Articolo pubblicato il 18 Maggio 2022 da Andrea Boggione
“Di4ri” è la nuova serie Netflix per ragazzi, destinata quindi ad un pubblico di pre-adolescenti, disponibile da oggi 18 Maggio 2022. Un prodotto televisivo italiano che racconta la storia di un gruppo di ragazzi che frequentano la seconda media in un scuola a Marina Piccola, sull’isola di Capri. I protagonisti sono gli studenti e compagni di classe attorno ai quali si costruisce l’intera narrazione. La II° D è la sezione che raggruppa questi ragazzi: la storia e gli altri protagonisti vengono introdotti da Pietro (Andrea Arru), un ragazzo carismatico che all’apparenza pare sempre molto sicuro di sé, che funge inizialmente da voce narrante per poi passare la palla anche agli altri ragazzi lungo i successivi quattordici episodi. Ogni singola puntata si concentra sull’affrontare e raccontare una settimana ruotando attorno ad uno dei protagonisti: Livia (Flavia Leone) è la cosiddetta miss perfettina, una ragazza sportiva che pensa continuamente a compiacere i genitori e chi gli sta attorno, Isabel (Sofia Nicolini) è, invece, una ragazza grintosa e solare che incarna le doti da leader come si può vedere lungo la serie, Giulio (Liam Nicolosi) è il tipico buffone della classe, ma capace di guadagnarsi sempre l’affetto e la generosità dei compagni, Daniele (Biagio Venditti) rappresenta un punto di riferimento e sempre disponibile per i suoi amici, Monica (Federica Franzellitti) è, invece, la secchiona del gruppo, una ragazza un po’ insicura, ma capace di diventare un’amica preziosa, infine c’è Arianna (Francesca La Cava) che incarna il ruolo della tipica ragazzina un po’ snob e irritante che scopre col tempo di non voler essere più considerata così. Molto spesso ognuno di loro, uno per volta, sfonda la quarta parete rivolgendosi allo spettatore per raccontare ed esporre i propri pensieri per esprimere quel non detto, di cui però in realtà vive da sempre il mezzo cinematografico o televisivo. Un escamotage che inizialmente funziona perché porta il publico ad empatizzare di più con i ragazzi, ma se riproposto continuamente risulta alla lunga pesante spezzando più di una volta il ritmo della puntata. Questo perché il tecnicismo si espande anche ad una serie di altri personaggi minori come ad esempio Michele (Massimo Pio Giunto), Silverio (Lorenzo Nicolò) e Mirko (Pietro Sparvoli).

“Mi chiamo Pietro e ho quasi 13 anni. Questa è la mia scuola, il Galileo di Marina Piccola. E questa è la mia classe, la II° D.”
Cit. Pietro Maggi (Andrea Arru)
Mancano oramai poche settimane alla fine della scuola, Pietro ed i suoi compagni scoprono che il loro istituto presto chiuderà i battenti e gli studenti saranno poi smistati e frequenteranno classi differenti a Marina Grande. Una decisione che sconvolge il gruppo di amici e compagni di classe, ma che sicuramente crea una certo numero di situazioni che in parte uniscono ed in parte creano delle tensioni e/o spaccature tra di loro. C’è chi scopre nuovi amori o nuove amicizie, chi si ritrova ad affrontare scelte importanti oppure chi si pone l’obiettivo di godersi questi ultimi giorni assieme cercando di legare di più. Però spesso tutto finisce per girare attorno ad un unico argomento: i primi amori di questo gruppo di ragazzi. Dalla ricerca assidua di sferrare il proprio primo bacio alle prime relazioni, delusioni e sentimenti non contrapposti. Una serie di elementi interessanti, ma che a volte sembrano centrare ben poco con l’età dei ragazzi, i quali pare che affrontino delle problematiche e tematiche decisamente molto più “adulte”. Ovviamente la generazione attuale ha subito un upgrade rispetto alle precedenti: la mentalità, la tecnologia, l’educazione e le prospettive sono molto diverse ed influiscono sui ragazzi di oggi. Il discorso, però, sembra voler puntare troppo su questa tematica, tralasciando più di una volta argomenti che potrebbero essere più attinenti al target dei protagonisti.
Insomma “Di4ri” si rivela una debole rappresentazione del mondo dei pre-adolescenti fin troppo stereotipata che non sfrutta le enormi potenzialità, anche educative, alla base del progetto. La serie descrive dei ragazzi che a quanto pare pensano solo ed unicamente, come già detto, ai primi amori, tralasciando però tutto il resto facendo cadere in secondo piano molti altri temi solo abbozzati: l’amicizia, il bullismo, la crescita e la stessa omosessualità (quest’ultimo forse un po’ precoce per l’età dei protagonisti, anche se naturalmente è un tema che non ha un età specifica, ma che di solito viene affrontato più avanti durante l’adolescenza). Un’intera serie costruita su dei cliché narrativi e visivi, con una messa in scena che ripropone la stessa tecnica, precedentemente citata, di continuo e che alla lunga appare ridondante. Un prodotto che dimostra ancora una volta i limiti produttivi di un paese che pare ancora molto indietro e che non fa altro che scopiazzare male prodotti d’oltreoceano, rimanendo sempre un passo indietro sfornando un numero di film e serie tv che riflettono la cultura italiana popolare decisamente poco educative, soprattutto per il pubblico e il target di riferimento ovvero i giovani. Un gran peccato ed un’altra occasione sprecata di realizzare qualcosa di quantomeno interessante per il rilievo che può guadagnare ed ottenere un film o una serie tv su una piattaforma del livello di Netflix.