Articolo pubblicato il 8 Febbraio 2025 da Giovanni Urgnani
Distribuito nelle sale cinematografiche americane e italiane il 14 febbraio 2019, è la trasposizione del manga Gunmu scritto ed illustrato da Yukito Kishiro. Prodotto e co-scritto da James Cameron, diretto da Robert Rodriguez mentre la colonna sonora è firmata da Tom Holkenborg alias Junkie XL. Il cast è composto da: Rosa Salazar, Christoph Walz, Jennifer Connelly, Mershala Ali, Ed Skrein, Jackie Earle Haley, Eiza Gonzales, Michelle Rodriguez e Edward Norton.
Quando ti risvegli dopo trecento anni, senza ricordare nemmeno il tuo nome, hai davanti a te due possibilità: la prima è ricominciare tutto senza preoccuparsi di ciò che è stato; la seconda è cogliere i frammenti del passato che tornano alla mente per poter ricostruire la propria identità. Alita sceglie di intraprendere un percorso di formazione per recuperare, per cercare un motivo, per rispondere alle domande che l’essere umano si è posto da quando è consapevole di esistere: chi sono? Da dove vengo? E perché sono qui? Lo stupore che emana dal suo sguardo è il nostro; infatti, non si può rimanere indifferenti dallo spettacolo tecnico/visivo messoci difronte. La realizzazione degli ambienti, il volto di Alita, i cybercorpi e le scene d’azione sono garanzia di puro spettacolo, divertimento e adrenalina assicurano grande intrattenimento, soprattutto perché il prodotto sa essere equilibrato nel dosare azione e narrazione. Risulta evidente come si voglia dare inizio ad un progetto cinematografico più ampio e per ogni primo capitolo è inevitabile ricorrere ad un didascalismo marcato, attraverso determinate situazioni di dialogo impariamo le caratteristiche e le regole del mondo che ci circonda. Un compromesso accettabile anche grazie al fatto che l’espediente narrativo adoperato per contestualizzare tali spiegazioni è funzionale.

Fermarsi alla forma però sarebbe a dir poco riduttivo, anche nella caratterizzazione dei suoi personaggi bisogna porgere la dovuta attenzione. Ido e Chiren condividono un grave lutto ed ognuno di loro affronta in modo diverso tale dolore. Chiren è convinta che la soluzione sia aggrapparsi al passato, tornare al luogo in cui tutto sembra realizzabile, in cui l’impossibile sembra diventare possibile; perciò, si affida a coloro che promettono ma non mantengono anzi sfruttano il desiderio di un ritorno ai fasti di ieri per i loro interessi finché non sono loro stessi a decidere quando finisce l’utilità. Ido invece vede nel passato una macchia da lavare via, nella sua attività passata associa la causa della sua perdita, nel tentativo di espiare la sua colpa cerca di porre rimedio agli errori che si attribuisce. Entrambi però non sono stati in grado di voltare pagina, il rimpianto e il senso di colpa perseguitano questi personaggi ma grazie all’arrivo di Alita l’amore genitoriale, soffocato dal dolore, riuscirà a rivedere la luce.

Ma qual è il contesto sociale in cui si muovono questi personaggi? Un tardo ventiseiesimo secolo nel quale domina la sottomissione dei ricchi sui poveri, Zalem è un nuovo Monte Olimpo in cui gli “dèi” guardano verso il basso i comuni mortali. È proprio dall’alto la causa della disparità e della condizione misera che gli abitanti della “Città di ferro” sono costretti a subire. Nella nostra cultura siamo abituati a guardare in alto in cerca di speranza e salvezza e così fanno tutti gli abitanti, ma non sono altro che vittime della propaganda, la bramosia di raggiungere la vetta è talmente profonda da impedire di constatare quanto in realtà la promessa non sia altro che occasione di ulteriore sfruttamento, un’eterna illusione destinata a rimanere tale. Ci viene mostrato inoltre cosa significa vivere in una società caratterizzata dal giustizialismo e non dalla giustizia: ogni cittadino registrandosi ha il diritto di esercitare la funzione di punitore, quando l’ordine costituito viene sostituito dal mercenarismo non si può ottenere altro che violenza ed ulteriore povertà. Il sistema architetta una struttura che genera una lotta tra poveri annientando qualsiasi possibilità di progresso.

Non raggiungendo un risultato significativo al botteghino, l’acquisizione della 21st Century Fox e le perdite dovute alla pandemia sembrano aver definitivamente chiuso le possibilità per i seguiti, lasciando il rammarico di non riuscire ad esplorare questo universo che tante potenzialità ha. Il futuro è davvero già scritto?