I Dimenticati: “Blood Creek” di Joel Schumacher

Articolo pubblicato il 6 Gennaio 2022 da wp_13928789

Quando si pensa ad un horror a base di vampiri e accostato al nome di Joel Schumacher, molti fanno riferimento immediatamente a “Ragazzi Perduti” del 1987, ma molti non sanno che l’autore è tornato sul genere nel 2009 realizzando “Blood Creek”, il prossimo titolo che abbiamo deciso di trattare nella rubrica dei film con numerose difficoltà distributive nel nostro paese.

La trama nel film inizia nel 1936 e vede la famiglia dei Wollners che è residente in una fattoria. I Wollners ospitano Richard Wirth, un professore tedesco che tuttavia si rivela essere un occultista nazista con intenzioni maligne. Molti anni dopo, nel 2007, un ragazzo di nome Evan Marshall rimane sorpreso quando suo fratello maggiore Victor, scomparso molto tempo fa, si ripresenta a casa sua. Victor rivela di essere stato tenuto sotto sequestro in una fattoria dove ha subito torture di ogni tipo e supplica al fratello di recarsi lì per vendicarsi. I due si recano in quella che si rivela essere la stessa fattoria dei Wollners, ma con il loro assalto risvegliano la presenza di un potente vampiro che è deciso ad uccidere tutti coloro che si trovano lì.

Dal punto di vista visivo è veramente interessante l’enorme contrasto che Joel Schumacher decide di adottare: le poche scene ambientate durante il periodo nazista sono realizzate con un’impostazione geometrica quasi pittorica, aiutata anche dallo splendido bianco e nero curato da Darko Suvak che da all’opera un’atmosfera profondamente onirica, e richiamano al fatto che si sta per assistere a qualcosa di estremamente surreale. Ma la parola contrasto non è utilizzata a caso, dato che tutte le scene ambientate nei tempi moderni sono invece curate con una messinscena registica molto dinamica ed una fotografia molto sporca, per sottolineare la crudezza e l’orrore degli eventi in cui i protagonisti sono coinvolti. Le uccisioni nel film infatti sono molto macabre, ti danno l’impressione di sentire la carne che in un secondo viene strappata via alle vittime senza che queste abbiano via di scampo, il tutto accompagnato da sequenze che tolgono il fiato solo per sottolineare la potenza del male.

Gli attori sono in parte, tra cui un giovane Henry Cavill nel suo primo ruolo da protagonista, ma chi ruba la scena è Michael Fassbender che interpreta il vampiro: i suoi sguardi sono inquietantissimi (merito anche dello splendido trucco) ed i suoi movimenti sono eleganti nella loro mostruosità, sottolineando quella figura divina che l’antagonista crede di ricalcare, essendo i personaggi di fronte al volto reincarnato della distruzione assoluta.

L’elemento più interessante del film a livello di caratterizzazione è l’oppressione folle che accerchia tutta l’atmosfera: ci troviamo di fronte a personaggi che si sentono soffocati perché delle figure inquietanti rendono il loro terreno impossibile, perché appena varcheranno la soglia la morte sarà lì ad aspettarli, riducendoli alla disperazione. I protagonisti non sono letteralmente liberi di fare quello che vogliono, una cosa che è facilmente riconducibile all’oppressione del regime nazista… e nonostante quest’ultimo non venga spesso menzionato se non attraverso i segni del villain calcati sul corpo, l’analogia si avverte parecchio. Il vampiro del film distrugge le anime da lui catturate che non possono fare a meno di lui per vivere, ma allo stesso tempo, nonostante il benessere, si sente tutta la sofferenza all’interno perché sanno che non saranno mai veramente vivi, veramente liberi di poter scegliere quando potranno scappare, rimanendo confinati in una situazione di depressione che costringe loro a far del male altre persone pur di sopravvivere… proprio come il regime nazista: continui a stare nel benessere economico, ma al primo semplice errore e alla prima forma di libertà, dovrai essere distrutto.

Tutto ciò ricalca una delle poetiche timiche di Schumacher, il quale ha basato la maggior parte della sua carriera nel raccontare persone che non sanno più che fare quando il mondo crolla loro addosso e sono continuamente messe alla prova. Nel caso però non riusciate a ritenere sufficienti le analogie, state sicuri che non vi annoierete, perché tutto il film è una continua corsa dall’inizio fino alla fine: è estremamente difficile trovare un momento di calma, perché l’ansia di essere catturati da uno dei vampiri più inquietanti degli ultimi anni è continua, attraverso scene paranormali o anche solo semplici squartamenti gestiti davvero molto bene, senza mai ricorrere a dei banali jumpscare.

Alcune cose potevano essere approfondite di più, ma nonostante ciò, “Blood Creek” è un horror sopra la media con degli elementi interessanti e scene da cardiopalma che sono davvero molto valide… e se avete voglia di passare una bella serata tra amici per vedere un film horror che è una continua lotta contro la morte senza pietà, allora questo potrebbe essere ciò che fa per voi. L’opera purtroppo non è mai giunta in Italia e si spera che qualche casa di distribuzione la riporti finalmente alla luce attraverso un’edizione in dvd e blu-ray con il doppiaggio.

Di Andrea Barone