I cavalieri del Nord-Ovest

Articolo pubblicato il 5 Agosto 2023 da Giovanni Urgnani

Secondo appuntamento settimanale con la trilogia dedicata alla cavalleria americana diretta da John Ford. La pellicola è stata distribuita nelle sale statunitensi nel 1949 col titolo originale “She wore a yellow ribbon”, ed è liberamente ispirato dal racconto di James Warner Bellah: Big Hunt, mentre la fotografia di Winston C. Hoch ha vinto il premio Oscar.

 

 

25 giugno 1876, le truppe del generale Custer sono state annientate dalle tribù di Toro Seduto e Cavallo Pazzo nella battaglia di Little Bighorn, la situazione ormai è definitivamente compromessa e i vari clan pellerossa si stanno riunendo per sferrare l’offensiva. L’evento realmente accaduto contestualizza le vicende del capitano Nathan Brittles e della sua cavalleria, appostata nel forte Starke nel Nord-Ovest. Nathan si trova in un punto di svolta della sua esistenza infatti tra pochi giorni si congederà per la pensione, chiunque sarebbe felice di ritirarsi a riposare dopo un lungo periodo di lavoro ma l’esercito è una categoria a sé avulsa da tutto il resto soprattutto per Nathan che è rimasto vedovo senza aver avuto la possibilità di diventare padre, ciò ha consolidato il suo rapporto con il resto dei soldati e della comunità del forte, una famiglia a tutti gli effetti uniti da gioie e avversità condivise. I giorni scanditi sul calendario pesano come macigni, il momento dell’addio che si sta sempre più avvicinando accentua la malinconia di un addio a dei ragazzi diventati veri e propri figli.

Prima di lasciare però deve portare a termine un’ultima missione, un clima di tensione così forte l’ordine è di evacuare le donne per accompagnarle alla stazione della diligenza. Una missione già difficile di per sé, resa ancora più pesante dal fatto che sia proprio l’ultima, il possibile fallimento rischierebbe di macchiare indelebilmente il suo stato di servizio, l’ultima missione è sempre quella in cui si verrà ricordati nel bene o nel male. La messa in scena, la regia e il montaggio contribuiscono a mantenere un alto livello di tensione, percepiamo il pericolo in cui la carovana si sta trovando in quel momento, ogni angolo nasconde una potenziale insidia, le sequenze d’ inseguimento e di galoppo sono dirette con la solita maestria tipica dell’autore realizzate attraverso il suo celebre marchio di fabbrica! A dir poco superba la sequenza finale, risolutiva per evitare uno scontro ormai alle porte, un sabotaggio messo a punto senza sparare alcun colpo o senza che venga sparsa anche una sola goccia di sangue perché un’azione violenta non può essere scongiurata dallo stesso gesto. Non ne viene meno comunque la spettacolarità, tutt’altro! Si rimane ammaliati difronte ad una serie di immagini capaci di togliere il fiato raggiungendo il culmine della meraviglia.

 

 

Tutto ciò è preceduto da una scena altrettanto importante, un dialogo intenso tra Nathan e l’ormai ex capo nativo Pelle di volpe. I due sono vecchi amici, condividono la stessa situazione e non vogliono lo scontro tra le due fazioni, le speranze però sembrano esaurite per sempre, quindi che fare? Potrebbero ritirarsi, godere del meritato riposo e voltare pagina. No, Nathan non può lasciare che i suoi figli vadano incontro a morte certa, non può permettersi di lasciare loro in eredità un mondo in conflitto, i genitori devono lasciare il mondo a chi verrà dopo di loro meglio di come l’hanno trovato. Infine, trovano il loro spazio anche la leggerezza, non mancano infatti scene spensierate e molto divertenti, e l’amore. Olivia (Joanne Dru) è al centro di un triangolo amoroso in cui sono coinvolti non solo due commilitoni ma soprattutto due grandi amici, lei il “nastro giallo” però lo ha indossato…a chi aprirà il suo cuore?