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Box Office 04-10/04/2022: Sonic corre più veloce di tutti

Nell’ennesimo weekend piuttosto fiacco per il nostro box office, “Sonic”, il secondo film tratto dalla celebre saga videoludica, conquista la vetta della classifica piuttosto agevolmente pur realizzando un risultato complessivo non esaltante che tuttavia gli è sufficiente per poter ambire ad ottenere un totale a fine corsa superiore rispetto a quello del primo capitolo. Molto più luminosi sono gli esiti della pellicola nel resto del mondo da un punto di vista commerciale; il film ha infatti esordito con 140 milioni complessivi, di cui ben 71 ottenuti nel mercato statunitense facendo dunque di “Sonic” il primo film (tolto solo Fast and Forious) in grado di aprire domestic a delle cifre che sembrano ormai riservate solo ai film di supereroi o a quelli tratti da lunghe saghe di successo.

Presto per dire se questo possa indicare una nuova tendenza in relazione ai gusti del tanto ambito dalle major pubblico generalista, ma senza ombra di dubbio la Paramount sta compiendo una interessante operazione di costruzione di universo condiviso partendo da un medium diverso rispetto all’ormai abusato fumetto, sarà stimolante osservare come questo progetto continuerà a essere condotto e se altre case di produzione decideranno di investire sulla messa in sviluppo di film tratti da IP di questo tipo.

Partiamo ora con i dati settimanali:

(Fonte Dati Cinetel)

Un weekend piuttosto esangue quello appena trascorso, con “Morbius” incapace, come d’altronde gli è accaduto ovunque, di avere un secondo weekend con cali accettabili, tuttavia il budget non elevato per il genere di film (rientrante in una evidente e sana linea di contenimento dei costi intrapresa dalla Sony) permetterà a questa pellicola pessimamente accolta da pubblico e critica di non risultare un disastro al box office, cosa che di questi tempi non è da liquidare con indifferenza.

Il resto della classifica è composto da film in tenitura, tra i quali spicca “The Batman” ormai prossimo a superare il traguardo dei 10 milioni, e esordi tutto sommato modesti o sostanzialmente irrilevanti che si aggirano intorno ai 20mila biglietti venduti cadauno.

Ormai completamente disperso in alto mare il cinema italiano delle cui sorti nessuno pare preoccupato, per suscitare una reazione infatti servirebbe un settore cinematografico nostrano se non compatto quantomeno consapevole della infinita proliferazione di problemi che sta attanagliando il nostro mercato theatrical e la riuscita delle nostre produzioni al box office. Sfortunatamente in Italia non esiste una vera e propria industria cinematografica ma soltanto serie disarticolata di entità formanti una filiera in decomposizione, rappresentata da soggetti il più delle volte ignari o inabili a capire le necessità e gli interessi delle loro controparti o di collaborare seguendo un tracciato comune.

Il Festival di Cannes fu e viene continuamente sbeffeggiato per la sua posizione considerata retrograda di escludere i film provenienti da piattaforme streaming dalla competizione e Frèmaux è oggetto del dileggio degli analisti quando annuncia blockbuster fuori concorso adducendo come motivazione quella di riavvicinare il pubblico alla sala per riaccendere un riflettore sull’esperienza cinematografica, eppure queste mosse hanno contribuito a stipulare un patto tra il governo transalpino e le piattaforme streaming (di cui scrissi in uno dei primi articoli di questa rubrica) che porterà al sistema francese una corposa quantità di entrate ogni anno, generando un vantaggio competitivo per quella che già è la più grande industria cinematografica europea.