Articolo pubblicato il 13 Aprile 2022 da wp_13928789
Fede Álvarez, nel 2016, diresse il film “Man In The Dark”, raccontandoci di un “home invasion” convincente e diversa dal solito.
È davvero così facile entrare nella casa di un non vedente, rubargli l’eredità, e uscirne indenni?
Da un’idea semplice, il risultato non fu nient’altro che realmente efficace.

Ti ritrovavi catapultato in un buio dove solo il nostro anziano protagonista, reduce dal Vietnam, si trovasse a suo agio, mentre gli sfortunati ragazzi, portando avanti il colpo per fuggire da un’esistenza misera, cercassero in ogni modo di salvarsi la vita, in una spirale ansiogena, e con scelte non banali in scrittura.
Il finale, con la sola ragazza superstite, e il vecchio sopravvissuto, non lasciava trasparire il bisogno di un seguito, o perlomeno, se proprio avesse dovuto esistere, ci saremmo aspettati la vendetta del nostro Norman, contro la giovane scappata con la refurtiva.
Niente di tutto ciò.
Rodo Sayagues, che si era occupato della sceneggiatura del primo capitolo, decide di passare dietro la macchina da presa per portare avanti una trama che, piaccia o no, non avrebbe avuto bisogno di alcun proseguimento.

Ciò che resta di “Man in The Dark – L’uomo nel buio”, uscito nel Novembre del 2021, è la sensazione di spaesamento, di noia, di assurdità, e di scarso interesse, verso un film mal girato, mal gestito, per niente ansiogeno o spaventoso, ma soprattutto brutto.
Seppur si cerchi di non replicare al cento per cento la trama del capostipite, qua l’esagerazione prende il sopravvento, come se “Io vi troverò” abbracciasse l’ultimo “Rambo”, e cercasse di accontentare il pubblico con storie di sequestri di figlie, padri che si vendicano, e trapianti di organi da fermare in tempo.
Era necessario?
No di certo.
Aggiungiamo che l’azione sia caotica e confusionaria, che la buia fotografia non incida sull’impatto visivo, ma anzi, destabilizzi, e concludiamo con il desiderio di rendere il protagonista un super eroe, moderno “Daredevil” da vecchio, che vorrebbe intenerirci pure con una redenzione finale talmente fuori luogo e non credibile da far venire il nervoso.
Nella storia del cinema si sa, i seguiti non necessari per sfruttare la scia di un film di successo, sono sempre esistiti.
Non critico il voler provarci anche con “L’uomo nel buio”, ho da ridire sulla riuscita del prodotto.
Stavolta non si salva niente, omettendo pure il divertimento che uno avrebbe potuto provare.
Una brutta copia del molto valido capitolo originale, poco coerente, decisamente mal scritta, e noiosa fino alla sfinimento.
Sembrerebbe, e menomale, che per causa di forza maggiore ( e chi ha visto il film sa ) un terzo capitolo non potrà mai veder la luce.
P.S. Ma non potevano inventarsi una storia simile, staccandosi dall’idea che fosse per forza un seguito del film del 2016?
Paolo Innocenti
3/10