Recensione – Diabolik: vorrei ma non posso

Diabolik 2021 film dei Manetti Bros con Luca Marinelli e Miriam Leone

Articolo pubblicato il 19 Novembre 2022 da Giovanni Urgnani

Con la prossima uscita al cinema di Diabolik – Ginko all’attacco!, secondo film della saga su Diabolik diretta dai Manetti Bros., si segue il percorso di recupero del materiale basato sulla tradizione fumettistica italiana, basato anche sul Diabolik di Mario Bava. Inizialmente programmato per essere distribuito nelle sale il 31 dicembre 2020, Diabolik è un lungometraggio diretto dai Manetti Bros., che ha subito lo slittamento al 16 dicembre 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Secondo adattamento dell’omonima opera a fumetti creata dalle sorelle Giussani (Angela e Luciana) dopo quello del 1968 firmato da Mario Bava. In particolare, adatta il terzo volume della saga: L’arresto di Diabolik. Nel cast si evidenziano le interpretazioni di Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Serena Rossi e Claudia Gerini. Di seguito, si evidenzia tutto ciò che c’è da sapere a proposito della recensione di Diabolik.

Diabolik: i pregi del film diretto dai Manetti Bros. 

Le aspettative intorno al progetto di Diabolik diretto dai Manetti Bros. erano molto alte; la coppia di fratelli dietro la macchina da presa sembrava la scelta giusta per dare finalmente un vero inizio al cine-fumetto italiano per dare ancora più varietà all’offerta cinematografica italiana. Fin da subito è stato promesso un prodotto rivolto in particolare agli appassionati dell’opera cartacea ed in effetti lo stampo è chiarissimo. 

 

Le scenografie, le ambientazioni e i costumi di Diabolik costituiscono gli elementi positivi del film con Luca Marinelli e Miriam Leone, sono un fedele rimando al prodotto adattato ed è proprio qui che si riscontrano i pregi maggiori, grande impegno nella messa in scena e nella creazione di un ambiente familiare per coloro cui sono cresciuti sfogliando le pagine del fumetto. Tale scelta editoriale si dimostra un’arma a doppio taglio, in primis perché rivolgendosi esclusivamente a tale target taglia la possibilità di parlare ai giovani ed è assolutamente grave, siccome sono la fascia che frequenta maggiormente le sale, l’unica ad aver risposto presente in maniera continua dopo la chiusura dovuta alla pandemia. Vi è un’assenza di modernità nella struttura, nell’impostazione attoriale e nell’interazione tra i personaggi.

Diabolik recensione film dei Manetti Bros

Le interpretazioni di Diabolik e i problemi del protagonista interpretato da Luca Marinelli

L’impostazione attoriale è l’aspetto più fallimentare dell’intera pellicola di Diabolik: dall’inizio alla fine si mantiene lo stesso registro, l’artificiosità nel modo di comunicare destabilizza, privando del tutto l’intensità di determinati momenti in cui dovrebbe essere l’elemento principale, manca l’intensità nelle scene di rapina, manca intensità nei confronti dialettici, manca intensità nelle indagini, il ritmo è perennemente compassato, non ci sono picchi, il tutto risulta una parete liscia anonima (l’inseguimento iniziale sembra trasmesso alla moviola o per essere moderni: al V.A.R.). 

 

Non meno importante, il rapporto tra Diabolik ed Eva Kant manca totalmente di erotismo, piuttosto grave se si sceglie di collaborare con due corpi attoriali importantissimi come Luca Marinelli e Miriam Leone; Marinelli stesso è fortemente limitato da questa impostazione, imprigionato in una staticità cui non lo risalta affatto aggiungendo ulteriore rammarico per lo spreco della sua presenza. Risulta chiaro, a posteriori, il suo abbandono del ruolo: per chi scrive, si fa volentieri a meno di vederlo sacrificato in un ruolo del genere per altre due pellicole. 

 

Gli errori nella caratterizzazione di Diabolik 

Ma i problemi legati al protagonista di Diabolik, diretto dai Manetti Bros., non si fermano qui, il personaggio risulta completamente fuori contesto, la sua identità segreta sembra completamente distaccata dal panorama sociale, non ricopre alcun ruolo all’interno del sistema; il tutto è costruito con evidente superficialità. Altrettanto superficiale è la rivalità con l’ispettore Ginko, due avversari con qualità simili ma diversi nel loro utilizzo, l’interazione è completamente assente, sarebbe potuto nascere un rapporto di interdipendenza tra buono e cattivo in cui entrambi provano quasi piacere nello scontrarsi.

 

Invece, quello che si ha di fronte è un basilare inseguimento senza alcun tipo di verve, troppo scontato, troppo banale, troppo semplice. Lascia oltremodo perplessi la componente maschilista caratterizzante del personaggio di Diabolik: persino in vesti civili non cambia il modo di porsi soprattutto con sua moglie Elisabeth, un rapporto subalterno decisamente sgradevole cui contribuisce a far perdere ulteriore fascino al protagonista, non che ce ne fosse molto fino a quel momento.

La migliore presentazione del personaggio di Eva Kant interpretato da Miriam Leone

Tra gli elementi più positivi vi è sicuramente la Eva Kant di Miriam Leone: il focus del lungometraggio è incentrato molto sulla sua figura, una donna ricca e bella, perciò, costantemente in pericolo dalla morbosità maschile cui utilizza ogni mezzo necessario, anche violento, per possederla. Una donna affascinata dal brivido, dalle emozioni forti più che dal denaro e dalla ricchezza. La presenza scenica dell’attrice riesce un minimo a far uscire dagli schemi una pellicola preimpostata e standardizzata. 


Il suo ruolo è di assoluta rilevanza anche ai fini della trama, trasmettendo un minimo di contemporaneità almeno sul ruolo femminile, resta da chiedersi come mai possa legarsi sentimentalmente ad un uomo accumunato dalla stessa misoginia del precedente “interesse sentimentale”. Dopo La profezia dell’armadillo e 5 è il numero perfetto, purtroppo bisogna constatare un altro buco nell’acqua di un filone cui stenta a decollare, non per una questione di budget, non per una questione di mancanza di materiale, ma per l’assenza della giusta mentalità.

Voto:
2/5
Andrea Barone
3.5/5
Andrea Boggione
3.5/5
Christian D'Avanzo
2.5/5
Paolo Innocenti
4.5/5
Alessio Minorenti
3/5
Vittorio Pigini
3/5