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“Uncharted”: puro intrattenimento usa e getta

L’adattamento cinematografico, o trasposizione cinematografica, è quel procedimento che consiste nel dare vita ad un film o una serie tv basandosi su un’opera esistente e nata con un diverso mezzo di comunicazione: libro, romanzo, opera teatrale, fumetti, ecc. Non mancano naturalmente anche i rifacimenti per il grande schermo di noti videogiochi, basti pensare ai vari “Tomb Raider”, “Hitman”, “Mortal Kombat”, “Need for Speed”, “Prince of Persia” oppure “Assassin’s Creed”, ma la lista è ben più lunga. Insomma si tratta di un operazione che, soprattutto negli ultimi anni, va molto di moda e di conseguenza la Sony, in collaborazione con la Naughty Dog, ha deciso di produrre la trasposizione della nota saga videoludica “Uncharted”: una serie di videogiochi action-adventure, sviluppati dalla Naughty Dog e pubblicati dalla stessa Sony Computer Entertainment, che attualmente conta quattro capitoli principali (“Uncharted: Drake’s Fortune”, “Uncharted 2: Il Covo dei Ladri”, “Uncharted 3: L’Inganno di Drake” e “Uncharted 4: Fine di un Ladro”) e due spin-off (“Uncharted: L’Abisso d’Oro” e “Uncharted: L’Eredità Perduta”). Ogni singolo videogioco facente parte di questa serie racconta un’avventura, principalmente legata alla storia del protagonista Nathan Drake, un personaggio che ricorda molto Indiana Jones o quantomeno una serie di errori pulp di romanzi e film. Il risultato? Un enorme successo tra gli appassionati e i videogiocatori più assidui.

Tom Holland and Sophia Taylor Ali star in Columbia Pictures UNCHARTED. photo by: Clay Enos

“Di tutto quello che c’è qui perché la mappa?” – “Perché è il più grande tesoro non ancora trovato” – “5 miliardi almeno” – “Ma è soltanto una storia” – “Io non credo.”

Dialogo tra Sully e Nathan (Mark Wahlberg e Tom Holland)

Nel 2008 la Sony decide quindi di cominciare a svilupparne un adattamento cinematografico, confermato poi l’anno seguente. Inizialmente il film fu affidato a David O. Russell, in seguito il progetto passò nelle mani di Neil Burgen, poi venne annunciato Seth Gordon a cui seguì Joe Carnahan, poi Shawn Levy ed infine Travis Knight. Una sfilza enorme di registi e sceneggiatori che per un motivo o per altro hanno poi abbandonato un progetto che sembrava fino a qualche anno fa un’utopia. Alla fine però nel Gennaio 2020, dopo l’ennesimo rinvio, viene assunto Ruben Fleischer per dirigere il film, mentre la sceneggiatura ottiene l’ennesima rielaborazione. Finalmente il progetto parte definitivamente e dal 17 Febbraio 2022, dopo una serie di posticipazioni dovute alla pandemia di Covid-19, arriva nelle sale italiane. Il prodotto finale è però un qualcosa che fa storcere il naso, soprattutto i fan del videogioco. Questo adattamento prende si spunto dalla saga videoludica, ma ne realizza una sorta di sequel portando sul grande schermo delle versioni più giovanili dei personaggi. Il protagonista Nathan Drake, interpretato da Tom Holland,senza ombra di dubbio l’attore del momento vista la sua crescente carriera cinematografica grazie al ruolo di Peter Parker/Spider-Man, è un giovane barista che però durante il servizio deruba e borseggia i clienti più ricchi. Per questa sua abilità viene coinvolto da Victor Sullivan (Mark Wahlberg) che sta preparando l’ennesimo furto presso una casa d’asta per impossessarsi di una croce d’oro appartenuta all’equipaggio di Ferdinando Magellano. Sully riesce a convincere il giovane Nathan poiché tempo prima stava lavorando allo stesso colpo con suo fratello Sam, scomparso da tempo ma che Nathan spera ancora di poter riabbracciare e rivedere. Quindi una storia che si discosta parecchio dal prodotto originale, ma che allo stesso tempo prova a dare vita a qualcosa di interessante. Il problema più grande però è il ritmo: la prima parte di questa avventura, che ricopre più o meno la prima ora del film, è decisamente troppo lenta con  passaggi che si sarebbero potuti risolvere in molto meno tempo. In più vengono inseriti personaggi conosciuti e molti altri nuovi di zecca, una soluzione altrettanto interessante se non fosse che sul grande schermo risultano sfortunatamente piatti e senza un solido background, elemento necessario per cercare una certa empatia con lo spettatore. I due protagonisti Nathan Drake e Victor Sullivan sono gli unici creati con un minimo di caratterizzazione e i due attori Tom Holland e Mark Wahlberg dimostrano l’affiatamento della coppia regalando al pubblico alcuni momenti e siparietti molto godibili, ma anche loro si avvicinano ben poco ai personaggi della serie di videogiochi. In particolare modo Holland che dimostra fin troppo attaccamento al suo Peter Parker perché qui del Nathan amato soprattutto dai fan della serie c’è poco e niente. Per non parlare poi degli antagonisti: grandi stereotipi e poca sostanza. Quello che ha di buono il film è legato in generale all’intrattenimento, tra una citazione e l’altra non solo al prodotto originale, ma anche a film come “I Goonies”, “Il Mistero dei Templari”, o tanti altri film d’avventura, rende “Uncharted” un storia che mira in tutto e per tutto a quel cinema per ragazzi per il semplice motivo di attirare ancor più pubblico, soprattutto quello molto giovane e che probabilmente vive di più in questo momento la sala cinematografica. Non c’è però quell’adrenalina, quell’azione, gli enigmi, l’avventura che solo i videogiochi, in particolare modo il secondo ed il quarto capitolo, sono stati capaci di portare in scena sulle console Play Station. Manca quello spirito capace di dar vita ad un fandome e porta difficilmente il suo pubblico a voler riscoprire una saga videoludica che, anche se già ben conosciuta e popolare, può rivelarsi un tesoro se riscoperta anche a distanza di anni.

“Tuo fratello pensava ci fosse un pezzo finale” – “Conosci mio fratello Sam?”

Dialogo tra Sully e Nathan (Mark Wahlberg e Tom Holland)

Insomma “Uncharted” è una trasposizione, un adattamento per il grande schermo, che si rivela essere puro intrattenimento usa e getta. Il film, nonostante le sue due ore di durata, difficilmente lascia nel pubblico un ricordo di un prodotto che pone la sua attenzione sul riproporre una soluzione per nulla originale e che, soprattutto, si avvicina poco alla nota saga cult videoludica. Un gran peccato viste le premesse e le potenzialità. Rimane però la curiosità per la possibile uscita di un sequel e, perché no, di un piccolo franchise, magari lavorando sui difetti evidenti di questo primo capitolo, provando ad avvicinarsi di più al prodotto originale da cui è tratta l’ispirazione. 

Voto: 6/10

– Andrea Boggione 

Andrea Barone:
Christian D’Avanzo:
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Paolo Innocenti: 4
Paola Perri: 7
Giovanni Urgnani:
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