatissimo Pig – Il piano di Rob (2021) con Nicolas Cage. Si tratta di un lungometraggio di genere horror dalla durata di circa 99 minuti, in linea con i suoi predecessori, con tanto di sfumature drammatiche. Rilasciato al cinema in Italia dal 27 giugno 2024, A Quiet Place: Giorno 1 ha come protagonista Lupita Nyong’o (Noi) accompagnata dall’attore Joseph Quinn (Stranger Things S4). Di seguito la trama e la recensione di questo nuovo horror.

La trama di A Quiet Place: Giorno 1, film horror con Lupita Nyong’o e Joseph Quinn

Siccome è ambientato, come da titolo, durante il giorno dell’invasione aliena, è curioso osservare una storia nuova con personaggi mai comparsi prima e interpretati da Lupita Nyong’o e Joseph Quinn. A tal proposito, di cosa parla A Quiet Place: Giorno 1? La trama dell’horror diretto da Michael Sarnoski:

“In questo terzo capitolo dell’horror A Quiet Place ci si trova a rivivere il giorno in cui il mondo è piombato nel silenzio. Un’ordinaria giornata a New York viene sconvolta improvvisamente dall’arrivo di terribili creature aliene, assetate di sangue e dotate di udito a ultrasuoni, con cui cacciano gli esseri umani.”

Trama e recensione di A Quiet Place: Giorno 1

La recensione di A Quiet Place: Giorno 1, un prequel lineare dove il dramma prevale sull’horror

A Quiet Place: Giorno 1 si apre con la dicitura relativa ai decibel (90) di New York associati ad un urlo incessante, e mostra sin da subito una protagonista afflitta dal cancro e dalla totale mancanza di stimoli, dando informazioni utili che torneranno nel corso del film. In seguito si assiste ad un uno spettacolo di marionette dove il burattino stupisce con i soli movimenti, con dei rumori generati con un semplice palloncino; si tratta di un preludio per quello che si vedrà, e di fatto gli attori (Lupita Nyong’o e Joseph Quinn) si caricano tutto sulle spalle tramite il corpo e le espressioni del viso, proprio dunque come delle marionette. Successivamente c’è una buona costruzione della tensione sia al momento dell’invasione che subito dopo, con espedienti semplici ed efficaci come gli oggetti sfiorati per sbaglio durante un movimento non ponderato, oppure i mal funzionamenti improvvisi di alcuni macchinari. Nonostante in A Quiet Place: Giorno 1 non ci sia la possibilità di utilizzare la parola, i rumori in una metropoli come New York diventano i veri protagonisti e si prendono la scena mettendo i personaggi in situazioni scomode da affrontare.

La casualità degli eventi in specifiche circostanze prendono il sopravvento, ad esempio in virtù del primo incontro tra Sam ed Eric, quando il gatto fuggito terrorizzato dopo l’attacco alla folla si imbatte con l’uomo e lo guida fino dalla protagonista. Con fare quasi romantico Sarnoski delinea il destino dei personaggi. C’è una toccante disperazione nella ex poetessa interpretata da Lupita Nyong’o, che a tal proposito si conferma trascinante come attrice, specie quando c’è da costruire dramma e tensione, e d’altronde la sua esistenza è concentrata paradossalmente sulla sopravvivenza pur essendo consapevole di star morendo a causa del cancro. La lettura di Eric della poesia a precedere l’urlo di entrambi rende perfettamente l’idea dell’unione e al contempo del contrasto tra gioia e tristezza, vita e paura della morte, ambizione e rassegnazione. Da questo punto di vista il breve approfondimento psicologico di entrambi è funzionale, si lavora per empatia e si ottiene un risultato gradevole senza eccessi. Il gatto di supporto sembra invece incarnare un simbolo, una sorta di spirito guida in grado di influenzare a sua volta il proseguo della storia dei personaggi.

Sfortunatamente ciò che manca in A Quiet Place: Giorno 1 sono delle sequenze di tensioni memorabili, elemento che nei primi due capitoli è presente a più riprese a riprova di prodotti che, complessivamente, sono pensati per il grande pubblico e non hanno alcun problema a manifestare il loro spirito commerciale. Tuttavia, oltre ad un soggetto originale e ad una storia umana davvero emozionante, i film di Krasinski – nel 2018 e nel 2020 – hanno senz’altro uno o due passi in più in confronto al prequel di Michael Sarnoski poiché riescono a tenere col fiato sospeso gli spettatori per buona parte della loro durata, e c’è da dire che questo prequel non aggiunge nulla che non sia già stato fatto meglio in passato proprio da Krasinski. Ciò vale più per il primo, ma anche nel secondo film tra l’incipit e l’intuizione di inserire il neonato da proteggere ci sono scene intrise di pathos e che si ricordano ben volentieri anche dopo essere usciti dalla sala. Ecco, in confronto il nuovo film con Lupita Nyong’o appare un proseguo – a ritrosoconvenzionale e meno ispirato in chiave horror.

Interessante invece che quando Sam sogna c’è una fotografia più luminosa rispetto al perenne grigiore newyorkese, dove le fiamme e le ceneri fungono quasi da tempesta di neve. Potrebbe preannunciare l’avvicinarsi del decesso, oppure semplicemente un maggior senso di comfort della protagonista, che chiusa nella sua mente non ha nulla di cui preoccuparsi, mentre in realtà è devastata dal dolore. Tuttavia, nelle scene in notturna sono proprio le fiamme di una città usurpata dalle creature a divampare e a illuminare un sentiero di morte. La pizza diventa l’ultimo contatto con la propria identità per Sam, un ricordo dolce che può darle sollievo. Il gatto invece continua ad essere al posto giusto al momento giusto per offrire concretamente un aiuto emotivo. L’amore – dato e ricevuto – per un animale e il significato dato ad un cibo appartengono alla vasta gamma di caratteristiche umane, sono insite in ciascuno e fuoriescono quando se ne avverte la necessità.

In A Quiet Place: Giorno 1, dunque, funziona decisamente più la scrittura drammaturgica che la messinscena delle sequenze horror, perché le prime intuizioni mostrate sembravano promettere dell’ottima tensione, eppure con il tempo appaiono ripetute senza grossi sforzi e soprattutto non hanno l’impatto apprensivo auspicato. Ad essere attivi negli spettatori sono più i neuroni-specchio per l’angoscia esistenziale vissuta dai personaggi, ci si riesce a immedesimare in loro ma non a immergersi nella gravità del racconto. Anche la colonna sonora suggerisce di provare una maggiore commozione rispetto alla paranoia per ciò che potrebbe accadere, e una volta concluso il film ci si sente comunque incompleti, non appagati per il potenziale di un prequel fin troppo lineare e poco spettacolare, nascondendo in parte la sua anima commerciale, e quasi totalmente quella horror.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
locandina e recensione A Quiet Place Giorno 1
A Quiet Place: Giorno 1
A Quiet Place: Giorno 1

Con questo prequel dell'attuale trilogia di A Quiet Place si rivive il giorno uno dell'invasione aliena che ha obbligato al silenzio l'umanità.

Voto del redattore:

6 / 10

Data di rilascio:

27/06/2024

Regia:

Michael Sarnoski

Cast:

Lupita Nyong'o, Joseph Quinn, Alex Wolff, Djimon Hounsou, Thea Butler, Jennifer Woodward, Sunjay Midda, Elijah Ungvary, Alexander John

Genere:

Horror, drammatico

PRO

Le interpretazioni trascinanti degli attori
La parabola drammatica della protagonista e il rapporto tra lei ed Eric
Il gatto
Poche sequenze di tensione e per di più convenzionali
Nasconde in parte il suo spirito commerciale e quasi totalmente quello horror
Non aggiunge nulla rispetto ai precedenti capitoli