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L’antica Roma al cinema: Centurion (2010)

Neil Marshall dirige il candidato all’Oscar Michael Fassbender, centurione dell’Impero Romano impegnato nel tentativo di conquistare la Scozia. Nell’articolo l’analisi del film.

“Centurion” è una pellicola del 2010 diretta da Neil Marshall con protagonisti Michael Fassbender e Olga Kurylenko ambientata all’estremo limite superiore dell’Impero Romano ovvero la Britannia, laddove le legioni romane andavano a impattare la tenace resistenza dei Pitti.

Il film soprattutto se letto in relazione alla grande maggioranza delle pellicole che costituiscono questa rubrica contiene dei punti di interesse assolutamente da non sottovalutare. Infatti dopo “Il gladiatore”, che rappresenta l’ultimo caso di Colossal ambientato nell’Antica Roma a riscuotere un enorme successo presso il pubblico e premi, la maggior parte delle pellicole inserite in questo contesto storico si sono dovute rassegnare a una dimensione ben inferiore rispetto a quella dei loro predecessori prodotte nel periodo della Hollywood classica. Bisogna dunque scordarsi la messa in scena magniloquente, gli strazianti dilemmi etici e politici da fronteggiare in virtù dell’alta carica ricoperta dai protagonisti e l’ambizione di riportare in vita il Mondo di più di duemila anni fa di fronte ai nostri occhi. Basti pensare in questo caso alla frontiera, tomba di Marco Aurelio, raffigurata ne “La caduta dell’Impero Romano” e a quella di questo “Centurion” che, con i suoi piccoli accampamenti e legioni sottodimensionate, sembra una riduzione in scala di quella rappresentata da Anthony Mann, perdendo chiaramente l’afflato epico della vicenda.

Il film di Neil Marshall è un’opera incentrata su conflitti territoriali, in cui vicende politiche per lo più abbozzate e schermaglie di carattere più personale si intrecciano a ritmo piuttosto serrato e scanditi dal suo solito stile di montaggio sincopato. Il film rappresenta l’esercito romano in una chiave interessante e non troppo esplorata dalle precedenti opere analizzate in questa rubrica; ad essere messo in risalto è infatti il sadismo e la crudeltà delle milizie dell’impero. Il giustiziare e massacrare barbari diventa spesso fonte di divertimento tra i soldati e tra esplosioni di sangue, teste che esplodono e arti che vengono mozzati di netto, la violenza non ci è mai risparmiata a schermo come avveniva peraltro anche nel film più riuscito del regista inglese (“The Descent”).

Non sorprende dunque che la chiave estetica utilizzata per affrontare questa vicenda sia quella del pulp. Le efferatezze dei soldati romani sono spesso infatti rappresentate in una chiave volutamente sopra le righe e parossistica traghettando a tratti il film verso derive che sono più assimilabili a un’opera granguignolesca che a un’una raffigurante il mondo dell’Antica Roma.

Luci e ombre su questa opera di Neil Marshall che ha quantomeno il pregio di segnare definitivamente un distacco dai suoi predecessori e di indicare l’intricato turbinio di diramazioni nel quale si è sviluppato questo genere, un tempo così precisamente codificato, all’interno del cinema post-moderno.

Voto:
3/5
Andrea Barone
0/5
Christian D'Avanzo
0/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
3/5
Carlo Iarossi
0/5
Carmine Marzano
2/5
Paolo Innocenti
0/5
Andrea Boggione
0/5