La signora di Shanghai: “I pescecani sono affamati del proprio sangue”

La recensione di La signora di Shanghai, con Rita Hayworth

Articolo pubblicato il 25 Luglio 2023 da Giovanni Urgnani

Distribuito nelle sale americane il 14 aprile 1948 e in quelle italiane il 12 ottobre dello stesso anno, è tratto dal romanzo If Die Before I Wake di Sherwood King. Co-prodotto, scritto, diretto ed interpretato da Orson Welles mentre il resto del cast è composto da Rita Hayworth, Everett Sloane e Glenn Anders.

 

 

Come reagiremmo davanti ad una situazione palesemente pericolosa e piena di trappole? La risposta viene da sé, ci allontaneremmo senza riserva dalla situazione e riprenderemmo la nostra vita di tutti i giorni. Allora cosa spinge Michael O’Hara, marinaio irlandese, ad addentrarsi in una circostanza evidentemente rischiosa e sospetta? L’illusione e il desiderio, illusione di poter controllare gli eventi avvenire, riuscire nell’impresa di ottenere ciò che fino al giorno prima era confinato nei sogni più reconditi. L’incontro apparentemente casuale con una donna stupenda e facoltosa accende la fiamma del desiderio, paradossalmente lo stesso Michael, venuto a sapere che Elsa fosse già sposata, è ancora più attratto di prima, nonostante cerchi di mostrare una decisa resistenza, soprattutto per convincere sé stesso. La sua voce narrante che periodicamente ci accompagna nel racconto condanna la propria condotta senza alcuna pietà, incredulo di come possa essere riuscito a cadere in un tranello simile, infatti, dal punto di vista di un osservatore appare tutto più lucido e razionale, poiché permette di visualizzare e analizzare per intero il contesto in questione. Chi orchestra e tira le fila sa benissimo quale sia la preda da attirare nella propria trappola, studia nel dettaglio i punti deboli su cui fare leva e sceglie accuratamente i luoghi e gli scenari in cui il disegno si deve compiere. I luoghi esotici e il viaggio in yacht diventano un’arma al fine di destabilizzare ancora di più il malcapitato, il sole e la temperatura elevata permettono di mostrare il proprio corpo, trasformandolo in arma di seduzione, un magnete poderoso per cui qualsiasi opposizione si sgretola.

L’acqua e i pesci diventano simbolo di coloro che occupano la cima della piramide sociale. L’ alta borghesia viene descritta dallo stesso Michael come un branco di “pescecani affamati dal loro sangue”, individui mai sazi di quello che hanno, accecati dalla cupidigia e dall’ossessione di avere di più oltre a ciò che già possiedono, senza la minima intenzione di dividerlo coi loro pari, servendosi della classe meno abbiente come meri ingranaggi di una macchina progettata al solo scopo di soddisfare il proprio benessere. A tal proposito va assolutamente citata la sequenza dell’incontro all’acquario di San Francisco tra Michael ed Elsa, nel momento esatto in cui lei si sta avvicinando, dietro al nostro marinaio protagonista possiamo notare un polpo che nuota nella sua teca, dall’alto verso il basso, da autentico predatore in piena caccia.

 

 

Altrettanto potente è la sequenza di dialogo tra Mr e Mrs Bannister seduti nell’atrio del tribunale, i due mentre parlano tra loro stanno fumando una sigaretta, l’inquadratura fissa mette in luce alle loro spalle la scritta: “No Smoking”. Una scena che può sembrare normale ma il significato è importantissimo, Mr Bannister è il più grande avvocato penalista della città, così ha costruito la sua fortuna; perciò, è il primo a sentirsi legittimato nel non rispettare le regole che egli stesso si impegna a difendere, nessuno infatti osa contestare il suo comportamento. La pellicola si conclude con la sequenza iconica nella sala degli specchi, le sagome multiple dei due coniugi rappresentano appieno la loro condizione. Abituati a vivere nella falsità, nel doppio gioco e nell’inganno tanto da non riuscire più a distinguere la loro vera immagine, non sono riconoscibili nemmeno a loro stessi, finendo inesorabilmente a cannibalizzarsi, sfidandosi ad un duello in cui nessuno può risultare vincitore.