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“Hawkeye”: l’accoppiata Clint Barton/Kate Bishop intenerisce e convince

Diciamo subito che per chi scrive, “Hawkeye”, dal trailer e sulla carta aveva ben poco da aggiungere all’arco narrativo del personaggio, era sembrata più una serie action e basta. Eppure eccoci qua, a ricredermi per il grande impatto positivo che ha avuto ai miei occhi. La distribuzione è partita a novembre, in modo tale da concludere il 22 dicembre, una settimana dopo l’uscita di “Spiderman – No Way Home” (link recensione). Farò qualche SPOILER, quindi se non l’avete ancora vista e non volete sapere troppo fate le vostre scelte, così come Natasha fece la sua in virtù di un bene più grande!

Sei episodi, sei giorni al Natale. La narrazione viene così spalmata, raccontandoci di come Occhio di Falco\Clint Burton (Jeremy Renner), passi dalla tranquillità familiare ad una nuova spasmodica avventura, dal musical degli Avengers alle ombre del suo passato che si rifanno avanti prepotentemente costringendolo a fare i conti con la figura di Ronin, l’identità segreta assunta durante il blip. In procinto di passare il Natale con la sua famiglia, Clint si trova costretto a far visita ad una persona in particolare: Kate Bishop (Hailee Steinfeld). Ragazza che perse il padre durante l’attacco alieno del primo Avengers, venne salvata proprio da Occhio di Falco che le ispirò valori eroici che, oggi, è finalmente pronta a sposare una volta maturata. Quando i due vengono a contatto, diventano inseparabili, si crea un rapporto bellissimo quasi fraterno a tratti, ed è questo il punto forte della serie, perché attraverso i dialoghi (didascalici per carità, ma chi non si aspetta il didascalismo in questi prodotti?) ci raccontano frammenti della loro anima, individuale e non (anche in relazione ad altre persone, quali la madre di Kate e Natasha per Clint). Cosa li unirà? Tutto parte proprio dal costume di Ronin, in vendita ad un’asta dove la nostra Kate si imbuca per un’incontrollata determinazione, tanto da arrivare a rubare il costume e a far credere ai cattivi che il temibile vendicatore è tornato in circolazione. Da qui parte tutto. Clint deve chiudere i conti col passato, a ogni costo, e vuole farlo in tempo per poter svegliarsi il 25 dicembre con la sua famiglia.

Dopo svariate storie sparse per l’universo (magari anche in diversi universi), finalmente si torna a respirare un po’ di aria urbana tra i sobborghi di una New York immersa nel clima natalizio. La colonna sonora e le scenografie prettamente di Natale più volte vengono intrecciate con i movimenti dei personaggi, si pensi alla scena in piano sequenza dove Clint è in auto e scappando, non sentendoci nemmeno, lascia una canzone natalizia in radio restando così sullo sfondo per tutta la scena action; oppure ancora sappiamo tutti che fine ha fatto il povero albero formato gigante verso la fine dell’ultimo episodio. Ma non sono le uniche volte in cui c’è questo intreccio vincente. In più le festività si respirano sia perché mancano 6 giorni a Natale nella serie, come si diceva prima, sia perché c’è un utilizzo ricorrente di colori sgargianti quali il viola (colore della tuta dei partner), il blu, il rosso ed il verde.

Restando sui pregi, in particolare l’action è girato nel modo più “ganzo” possibile, tra il piano sequenza citato in precedenza e la rincorsa di Yelena e Kate nell’episodio finale, coreografie stavolta convincenti a differenza di “Loki” e frecce truccate che aumentano l’epicità del tutto con l’aiuto di tecnologie incontrate fino ad adesso nel MCU, ossia quelle di Pym e di Stark. Villain che, giustificati sta volta dal tono leggero che la serie prende, hanno il ruolo da comic relief chiamandosi “Bro” tra di loro e mostrandosi più volte goffi sia in azione che a parole (si pensi al dialogo tra Kate ed uno di loro alle prese con problemi di cuore ed Imagine Dragons). Viene da sé, quindi, il perdonare ancora alla Marvel la carenza di villain che poi risultano macchiette. Anche perché in questa specifica occasione, abbiamo una caratterizzazione interessante di un personaggio\villain: Echo, abile guerriera sordomuta che odia Ronin e che nasconde una tragica storia che la rende una criminale involontaria. I nostri protagonisti verranno braccati da lei e dai mafiosi in tuta con il forte accento da Est-Europa. Questo perché Maya Lopez\Echo incolpa proprio Ronin della morte del padre e cerca in tutti i modi di scoprire l’identità del vendicatore killer riemerso dalle ombre, trovandosi sulla strada Clint e Kate. Prenderà piede una strada diversa negli ultimi due episodi quando ci sarà il confronto tra Maya e Clint, fondamentale per lei tanto da farle comprendere il vero assassino di suo padre: Kingpin (suo zio). Interessante vederla mettersi contro la sua famiglia, contro chi, come evidenziano i dialoghi, non ha altra scelta che vivere questo tipo di vita perché non si possiede altro (il capogruppo dei mafiosi conosciuto come Kazimierczak/Clown e lei, hanno un rapporto più intimo e duraturo ripreso abilmente nell’episodio finale). Interessante però è anche la somiglianza che c’è tra lei e Clint. Lei è sordomuta, Clint non ci sente più bene dopo tutte le esplosioni e i combattimenti a cui ha preso parte, e se ha ancora un udito funzionante lo deve ad un aggeggino che porta nell’orecchio. Eppure Echo\Maya gli farà vivere un giorno senza la possibilità di sentire, così come lei ha sempre vissuto. Inoltre quando i due si rincontrano in cui lei pensa che Clint sia Ronin, parlano con la lingua dei segni (cosa che fa solo Kazimierczak e a tratti Kingpin) e le fa arrivare il messaggio secondo cui combattere per vendetta non fa sentire meglio, ti logora dentro. Lo sa bene Ronin che ha passato 5 anni ad uccidere sperando di ottenere chissà cosa, e invece non era così. Tra l’altro a proposito di inclusività, fa piacere che la Disney abbia introdotto questo personaggio scegliendo un’attrice realmente sordomuta e con una protesi: Alaqua Cox.

Due parole sul tanto criticato Kingpin. Una buona introduzione di quello che sembrerebbe un personaggio con i poteri e quindi diverso dallo stesso interpretato da Vincent D’Onofrio in Daredevil. Si è mantenuto l’attore, ma il personaggio al momento non dà segni di canonicità ufficiale, se non i due gemelli che indossa, simbolo di suo padre come ci racconta nella serie sul Diavolo di Hell’s Kitchen. Probabilmente si poteva evitare di farlo entrare in scena una seconda volta, facendolo scontrare con Kate, una ragazzina che riesce anche a metterlo al tappeto con l’aiuto delle frecce truccate. Nonostante una messa in scena in quella parte, forse rivedibile in qualche frangente, bisogna ammettere che l’impatto del personaggio è buono, ancora una volta grazie a dei dialoghi scritti a pennello: “La gente deve ricordarsi che questa città appartiene a me”. In modo analogo a quello di Doctor Strange in “No Way Home”, anche Kingpin a causa dello scontro finale potrebbe uscirne depotenziato agli occhi dei fan, ma confidiamo nei mezzi della Marvel per ridare una grande credibilità ad entrambi in futuro (Strange sarà nelle mani di Raimi, fidiamoci). Inoltre è da sottolineare il genio produttivo di Kevin Feige nel rivelare l’apparizione di Kingpin nella serie, attraverso un colpo di scena, durante lo stesso giorno d’uscita di “Spider-Man: No Way Home”, pellicola dove compare proprio il suo avversario Matt Murdock per la prima volta nel MCU.

Prima è stata citata Yelena Belova, sorellastra di Natasha Romanov e pronta a fare fuori Clint perché convinta che è lui responsabile della morte della Vedova Nera. ci era già stata anticipata dal film “Black Widow” e dalla campagna marketing della serie, a differenza di Kingpin che invece è stato ben nascosto. Le Florence Pugh mantiene l’ironia vista nel film e risulta ancora una volta un personaggio affascinante anche grazie al volto dell’attrice che la interpreta, ma la sua credibilità come nemica cade in partenza e risulta chiaro senza il minimo dubbio che la situazione verrà presto chiarita. Era già evidente dalla scena post credit del film, non appena comprendiamo l’intenzionalità di uccidere Clint per vendicarsi, sapevamo benissimo ci sarebbe stato il seguente schema tra i due: scontro, tensione, poi tenerezza, poi di nuovo tensione e scontro, infine tenerezza e redenzione insieme. La morte che consegue il sacrificio di Natasha è stata una scelta più grande dei singoli individui, è stata in virtù di un bene infinitamente più grande. Ciò nonostante sia Clint che Yelena sono ancora allo sbando per la loro perdita, e nella serie viene ancora una volta messo in scena il tutto in maniera convincente tra azioni e dialoghi di buonissima fattura, specie l’ultimo incontro sul ghiaccio.

Più volte si è parlato bene di questi dialoghi perché sono effettivamente il fulcro per l’introspezione dei personaggi. Pur risultando, come gli altri prodotti seriali Marvel, un film allungato, sta volta rispetto le altre (eccetto “Wandavision” che resta un piccolo gioiello superiore per distacco a tutte) il ritmo viene incalzato bene grazie alla rotazione nei vari episodi del racconto individuale dei diversi personaggi (ad esempio il quinto è incentrato su Yelena, il terzo su Echo) e i dialoghi sono importantissimi per questa ragione. Clint e Kate più volte hanno alti e bassi nel loro rapporto, ma non mancano mai momenti in cui si fanno complimenti o si rendono consapevoli dell’importanza che hanno avuto nella vita l’uno dell’altro. D’altronde Clint è l’eroe che non solo ha salvato Kate dai Chitauri, ma l’ha ispirata ad essere una persona migliore pur non avendo i superpoteri. Arco e frecce sono il filo conduttore che unisce l’umanità terrena dei due. Non a caso Kate alla fine della serie maturerà a tal punto da mettere il bene comune e la giustizia ancor prima di lei e dei suoi cari. La madre Eleanor, interpretata da Vera Farmiga, viene fatta arrestare proprio dalla figlia Kate per aver commesso un omicidio, ed è scena emblematica in tal senso. I personaggi di contorno sono di assoluta compagnia e leggerezza, tra i poliziotti che si trasformano in giustizieri dagli strambi costumi per ottenere credibilità agli occhi della gente, e Jack, fenomenale spadaccino che non si tira indietro quando c’è bisogno di un aiuto nonostante la partenza con il piede sbagliato, sia per noi spettatori che per Kate, e invece poi è proprio Eleanor a dimostrarsi quella dagli oscuri segreti (e non il suo fidanzato Jack, come la serie voleva farci credere inizialmente). Semplicemente adorabile Pizzadog\Lucky.

In conclusione, “Hawkeye” si posiziona al secondo posto tra le serie Marvel per la sua semplicità che risulta efficace, per i suoi personaggi bilanciati e per l’ottima relazione interposta tra i due protagonisti. Il tutto condito da una regia davvero in palla e volta al divertimento, così come la colonna sonora tra il natalizio ed il pop. Un plauso particolare va ancora una volta alla genialità produttiva, siccome Yelena e Kate Bishop raccolgono l’eredità di due Avengers storici quali Vedova Nera ed Occhio di Falco, ecco che nella serie questo scettro viene passato e le due lasciano presagire un rapporto di grande amicizia nato prima da un combattimento sul tetto, poi la quiete dopo la tempesta rappresentata dalla pasta al formaggio e infine un calcio nello stomaco ed un colpo alla mano sanciranno la stima reciproca tra le due che non si esentano dal farsi complimenti. Inoltre è anche un tenero addio all’Occhio di Falco di Jeremy Renner, oramai stanco e pieno di cicatrici anche nell’animo, come dimostra nel primo episodio quando sta assistendo al Musical degli Avengers, o in particolare di Rogers (titolo ufficiale), in compagnia dei suoi figli e nota l’attrice che interpreta Natasha, estraniandosi completamente dal contesto in cui si trova. In futuro potrebbe fungere semplicemente da mentore più che da personaggio ancora in azione attivamente. E va benissimo così.

Ora anche il Marvel Cinematic Universe, tra bei dialoghi con buoni personaggi, bell’action e simpatici Easter Egg che rimandano ad altri prodotti (il musical ripreso anche in “No Way Home”), ha il suo classico di Natale!

– Christian D’Avanzo

Voto: 7,5\10

Andrea Barone: 8
Andrea Boggione: 8
Carlo Iarossi:
Paolo Innocenti: 7
Paola Perri: 7,5
Giovanni Urgnani:
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
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