Articolo pubblicato il 13 Aprile 2022 da wp_13928789
La Disney ha sfornato il suo 60° classico d’animazione che adesso possiamo vedere sul grande schermo: “Encanto”, nuova opera diretta da Byron Howard e Jared Bush, il quali avevano conquistato pubblico e critica con il meraviglioso “Zootropolis”. La trama racconta della famiglia Madriga che, dopo essere scappata dalle proprie cause per via di invasori, ha ricevuto un miracolo rappresentato da una candela sempre attiva. Questo miracolo non solo ha permesso la creazione di un posto che accolga tutti gli abitanti fuggiti, ma ha anche donato ai membri della famiglia dei grandi poteri proseguiti di generazione in generazione e che permettono il sostentamento del posto. Solo Mirabel, ormai divenuta un’adolescente, è l’unica a non aver ricevuto alcun potere e questo è molto pesante per lei, anche se ci saranno altre cose di cui preoccuparsi perché la candela del miracolo sta per spegnersi…
Dal punto di vista dell’animazione è proprio inutile sottolineare che ancora una volta nella casa del topo è stato fatto un lavoro eccellente (anche se c’è sempre l’eccezione che conferma la regola nei grandi studios, vero Studio Ghibli?): colori splendenti che variano da una sequenza all’altra, dando sensazioni paradisiache, mentre la regia del duo si sposa con ogni singola matita digitale utilizzando numerose carrellate e piani sequenza che forniscono al film un ritmo gigantesco e sempre calzante. E con questo vengono incontro le musiche di Lin Manuel Miranda, le quali danno all’opera una potente energia, sottolineando anche i più piccoli dettagli dei personaggi attraverso dei tempi comici pazzeschi messi in momenti dei brani davvero inaspettati, ma senza mai che questi invadano l’opera quando le musiche vogliono puntare su qualcosa di molto più drammatico. Il doppiaggio italiano ancora una volta dimostra che c’è un’ottima cura nei dettagli ed anzi, non ci sono nemmeno voci dei talent che danno fastidio.

Se dal punto di vista visivo “Encanto” è scontatamente eccellente, l’opera vuole andare su una maturità di fondo davvero molto forte, perché in un tempo in cui si sta cercando di dare spazio agli emarginati, il duo Howard e Bush coglie la palla al balzo dopo la forte politica trattata in “Zootropolis”, ma stavolta sceglie un’emarginazione interna, ovvero quella familiare. La figura del supereroe è di base una fonte di ispirazione per impegnarsi a fare ciò che è giusto entrando nel cuore dell’uomo, ma quest’ultima purtroppo viene vista in superficie anche come un modo per apparire semplicemente straordinario rispetto agli altri… e cosa succederebbe se un disagio adolescenziale venisse trattato attraverso un film? Questa è la domanda che si fanno i due registi, perché Mirabel è esattamente la rappresentazione di chi non ha un proprio posto nel mondo e si sente completamente a disagio perché non ha alcuna caratteristica che la fa apparire in superficie con qualcosa di straordinario rispetto agli altri (è un caso infatti che anche dal punto di vista fisico venga rappresentata in maniera “normale” per la bellezza odierna e che porti gli occhiali?)
Questo tipo di disagio familiare la porta anche ad una sorta di insicurezza che le fa avere paura di quello che può fare in futuro: come può una persona come lei aiutare la famiglia e la comunità quando non produce nulla che rientra nei canoni da cui ci si aspetta? Nel nostro mondo quante volte ci si sente male quando si vuole prendere una strada completamente diversa come per esempio la disegnatrice, quando tutti pensano che il prestigio per la famiglia sia diventare medici? L’opera tuttavia non va in maniera scontata attraverso impostazioni già trattate come per esempio la base esplosa di nuovo negli anni a venire con il padre freddo ed assente di “L’Attimo Fuggente”, ma mostra spesso una famiglia amorevole che tuttavia non ha idea di come gestire una ragazza come Mirabel… ed i disagi non mancano anche negli stessi personaggi con i poteri, perché l’opera mostra anche che invece anche le persone che appaiono perfette hanno in realtà il loro peso difficile da affrontare perché la famiglia si aspetta da loro sempre protezione e perfezione… ed anche questi due ultimi elementi seguono dei paletti che i ragazzi devono rispettare e che invece porta al sopprimersi.

La diversità affrontata nel film va su varie ramificazioni che criticano enormemente il pregiudizio familiare, puntando anche su familiari che se ne vanno via perché mal visti a prescindere e che inutilmente crea delle divisioni quando in realtà non ce ne era bisogno. Ed ancora una volta la creatività di Howard e Bush esorta all’apertura mentale e soprattutto all’apertura della comunicazione, esortando figli, genitori e fratelli ad ascoltarsi a vicenda, in modo che tutti i loro disagi vengano finalmente messi alla luce, perché è inutile puntare in grande ed aiutare la comunità se prima non vengono tappate le crepe dei propri animi. Dove gli autori avevano prima trattato i disagi sociali, adesso ci dicono di trattare anche i disagi familiari, in modo che se riusciamo a comprendere almeno le persone che amiamo, almeno potremo aprire un occhio in più verso il futuro che ci viene incontro… perché agli elementi esterni il duo comunque non rinuncia, dato che in alcune sequenze ci sono brevi ma intensi momenti che parlano dell’immigrazione e delle cause di quest’ultima attraverso punti sottili ma molto chiari.
“Encanto” è un’opera estremamente sensibile, importante a 360° gradi soprattutto per i bambini che si sentono soli, per i ragazzi che si sentono emarginati e per gli adulti che devono ascoltarli. Un’opera adatta a tutto il pubblico, perché se volete divertirvi attraverso canzoni, gag intelligenti e ritmi scoppiettanti, sicuramente vi intratterrete alla grande con un’opera che fa per voi…. ma uscirete dalla sala anche sapendo di aver appreso qualcosa di importante, o per lo meno, di aver visto un’opera che ha riconfermato quest’ultima cosa attraverso una potenza che non è solo visivamente potente, ma sviscera bene i disagi dei sentimenti umani e che rendono tutto il film uno dei lavori più intelligenti e maturi che la Disney abbia mai sfornato.
Voto: 9
Andrea Barone
Andrea Boggione: 7 |
Christian D’Avanzo: 7 |
Paolo Innocenti: 7 |
Carlo Iarossi: |
Paola Perri: 7 |
Giovanni Urgnani: |