Love, Death & Robots Vol.3: un exploit di potenza tecnica e visiva

Articolo pubblicato il 20 Maggio 2022 da Andrea Boggione

E’ finalmente arrivato, oggi 20 Maggio, sulla piattaforma statunitense Netflix il tanto atteso terzo volume della serie tv antologica intitolata “Love, Death & Robots”. Un prodotto televisivo capace fin dalla prima stagione di stupire ed ammaliare il proprio pubblico mediante una serie di episodi innovativi e rivoluzionari, sopratutto sul lato della messa in scena e della tecnica d’animazione. Si tratta di 9 episodi che vanno ad analizzare ancora una volta il declino e il futuro dell’umanità attraverso delle storie dai contenuti più disparati: questa nuova stagione si apre con il ritorno dei robot già presenti nel primo volume e qui protagonisti del primo episodio “Tre Robot: Strategie d’Uscita”. Una puntata dai toni più leggeri e che mostra i tre personaggi alla prese con un viaggio con lo scopo di effettuare un’indagine sull’umanità post-apocalittica. Non mancano, però, le riflessioni che vanno oltre la semplice rappresentazione di un atmosfera fantascientifica, ma lo sguardo si focalizza ancora una volta sull’analizzare il destino degli esseri umani. La serie prosegue con “Un Brutto Viaggio” diretto proprio da uno dei creatori della serie tv ovvero David Fincher, un episodio molto più cupo che punta su un’animazione molto più realistica attraverso il racconto di mostro, un crostaceo gigante intelligente, che attacca e sale a bordo di un veliero portando l’equipaggio a dover prendere una serie di difficili decisioni e mostrando quanto sia subdolo l’animo degli esseri umani in determinate situazioni di pericolo. Il terzo corto d’animazione, uno dei migliori dell’intero volume, è stato realizzato dalla Polygon Pictures, uno degli studi al suo esordio con “Love, Death & Robots” a differenza dei precedenti episodi. “La Pulsazione della Maschera”, realizzato mediante una scelta di colori molto più sgargianti, racconta la storia di una missione spaziale esplorativa che porta un’astronauta a doversi metter in salvo, l’unico modo per riuscirci è quello di assumere una serie di droghe che diminuiscono il dolore, ma che influenzano la mente della donna. Non manca quindi tensione ed atmosfere che, anche se più colorate, rimangono a tratti inquietati. Il quarto episodio “La Notte dei Minimorti” è, invece, uno dei più divertenti, lo studio BUCK, anch’esso all’esordio, realizza una storia mediante il tilt-shift, tecnica utilizzata nella fotografia per creare l’effetto miniatura. Un altro corto animato molto leggero e ironico, ma allo stesso tempo dai tratti macabri visto che si tratta della storia di un rapporto sessuale in un cimitero che scatena un’apocalisse zombie. Il risultato è un prodotto originale, ma sicuramente tra quelli che non puntato sul creare chissà che riflessione. “Morte allo Squadrone della Morte”, il quinto episodio, è una storia decisamente molto più action realizzata con un impianto visivo e d’animazione diverso dai precedenti. Violenza, sangue e scontri tra un gruppo di militari ed un’orso modificato geneticamente e potenziato da più mezzi tecnologici. Un altro episodio che non mostra troppe riflessioni, puntando di più sul lato tecnico e visivo attraverso toni action con un pizzico di ironia qua e là.

“Un’indagine sull’umanità post-apocalittica può fornirci dati importanti per la sopravvivenza della nostra nascente cultura delle macchine.”

Per la sesta puntata di questa serie antologica, intitolata “Sciame” e realizzata dal Blur Studio (come il secondo episodio), Tim Miller scrive e dirige la storia di una copia di scienziati che stanno studiando una nuova forma aliena, dalle sembianze di grandi e grossi insetti, che pare non siano forme di vita intelligenti. Il tentativo è quello di replicare lo stile e il modello sociale di queste entità. Uno degli episodi dai toni più filosofici, dalle tematiche profonde e che tenta di andare ad analizzare le paure dell’essere umano nella non capacità di potersi evolvere e rimanere la specie predominante. Il settimo episodio “Mason e i Ratti” segna il ritorno degli Axis Studios, anch’essi già presenti nelle prime due stagioni, un altro cortometraggio che torna a giocare su elementi più ironici attraverso una storia surreale con protagonista un vecchio contadino che si trova a dover lottare con dei ratti evoluti e organizzati come un vero e proprio piccolo esercito. L’uomo è costretto a prendere delle misure drastiche e scatena una guerra violenta e sanguinosa enfatizzata da un’animazione che gioca sull’effetto caricatura. “Sepolti in sale a volta”, l’ottavo episodio, è uno dei corti più interessanti di questo terzo volume, probabilmente quello che avrebbe meritato un approfondimento in più poiché la storia di questa squadra speciale di soldati, in missione alla ricerca di un ostaggio in mano a dei terroristi, ha un ottima riflessione alla base e punta su una computer grafica spaventosamente realistica rispetto a quanto visto fino ad ora. Le atmosfere, i toni, le scelte che si ritrovano ad affrontare i protagonisti catturano lo spettatore in un quarto d’ora di tensione e suspense di alto livello. Infine, il nono ed ultimo episodio intitolato “Jibaro”, realizzato dalla Pinkman.tv, è la puntata più affascinante dal punto di vista sia tecnico sia visivo. Alberto Mielgo scrive e dirige il viaggio di un cavaliere che si scopre essere sordo e quindi immune alla voce di una sirena. Prende vita una lotta sotto forma di danza che si muove tra amore, dolore e violenza. Una conclusione ai limiti della perfezione dove la sperimentazione la fa da padrone offerendo al pubblico un episodio tra il fantasy e la fantascienza unite al tipico folklore delle leggende del canto e della seduzione di creature come le sirene

Se il primo volume della serie tv manteneva in sé un discorso più variegato lungo i suoi 13 episodi, la seconda stagione è stata caratterizzata da toni decisamente più cupi e drammatici. Questa terzo volume, invece, torna un po’ alle origini del prodotto grazie ad una serie di episodi che in parte giocano sul sarcasmo, altri su atmosfere più macabre, ma non mancano il divertimento e la suspense. Pare proprio che lo spettatore si trovi di fronte alla seconda parte della stagione precedente (è risaputo che il volume 2 è stato reso disponibile durante il periodo della pandemia). Difatti il più grande difetto di “Love, Death & Robots Vol. 3” è forse la mancanza di qualche approfondimento in più, la continua sensazione che manchi qualcosa e che faccia parte di un progetto molto più grande. Per questo motivo se le ultime due stagione fossero state accorpate avrebbero rappresentato un ottimo mix che avrebbe rispecchiato la forza e l’originalità del primo volume di questa serie rivoluzionaria. Questo terzo volume porta in scena la continuazione e la fine di un discorso ben più ampio e che dimostra ancora una volta la potenza tecnica e visiva di un prodotto seriale ed antologico senza eguali. 

Voto:
3.5/5
Christian D'Avanzo
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Andrea Barone
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Paola Perri
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Giovanni Urgnani
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Paolo Innocenti
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Carlo Iarossi
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Alessio Minorenti
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