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Recensione – House of the Dragon 2×03: Il Mulino in Fiamme

Una terza puntata che segna probabilmente il decisivo passaggio all’imminente scontro: la tanto attesa “Danza dei Draghi”.
House of the Dragon 2x03: Il Mulino in Fiamme

Se le prime due puntate con il senno di poi fungono da nuova introduzione di questa tanto attesa seconda stagione di “House of the Dragon”, lo show televisivo ideato da Ryan Condal e George R. R. Martin che racconta dell’inizio della fine di casa Targaryen, il terzo episodio della serie targata HBO intitolato “Il Mulino in Fiamme” pone le basi per il pericoloso scontro che sta per crearsi tra i due noti schieramenti. Una guerra civile conosciuta come “Danza dei Draghi” che si prospetta il fulcro della prossima puntata dello spin-off di “Game of Thrones” (2011-2019). Di seguito la trama ed una breve analisi del terzo episodio della seconda stagione di “House of the Dragon”. 

La trama del terzo episodio della seconda stagione di House of the Dragon

Il Mulino in Fiamme”, il terzo episodio della seconda stagione di “House of the Dragon”, si apre nelle Terre dei Fiumi dove due case rivali, i Bracken ed i Blackwood, rispettivamente schierati con i “verdi” (Hightower/Targaryen) ed i “neri” (Targaryen/Velaryon), per una piccola disputa e litigio territoriale sono protagoniste di una violenta e sanguinosa battaglia. A Roccia del Drago, invece, si tengono i funerali dei gemelli Arryk ed Erryk Cargyll (rispettivamente Luke Tittensor e Elliott Tittensor) e Rhaenyra (Emma D’Arcy) si confronta prima con Rhaenys (Eve Best) e poi con il suo consiglio, ma imbattendosi in una confusione che la porta a prendere decisioni importanti per il suo futuro e quello dei suoi figli. Lady Rhaena (Phoebe Campbell) dovrà accudirli in un posto sicuro, Pentos, conservando anche le uova di drago, mentre Mysaria (Sonoya Mizuno) decide di non partire e diventa la nuova consigliera della Regina

Nel frattempo, ad Approdo del Re, la situazione non è delle migliori dopo la nomina di Criston Cole (Fabien Frankel) come nuovo Primo Cavaliere e l’allontanamento di Otto, Aegon (Tom Glynn-Carney) nomina Larys (Matthew Needham) come suo Maestro dei Sussurri ed acconsente alla proposta di Cole, il quale pare avere un piano per la conquista di Harrenhal. Il luogo dove si trova Daemon (Matt Smith), che raggiunge da solo nel tentativo di guadagnare la fedeltà di Ser Simon Strong, ma la stessa notte il principe Targaryen non riesce a riposare per via di una visione. Infine, nella confusione più totale, tra chi propone di utilizzare i draghi e scendere in guerra e chi predilige procedere con cautela, Rhaenyra raggiunge in gran segreto la Fortezza Rossa, si intrufola tra le mura della capitale travestiva da Septa con l’obiettivo di incontrare Alicent (Olivia Cooke) per convincerla a porre fine a questo loro profondo dissidio. La leader dei “neri” le propone la pace, ma la Hightower è convinta che il conflitto sia imminente ed inevitabile. Rhaenyra, allora, le rivela che ha frainteso le parole sul letto di morte di Re Viserys, il quale sul finire della passata stagione nominava la profezia di Aegon, facendo riferimento in realtà al famoso Conquistatore

House of the Dragon 2x03: Il Mulino in Fiamme

La recensione di House of the Dragon: “Il Mulino in Fiamme”

Nella sua semplicità questa terza puntata di “House of the Dragon”, grazie anche ad un cambio importante nel dietro le quinte, presenta i primi dettagli di un apparente e decisivo cambio di direzione. I difetti e le precipitose cadute di stile si affievoliscono e tendono a diminuire, quasi come se al timone ora ci sia un’idea più chiara del percorso da intraprendere. I protagonisti, chi più chi meno, cominciano ad essere approfonditi il giusto e, nonostante ancora qualche parvenza di buonismo intrinseco tra le fila dei “neri”, entrambi gli schieramenti cominciano a fare le prime mosse studiate, con l’intento di fare il passo decisivo. 

La guerra incombe, sempre più minacciosa, e pare oramai impossibile porre un freno e tentare la via della pace. Questo almeno è quello che pensa Alicent, la quale, anche di fronte alla rivelazione del vero significato della profezia raccontata da Viserys prima di morire, non sembra ancora del tutto convinta delle parole di Rhaenyra. Il loro confronto risulta, però, fondamentale e, nonostante una grossa sospensione dell’incredulità per come viene costruito e messo in scena, chiude una puntata segnata da un ritmo lento e costante, che gioca con una regia attenta e finalmente non sopra le righe, una fotografia che anche nelle sequenze più buie ed oscure riesce a mostrare ambienti e tutto quello che circonda i personaggi, dettagli e situazioni che restituiscono un sapore diverso ad una serie caratterizzata fin dalla prima stagione da pochi alti e troppi bassi

Molto suggestiva è la sequenza che vede protagonista Daemon Targaryen, interpretato dall’ottimo Matt Smith, una scena segnata dall’oscurità che pervade il castello deflagrato di Harrenal. Un’esperienza immersiva, seppur dalla breve durata, dove lo spettatore finisce per seguire il principe tra i corridoi ed i meandri della fortezza che pare abbandonata. Una trovata tecnica non indifferente che si conclude con una particolare visione di Daemon, il quale si vede proiettato in luoghi ed a contatto con personaggi del suo passato e forse del suo futuro. Interessante è anche la scelta dell’apertura dell’episodio con questa battaglia che pare accendersi e spegnersi in un attimo, dal tragico epilogo e scatenata da una sciocchezza, una disputa di poco peso, ma che dimostra quanto sia fragile la stabilità di un regno, Westeros, che pare oramai al completo sbaraglio. 

Le criticità che vengono alla luce riguardano performance che appaiono ancora troppo caricaturali e poco ottimali, in particolare modo il personaggio Helena soffre di una scrittura confusionaria, mentre l’asettico Ser Criston Cole, nonostante la promozione ed il nuovo grado di Primo Cavaliere, mostra ancora diverse difficoltà ed un approfondimento quasi del tutto assente. La CGI pare, invece, migliorare episodio dopo episodio, sembra quasi che la produzione abbia deciso chiaramente come distribuire il budget dello show televisivo, nella speranza che una grande fetta venga utilizzata per il tanto atteso scontro che potrebbe avvenire già nella prossima puntata. 

House of the Dragon 2x03: Il Mulino in Fiamme

Una puntata di passaggio tra visioni e dissidi interni 

Il Mulino in Fiamme” resta in tutto e per tutto una puntata di passaggio tra visioni e dissidi interni, basti pensare a quanto sta vivendo il principe Aemond (Ewan Mitchell), un personaggio considerato tra i più interessanti e protagonista di una sequenza che mostra allo spettatore il suo lato più intimo e più di qualche dettaglio sul relazionarsi con il fratello, il sovrano dei Sette Regni. Diversi sono i confronti al centro dell’attenzione come quello tra Rhaenyra a Alicent, passando per Aegon e la moltitudine di personaggi che popolano questa serie tv. Le critiche di gran parte del pubblico sottolineano proprio questo, specificando quanto il ritmo sia troppo compassato. La narrazione, nel suo discostarsi sempre di più dai romanzi di George R. R. Martin, prosegue lentamente, ma salta talmente tanti pezzi e situazioni che, in realtà, dimostra di correre fin troppo. 

House of the Dragon” soffre ancora dei prematuri salti temporali che hanno diviso la precedente stagione, alcune relazioni e legami tra i personaggi devono ancora prendere forma, ma la strada al momento sembra ottimale e la serie pare destinata ad intraprendere un percorso che ricorda in lontananza quanto mostrato e costruito da “Game of Thrones”. “La Danza dei Draghi” sta davvero per entrare in scena, l’hype del pubblico è smisurato, nonostante una critica ad oggi molto divisiva, polemiche sterili legate ad un episodico “piccante” di censura (almeno per l’edizione italiana), ma questa seconda stagione, puntata dopo puntata, sta guadagnando pian piano diversi punti a suo favore. 

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