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“Run”: correre mentre si è bloccati e con tanto cardiopalma

Nonostante la distribuzione internazionale di “Run”, nuovo thriller dell’apprezzato regista Aneesh Chaganty (che ha già diretto l’ opera di successo “Searching”), sia stata acquistata da Netflix, per nostra fortuna la Lucky Red in Italia è stata più veloce e per questo da questa settimana possiamo gustarci il film direttamente sul grande schermo.

Il film parla di Chloe, una ragazza paralizzata dalla vita in giù con problemi di asma e problemi al cuore, che viene curata dalla madre Diane. Dopo tanti anni, Chloe sta aspettando una lettera per il college, ma mentre aspetta scopre alcuni segni molto inquietanti legati a sua madre che le danno la sensazione che forse quest’ultima stia facendo qualcosa che possa farle molto male per motivi a lei ignoti.

Dal punto di vista registico, l’opera ha un’impostazione semplice ma efficace, dando la giusta idea di claustrofobia senza però mai realizzare qualcosa di particolarmente innovativo o distinguibile da altri film, ma ottenendo comunque un risultato soddisfacente che rende giustizia alle scene (specialmente quando vengono ripresi i volti dei personaggi). Stessa cosa per quanto riguarda la fotografia, che ha un’atmosfera grigia-invernale senza incredibili sfumature e tipica dei thriller di successo.

Kiera Allen, che interpreta Chloe, riesce a dare il giusto senso di innocenza adolescenziale al suo personaggio, facendo un ottimo lavoro soprattutto nei punti in cui il personaggio rimane sconvolta dai vari elementi enfatizzando il tutto con le sue gravi condizioni fisiche senza risultare mai troppo calcata (e qui si vede che ha studiato bene la difficoltà motoria di queste persone) e toccando molto quando da vita alla sua disperazione. Dall’altra parte Chloe Sherman, che interpreta Diane, è assolutamente perfetta nella sua dolcezza di madre, poiché sembra essere uscita da un filmino di famiglia in cui si vede un forte amore ed un realismo puro di vita quotidiana. Anche quando il personaggio diventa apparentemente più sinistro, l’attrice non punta su volti inquietanti e caratteristici di un villain, ma anzi, va soprattutto sulla preoccupazione materna e spesso persino diversi punti in cui ti aspetti una rabbia isterica vedi semplicemente un volto seccato come se tuo figlio avesse semplicemente portato un brutto voto a scuola.

La carta vincente di questo film è divisa in due punti: la determinazione della figlia ed il mistero forte della madre. Essendo paralitica e con problemi respiratori, il film calca molto sull’impossibilità dell’adolescente di riuscire a raggiungere determinati punti in poco tempo (da qui il titolo). Già i vari elementi verso cui lei va incontro sarebbero molto forti ed interessanti anche normalmente, ma questo handicap aumenta enormemente l’adrenalina nello spettatore ed evidenzia la forza nelle persone invalide senza che vada mai sull’esagerazione. Il mistero della madre invece crea una fortissima curiosità, cercando di capire dove l’opera voglia andare a parare nei risvolti di trama e dando sicuramente un’idea molto contorta della protezione materna fin troppo apprensiva.

“Run” è un thriller scritto con molta intelligenza, in cui i vari punti sono ben collegati tra di loro e non appaiono forzature che fanno sembrare il tutto assurdo, con dei colpi di scena che potrebbero apparire decisamente inquietanti. Non è una grande opera perché non ci sono delle cose particolarmente profonde a differenza di altri thriller di alto livello, ma fa capire di certo che Aneesh Chaganty sa scrivere e mettere in scena qualcosa che tenga incollato lo spettatore per molto tempo con l’ansia che sale sempre di più… ed ottenere tutto questo mantenendo una giusta coerenza nella sceneggiatura è qualcosa di non semplice e che merita di essere gustato sul grande schermo.