Articolo pubblicato il 28 Novembre 2022 da Bruno Santini
NowTV è un servizio di streaming lanciato in Inghilterra nel 2012 dal network televisivo Sky. Il servizio è disponibile anche in Italia, Germania, Austria, Spagna ed Irlanda. Now Tv consente la visione di alcuni contenuti on-demand del catalogo Sky, tramite l’abbonamento ad un pass specifico, fra cui cinema, entertainment, sport e calcio. Da un po’ di anni a questa parte, il servizio proprietario di casa Murdoch si è contraddistinto dalla concorrenza nel catalogo seriale, offrendo agli abbonati diverse serie prodotte dal colosso Americano HBO (su cui sarà distribuita la serie TV The Last Of Us), oltre che diverse produzioni originali Sky Italia. Di seguito è riportata una classifica delle 5 migliori serie TV da recuperare assolutamente su NowTV.
I soprano
Inziata nel 1999, “I soprano” è una delle serie più importanti della storia del media, considerata la mamma della serie drammatica moderna. Lo show segue la difficile e al contempo agiata vita del boss della malavita Tony Soprano( James Gandolfini), mentre cerca di bilanciare il rapporto tra la vita famigliare e le terribili azioni criminali.
David Chase, ideatore della serie , prende a piene mani da quel capolavoro di Goodfellas, creando un perfetto mix tra humour sferzante ed esplosioni di violenza tanto improvvise, quanto premeditate. Nel corso delle sei stagioni non si può non innamorarsi della tragicomica epopea criminale di Tony Soprano, uomo profondamente umano in alcuni casi ma diabolico in tanti altri, criminale spietato ma allo stesso tempo legato ad uno stretto codice di regole, il vero e proprio centro di gravità della serie, attorno al quale ruota un compendio di personaggi indimenticabili, provenienti dalla vita criminale e famigliare del protagonista.
Oltre ad offrire un’infinito numero di momenti indimenticabili, la serie ideata da David Chase e prodotta da Hbo racconta di uomini profondamente difettati, convinti di poter far coincidere il rispetto per la vita mafiosa con l’amore per quella famigliare, arrivando inevitabilmente a corrompere la prima e minacciare la seconda. “I Soprano” è una delle serie tv più importanti della storia della televisione, caratterizzata da sei stagioni di inarrivabile qualità, uno dei protagonisti più iconici mai visti su schermo ed un finale che da solo vale il prezzo del biglietto. Inarrivabile.
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The Wire
L’incipit di The Wire, serie tv prodotta da HBO, è comune a molte storie di criminalità, ma la venatura di realismo offerta dagli showrunner rende questo show semplicemente unico. A Baltimora, un piccolo gruppo di poliziotti lavora incessantemente per smantellare un enorme cartello della droga. Tra questi agenti c’è Jimmy Mcnulty (Dominic West), un detective brillante ma spericolato che non segue le regole del dipartimento, motivo per cui si ritrova in continuo contrasto con i suoi superiori. Il loro bersaglio, Avon Barskdale (Wood Harris) è un ragazzo di strada determinato e spietato, aiutato dal taciturno ed intelligente braccio destro Strynger Bell (Idris Elba).
Fin dalle prime puntate The Wire decide di non seguire solo i poliziotti, ma sceglie invece di prestare attenzione anche ai criminali, dai boss di cartello fino ai ragazzini che muovono l’eroina per le sporche strade cittadine. In ogni caso questi criminali non sono semplici clichè, ma personaggi profondi, che avrebbero probabilmente vissuto diversamente se fossero cresciuti in un altro contesto. Molti di questi criminali compiono atti ripugnanti, ma la serie prende le distanze da ogni tipo di moralismo e offre invece una prospettiva originale e realistica su come questi ragazzi siano semplicemente intrappolati in un sistema da cui non sembra esserci via d’uscita.
David Simon, ideatore della serie, concentra ogni stagione su di un aspetto diverso della criminalità cittadina, passando dallo spaccio al contrabbando portuale, dalla corruzione politica al sistema scolastico, perpetrando una critica sovversiva della società Statunitense, della nazione del sogno Americano, divenuto ormai incubo. The wire è una serie che azzarda prendersi il tempo necessario per raccontare una storia così controversa, uno show che adotta un ritmo compassato per poi ripagare la pazienza dello spettatore con risvolti sorprendenti. Lo show ideato da David Simon è una storia corale che non disdegna nessuno dei suoi personaggi, dal tossicodipendente al giornalista, pur riservandosi il diritto di criticare ferocemente le terribili ingiustize del sistema Americano. Sovversivo.
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Six Feet Under
La serie tv sulle vicende della famiglia Fisher, ancora una volta prodotta da Hbo, è uno show televisivo praticamente sconosciuto in Italia, ma che rientra facilmente nell’olimpo della serialità Americana. Prima della sua improvvisa dipartita, Nathaniel Fisher Sr. lascia il controllo dell’impresa di pompe funebri ai figli Nathaniel Jr.(Peter Krause) e David (Michael C.Hall), che si ritroveranno inevitabilmente invischiati in un difficile conflitto famigliare.
Le tematiche principali di Six Feet Under sono sesso e morte, in particolare è centrale nelle vicende il rapporto tra creazione della vita e distruzione della stessa. Ideata e curata da Alan Ball (Premio Oscar alla miglior sceneggiatura per American Beauty), questa serie non è solo profonda ed introspettiva, ma incredibilmente trascendentale.
Ogni episodio inizia con una morte, a volte casuale, altre volte terrificante ma solitamente piuttosto comune, ma è sempre il finire di una vita che porta lo spettatore all’interno delle dinamiche famigliari dei Fisher. In alcuni casi la vita del deceduto ricopre un ruolo importante nella narrazione, sviluppando la storia e rivelando nuovi lati del carattere dei protagonisti, in altri casi invece la morte dà semplicemente inizio alle vicende. Il focus della serie resta sempre l’introspezione dei suoi personaggi, l’approfondimento delle relative interazioni e la cura maniacale per la caratterizzazione dei protagonisti.
Six feet Under è una serie accattivante, tragica e dall’umorismo tagliente, che non si risparmia nei colpi di scena e nelle interazioni tra i protagonisti, uno show televisivo che merita di essere scoperto ed amato anche in Italia. Trascendentale.
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The Leftovers
Tre anni dopo l’improvvisa scomparsa del 3% della popolazione globale, un gruppo di persone di una comunità nello stato di New York prova a proseguire la propria vita, dovendo però elaborare l’inspiegabilità della tragica somparsa dei propri cari. Questo è l’incipit di The Leftovers, serie tv ad High Concept che trascende la premessa iniziale per raccontare una storia dal grande impatto emotivo, in egual misura allegorica ed esistenziale.
Damon Lindelof (Lost), showrunner della serie, gioca con il concetto di spaziotempo, muove le vicende narrate avanti ed indietro nel tempo, alternando ripetutamente diversi piani della realtà. La forza della serie risiede però nella capacità di trascendere questo lato fantascientifico per parlare di sofferenza, paura ed impotenza dinanzi alla natura.
The Leftovers parla dell’attesa per qualcosa di incredibile, di un evento che possa portare felicità, pace e di come questo non arrivi mai. Ma la serie parla anche di paura, della disperazione per aver perso quel dato grandioso momento, del rapporto tra destino e controllo, della disperata ricerca di un segnale dal cielo che appare imperscrutabile, la ricerca quindi di un significato a tutte le sofferenze portate dall’esperienza. In parole semplici quindi un high concept così folle assume anche un valore simbolico, quasi un mezzo per parlare del genere umano e di quel terribile sentimento di perdita che non sembra mai andare via. The leftovers è una serie davvero unica, che pone tante domande pur rispondendo sempre in maniera efficace, una storia che coinvolge e fa riflettere lo spettatore dal primo all’ultimo minuto. Biblica.
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Barry
L’incipit di Barry è semplice ma funzionale: un ex marine, ora sicario professionista, durante un sopralluogo incontra una troupe teatrale e decide di svoltare la sua vita e diventare così un attore. Barry, serie prodotta da Hbo, è una commedia isterica, un dramma oscuro, un sorprendente thriller d’azione, un terrificante horror psicologico, generi completamente diversi ma che vanno ad intersecarsi in una serie davvero incredibile. Bill Hader nel ruolo di scrittore, regista, produttore ed attore protagonista riesce a far piangere, ridere e spaventare lo spettatore all’interno di una puntata dalla durata di 30 minuti. La serie pone grande attenzione sulla psicologia del suo protagonista, un uomo dalla personalità pericolosamente fragile, distrutto dai sensi di colpa ma non realmente empatico verso le sue vittime.
La forza di Barry sta proprio nel raccontare un personaggio così oscuro, donando però alla narrazione un tono comico surreale di Lebowskiana memoria. Barry riesce ad essere esilarante ed oscura allo stesso momento, unendo le premesse tragiche di un dramma come Breaking Bad e l’umorismo di una serie come The office, riuscendo a bilanciare alla perfezione due aspetti diametralmente opposti. La serie non ha scene inutili, personaggi dimenticabili o monologhi didascalici ma presenta invece risvolti narrativi organici e cruciali, mai forzati o banali. Similmente a quanto visto con il professore di chimica che diventa boss di un cartello della droga, Bill Hader sfrutta un succoso incipit criminale come prospettiva per analizzare la tristezza della condizione umana, esplorando la moralità di atti terribilmente oscuri e l’imprevedibilità di un uomo che non ha niente da perdere. Barry è una serie tv geniale, che non solo rinfresca la struttura del dramedy televisivo ma riesce anche a regalare al piccolo schermo una nuova ed entusiasmante tipologia di storytelling. Geniale.
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