Cerca
Close this search box.

I migliori film tratti da libri

Che siano saggi, biografie, autobiografie, storie vere o immaginate, il cinema vanta di un assortimento di titoli adattati da libri che meritano di essere menzionati: ma quali sono i migliori film tratti da libri?
Di seguito la classifica dei migliori film tratti da libri

Quante volte vi è capitato di sentire il luogo comune “il libro è meglio del film” e avete potuto dare ragione a questa frase. Tuttavia, le cose non vanno sempre così e vi è anche il caso contrario dell’eccezione che conferma la regola. Quante volte infatti vi sarà successo di vedere un film tratto da un libro che qualitativamente parlando era alla pari dal testo originale o se non migliore di questo. Riportiamo qua di seguito una classifica dei migliori film tratti da libri, che traggoono ispirazione da saggi, biografie, testi storici e ancora altri: ma quali sono i migliori film tratti da libri?

Quali sono i migliori film tratti da libri?

Insieme a quella dedicata ai migliori film tratti da romanzi, si passa a quella dei migliori film tratti da libri. Prima di riportare la classifica è necessario soffermarsi sul criterio che ha permesso di stilare la lista, che si tiene a sottilineare è puramente soggettivo, tenendo tuttavia in considerazione il rapporto tra la qualità del lungometraggio e la fedeltà dell’adattamento cinematografico al testo originale. Di conseguenza, titoli di film scontati che sono più conosciuti e più familiari all’orecchio del pubblico come prodotto trasposto da un libro non sono stati menzionati all’interno della seguente classifica. Di seguito i migliori film tratti da libri, riportati cronologicamente in ordine crescente in base alla loro uscita dal più datato a quello più recente.

A Beautiful Mind (2001), di Ron Howard

Ispirato dalla biografia Il genio dei numeri della giornalista americana Sylvia Nasar del 1998, A Beautiful Mind segue la vita del geniale e folle matematico John Nash, interpretato da Russell Crowe, affetto da schizofrenia. La sua patologia inizia ad avere la meglio su di lui, nel momento in cui accetta un posto di lavoro sotto copertura nel campo della crittografia. Il punto di forza del film è da riconoscere nell’abilità di trasporre e rappresentare dal suo punto di vista psicologico, la follia e la genialità nel bene e nel male.

Il pianista (2002), di Roman Polanski

Tratto dall’omonima autobiografia del 1946 di Władysław Szpilman, Il pianista narra la storia vera travagliata del pianista ebreo polacco negli anni dell’occupazione nazista a Varsavia, che insieme alla sua famiglia si ritrova costretto a vivere nel ghetto. Un racconto cruento e diretto dell’esperienza personale provata sulla pelle di una triste pagina storica, in cui la musica si pone come unica arma per combattere per la propria sopravvivenza così come vediamo Szpilman suonare in un café, per poi lavorare come operaio mentre la sua famiglia sarà interamente deportata e nascondersi tra le macerie della città.

Into the Wild (2007), di Sean Penn

Dal finale estremamente tragico ma che conclude in modo coerente la scelta di vita in solitaria del protagonista, Into the Wild è un film che riporta la storia vera del nomade statunitense Christopher McCandless ricostruita a partire dai suoi appunti, pagine di diario e dalle testimonianze delle persone incontrate durante il suo viaggio verso l’Alaska da Jon Krakauer nel saggio biografico Nelle terre estreme del 1996. Accompagnato dalla colonna musicale originale scritta e interpretata da Eddie Vedder, Into the Wild si presenta come un ottimo road trip movie che, come il suo testo originale di partenza, si ispira alle teorie filosofiche e naturali del romanzo Walden del filosofo e autore americano Henry David Thoreau.

Persepolis (2007), di Marjane Satrapi

Adattato dall’omonimo fumetto storico e autobiografico del 2000 scritto in lingua francese e disegnato dalla scittrice iraniana Marjane Satrapi, Persepolis è un film d’animazione realizzato dalla medesima autrice in cui narra la sua esperienza dall’infanzia negli anni ’70 in Iran, passando per gli eventi tragici della sconfitta della Rivoluzione Iraniana nel 1979, fino a subire le assurde regole della tirannia del governo teocratico islamico. Tra continui spostamenti tra l’Iran e la Francia, in Persepolis Marjane Satrapi riporta un’irriverente dramma in chiave satirica di cosa significa vivere costretti sotto la dittatura di un regime fondamentalista e nonostante questo, lottare per riuscire a far emergere la propria identità.

The Wolf of Wall Street (2013), di Martin Scorsese

Ispirato liberamente al libro autobiografico Il libretto rosso del lupo di Wall Street di Jordan Belfort del 2007, che si pone non solo come una guida a coloro che lavorano nel campo del commercio e vorrebbero perfezionare le loro tecniche di vendita, ma anche per qualsiasi persona che ha bisogno di migliorare in termini di persuasione per qualsiasi situazione, The Wolf of Wall Street narra la vita e l’ascesa di un broker statunitense a New York, interpretato da un mostruoso Leonardo Di Caprio. La miccia dell’azione del film viene accesa e fatta esplodere nel momento in cui il protagonista non accetta di prestare aiuto per un’ingente frode dei servizi di sicurezza legata a un caso di corruzione presso la borsa di Wall Street.

The Imitation Game (2014), di Morten Tyldum

Adattamento cinematografico della biografia intitolata Alan Turing. Storia di un enigma del 1983 del matematico britannico Andrew Hodges, in The Imitation Game si racconta la storia vera del celebre matematico inglese Alan Turing, interpretato da Benedict Cumberbatch, che insieme alla sua squadra di crittoanalisti si ritrova a lavorare per captare e decriptare i messaggi segreti radiofonici durante la Seconda Guerra Mondiale, per poter anticipare i movimenti e perfezionare le strategie da comunicare al governo e all’esercito britannico.

Grand Budapest Hotel (2014), di Wes Anderson

Tra i titoli dei lungometraggi adattati dal celebre regista statunitense amante della simmetria da libri, figura Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, tratto dall’autobiografia Il mondo di ieri – Ricordi di un europeo del 1942 dello scrittore austriaco Stefan Zweig. Nel libro si raccontano dal punto di vista dell’autore i ricordi di fatti avvenuti in Europa a inizio Novecento che, nel caso del film si concentrano sulle vicende nelle quali si ritrova coinvolto un concierge dell’immaginario Grand Budapest Hotel del titolo, tra un omicidio, le continue guerre e l’amicizia con il suo giovane collega facchino. Tramite l’espediente narrativo di un furto di un inestimabile dipinto rinascimentale e del suo ritrovamento, e degli scontri di una famiglia per avere l’eredità lasciata da testamento, si raccontano gli sconvolgimenti che hanno caratterizzato la nascita del XX secolo.

Green Book (2018), di Peter Farrelly

Ispirato liberamente dala guida annuale per viaggiatori afromaericani del 1936 intitolata The Negro Motorist Green Book, comunemente denominata Green Book, scritta da Victor Hugo Green, il film omonimo Green Book pluripremiato agli Oscar 2019, tra cui come Miglior Film, racconta l’improbabile amicizia nata negli anni Sessanta tra un buttafuori americano di origini italiane Tony Lip (Viggo Mortensen) e il suo datore di lavoro Don Shirley (Mahershala Ali), un pianista di fama mondiale di colore, che gli offre un lavoro come autista personale per seguirlo nel tour delle date dei suoi concerti verso il Sud, durante gli anni della Segregazione razziale e dunque ostacolati nella loro ricerca di sistemazioni e pernottamenti durante il viaggio.

Nomadland (2020), di Chloé Zhao

Tratto dall’omonimo saggio della giornalista americana Jessica Bruder del 2017 dal titolo Nomadland – Un racconto d’inchiesta, il film pluripremiato agli Oscar 2021 nonché come Miglior Film Nomadland racconta dal punto di vista femminile di una donna 60enne protagonista – interpretata da Frances McDormand – il fenomeno di un gruppo di anziani americani che in seguito al biennio della cosiddetta Grande Recessione in America dal 2007 al 2009, abbandonano le loro abitazioni per darsi a uno stile di vita nomade, alla ricerca di un lavoro stagionale per tutti gli Stati Uniti a bordo dei loro van, da cui il termine vandwelling con cui si definisce il fatto di adottare il proprio mezzo di trasporto come casa.