Articolo pubblicato il 16 Maggio 2022 da Alessio Minorenti
Mettiamo subito in chiaro ciò che si potrebbe fraintendere leggendo i catastrofici titoli di alcune testate in relazione al secondo weekend di “Doctor Strange: Nel Multiverso della Follia”: il film è e sarà un successo al botteghino, in molti Paesi è già il migliore incasso postpandemico alle spalle di “Spider-Man: No Way Home”, in alcuni può ancora diventarlo (gli restano ancora buone chances negli Usa) e si appresta, senza peraltro il contributo fondamentale di mercati come quello cinese e quello russo, a concludere la sua corsa intorno ai 900-950 milioni di dollari worldwide cioè quasi quintuplicando il suo budget.
Perché allora questo calo ha fatto così tanto clamore e ha allarmato parte degli appassionati? Lo si può definire un secondo weekend deludente e cosa indica questa ricezione in relazione ai futuri sviluppi dell’Mcu? Cercheremo di dare una risposta a queste domande nel prosieguo dell’articolo, ma prima partiamo con la consueta tabella contente i dati settimanali:

Partiamo subito col dire che cali di oltre il sessanta percento per film di questa portata sono più la norma che l’eccezione, basterà andare a controllare gli ultimi prodotti dell’Mcu per scoprire come di tutti quelli della fase quattro soltanto “Shang-chi e la leggenda dei dieci anelli” abbia sperimentato un decremento inferiore a tale soglia nel suo secondo fine settimana di programmazione.
Questa tendenza tuttavia è più accentuata negli Stati Uniti, infatti per gli analisti del box office a sorprendere è stato piuttosto il calo del film in sostanzialmente in tutti gli altri mercati mondiali, compresi quelli europei, dove solitamente anche pellicole di questo calibro hanno tenute più solide (lasciamo a parte il caso italiano a cui dedicheremo qualche riflessione a fine articolo). L’indicazione che ne vien fuori è dunque che in questo caso il gradimento per nulla alto collezionato negli Usa dal film (il Comscore di B+ che gli hanno assegnato gli spettatori statunitensi è piuttosto basso considerando il genere di appartenenza e la media Mcu) può essere esteso anche alla maggior parte degli altri mercati in cui la pellicola ha esordito. Come sempre è importante sottolineare come un apprezzamento alto da parte del pubblico tende a influenzare gli incassi dei successivi film appartenenti all’universo narrativo di appartenenza dell’opera o al limite alla saga di riferimento, poiché come sottolineato in precedenza questi blockbuster solitamente ottengono incassi talmente cospicui nel primo weekend che soltanto cali ben più tragici di questo ne possono decretare un improbabile flop. Tuttavia questo risultato pone un’interessante questione: è l’Mcu un terreno ancora gradito ai cosidetti “autori cinematografici”? La risposta non sembra essere delle migliori per gli appassionati della settima arte, infatti i film meno amati, se non financo rigettati dal proverbiale pubblico generalista, sono quelli dietro alla cui macchina da presa si son seduti registi che, con carriere e stili chiaramente diversi, sono stati in grado di innervare il tessuto delle loro opere con elementi estetico/narrativi diversi da quelli della media Mcu. Il riferimento è chiaramente a Sam Raimi (“Doctor Strange: Nel Multiverso della Follia”) e Chloé Zhao (“Eternals”); in entrambi i casi il pubblico non ha gradito le pellicole e fin dai dati del primo weekend (con cali più vistosi del solito negli Usa tra venerdì/sabato e sabato/domenica) lo ha dimostrato. Questo elemento può e deve suscitare riflessioni sul futuro produttivo e di pianificazione dell’universo condiviso gestito da Kevin Feige; continuerà il geniale produttore ad affidarsi anche ad autori di spicco o assisteremo a una maggiore standardizzazione se non addirittura appiattimento dei prodotti cinematografici Marvel? Questa domanda rimane per ora insoluta e solo il tempo saprà farci comprendere a pieno la direzione che verrà intrapresa.
Capitolo a parte è rappresentato dal contesto italiano dove il film ha ottenuto un calo del 70%, uccidendo sul nascere le speranze che la pellicola potesse quantomeno per due weekend salvare le casse degli esercenti. Basta infatti dare una rapida osservata alla top ten per constatare come oltre il risultato deludente di Strange regni il vuoto pneumatico che fa segnare preoccupanti perdite sia rispetto allo scorso weekend che allo stesso fine settimana del 2019. Ci auspichiamo che i restanti titoli di spicco di questa estate possano incontrare un maggior gradimento da parte degli spettatori italiani.