Articolo pubblicato il 2 Dicembre 2022 da Christian D'Avanzo
La fase 2 del Marvel Cinematic Universe, così come la fase 1, incomincia con un film su Iron Man: è la conclusione della trilogia, Iron Man 3 (2013). In soli tre anni i Marvel Studios di Kevin Feige producono, girano, scrivono e distribuiscono ben sei film, dalla qualità altalenante come in ogni fase. Tra film corali e nuovi origin story, quanto è riuscita ad incidere la fase 2 del MCU? Dopo la classifica della fase 1, si prova a fare ordine sulla qualità all’interna della successiva fase. Di seguito la classifica dei film, dal peggiore al migliore, della fase 2 del MCU:
Thor: The Dark World (2013) di Alan Taylor
Inizia il declino di Thor da questo seguito indigeribile. Nonostante dei momenti di discreto pathos come la morte di Frida, e il coinvolgimento di Jane bloccata su Asgard perché colpita da una gemma dell’infinito come se fosse una malattia degenerativa, il secondo capitolo dedicato al Dio del tuono è sfilacciato ed inconcludente.
Non c’è più la ricerca di sé, l’accettazione delle proprie responsabilità per guidare un popolo al meglio da vero leader. Thor: The Dark World risulta raffazzonato nei momenti clou, incomprensibilmente comico in gran parte dei momenti seri, banalmente fantasy distogliendo l’estetica urbana da Thor e costringendolo ad un eroismo per cui non è ancora pronto, stando alla qualità scadente del prodotto.
Christopher Eccleston è sommerso dal trucco di Malekith: non riesce ad esprimersi vocalmente, tanto meno fisicamente. Lo scontro finale lo si guarda e lo si dimentica in pochissimo. Persino Loki è estenuante nel suo continuo e imperterrito tentativo di fuga fingendosi morto. Un fiasco su tutta la linea per uno dei peggiori film di tutto l’MCU.
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Iron Man 3 (2013) di Shane Black
Avviene il passaggio alla Disney, gli elementi da commedia ben inseriti nei precedenti due capitoli (anche nel pessimo Iron Man 2) vengono lasciati da parte per vendere il film quasi come una tragedia umana su Tony Stark, che qui soffre di disturbi da stress post-traumatico dopo lo scontro con gli alieni. Tuttavia la chiusura della trilogia su Iron Man è uno dei pochi progetti editoriali a non avere una vera e propria quadra, e non a caso non verrà più citato nella continuità narrativa del MCU.
Robert Downey Jr. sembra essersi annoiato ad aver girato il film: non riesce mai ad essere credibile, incomprensibilmente sopra le righe sia nel simulare gli attacchi di panico sia nei momenti maggiormente drammatici. Nemmeno l’amore di Pepper riesce a tranquillizzarlo, e la sfida ad una sua vecchia fiamma interpretata da Rebecca Hall e all’umiliato villain Killian (Guy Pearce) contribuisce ad appesantire il momento difficile. A nessuno ha fatto piacere, dopo i trailer e il marketing diffuso, scoprire che il Mandarino (Ben Kingsley) è in realtà un fantoccio.
L’inserimento del ragazzino orfano incrementano le battute demenziali e i momenti imbarazzanti, e Tony Stark non riesce mai davvero a fargli da mentore dato che si pestano i piedi a vicenda. Il combattimento finale sembra interminabile e inutilmente abbondante di armature: ben 43.
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Ant-Man (2015) di Peyton Reed
Film diretto da un regista abituato al tono da commedia; anche se scritto in origine da Edgar Wright che avrebbe dovuto anche dirigerlo, poi sostituito da Peyton Reed. Alla sceneggiatura ha contribuito comunque un grande nome: Adam McKay. L’origin story di Scott Lang (Paul Rudd) che verrà addestrato dall’Ant-Man della vecchia generazione, il dottor Henry Pym (Michael Douglas), è simpatica nella sua leggerezza ma non brilla nelle sequenze d’azione, quasi sempre girate con il freno a mano tirato.
Il montaggio dei racconti di Luis è esilarante; Evangeline Lily interpreta Hope, la figlia di Henry “Hank” Pym, e dà vita a uno dei personaggi più interessanti della pellicola: indipendente, seducente e determinata. Scott è alle prese con problemi familiari e penali, ma la nuova vita nei panni di un minuscolo supereroe può essere la luce in fondo al tunnel. Convincenti gli effetti speciali sui vari ridimensionamenti del protagonista e del villain, il Calabrone. Lo scontro finale con i due che se le danno sul trenino Thomas, è la cornice perfetta di un film che non si prende troppo sul serio, per fortuna.
Peccato per qualche incertezza dovuta a delle lungaggini, delle contraddizioni che mostrano qualche scricchiolio di troppo nella sceneggiatura, e soprattutto delle sequenze d’azione depotenziate.
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Avengers: Age of Ultron (2015) di Joss Wheddon
Il secondo capitolo crossover con i supereroi Marvel è diretto ancora una volta da Joss Wheddon, regista del precedente. Si introducono Visione, i fratelli Maximoff e il villain, Ultron, che è un’intelligenza artificiale il cui scopo è invadere i sistemi informatici per scoprire i codici di lancio dei missili nucleari americani e creare un esercito di suoi simili. Ultron vuole distruggere la razza umana perché, accedendo ai dati tecnologici di tutto il mondo, si rende conto di quanto gli esseri umani siano autodistruttivi e nocivi per l’ambiente; già per questo, si lascia definire uno dei villain più carismatici della Saga e della fase 2.
Lo spettacolo nelle sequenze d’azione c’è, tra Hulk che perde il controllo e il finale su Sokovia con pochi momenti comici ben inseriti e gran parte drammatici. Peccato per le sottotrame non gestite troppo bene, essendo anche numerose. C’è un grosso quantitativo di CGI che supera addirittura il primo capitolo, e il cast sta volta non è gestito a dovere né nelle interpretazioni né nel minutaggio offerto ad ogni personaggio. Nonostante ciò, è un film che si lascia guardare, intrattiene e riesce ad alternare momenti comici a momenti drammatici senza troppi problemi.
La battuta sul martello di Thor nell’ascensore, dato quello che accadrà in futuro, fa rimpiangere la comicità di queste prime due fasi, pur avendo insuccessi in un paio di film sopracitati.
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Guardiani della Galassia (2014) di James Gunn
Star-Lord, Gamora, Drax, Groot e Rocket: il gruppo dei Guardiani della Galassia entra da subito nel cuore dei fan per le loro caratteristiche uniche accompagnate da uno humour volutamente sopra le righe, ma squisitamente ironico e leggermente unpolitically correct (elemento più in voga nel secondo capitolo). James Gunn delizia la Marvel e i suoi seguaci con un film tra i migliori in assoluto nell’intera saga.
L’origin story dei Guardiani è al top, tra battute, background ben costruiti e dialoghi di gran qualità che alternano momenti dediti alla commozione a momenti più leggeri. Un mix di meccanismi narrativi semplici ed efficaci: dovrebbe essere questo lo standard e lo spirito Marvel, e Gunn lo ha captato subito. Tramite questo film si conosce di più l’Universo e i pianeti che lo popolano, oltre al villain Thanos, minaccia incombente. La colonna sonora composta dai classici anni ’80 è azzeccatissima, siccome a portarla è Peter Quill, umano rapito da Ravagers ed il cui tempo terrestre si è fermato a quell’epoca.
Il villain Ronan l’accusatore convince nella sua linearità: un bambino capriccioso dotato di potenza fisica sopra la media, anche per un alieno. Il suo rapporto con il capo Thanos è di un figlio che si ribella al padre ingolosito dall’eredità; i comprimari sono talmente interessanti da tenerli anche per il futuro: tra tutti spicca la sorella di Gamora, Nebula. Visivamente ci sono tante intuizioni e fluidità d’azione.
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Captain America: The Winter Soldier (2014) di Anthony e Joe Russo
I fratelli Russo confezionano quello che è il miglior film di questa fase 2, sia in termini di continuità nel progetto editoriale siccome qui tutti i nodi vengono al pettine in modo assolutamente credibile e azzeccato, sia in termini di qualità del film in sé: una vera e propria pellicola di spionaggio ad alto budget. Le emozioni non mancano, i colpi di scena nemmeno; la chimica tra i personaggi è irresistibile.
Tutti i segreti sullo Shield verranno svelati dal duo composto da Captain America e la Vedova Nera, divisi a metà tra una possibile relazione amorosa e una grande amicizia. Il comparto tecnico è tra i migliori visti sin qui: scene d’azione pulite nonostante un ampio utilizzo di effetti speciali e stunt; divertenti e ricchi di pathos i continui scontri di Cap con gli agenti dell’Hydra, nascosti dietro la facciata Shield. L’eterna lotta al male sembra non avere fine, nemmeno quando è terrena. Gli umani sono i veri nemici del film, non più degli esseri provenienti da altri pianeti.
Steve Roger ritrova Bucky, il soldato d’inverno, a cui è stato fatto il lavaggio del cervello per essere usato come super soldato ai fini della missione dell’Hydra. La tensione è alta, ma il pathos e l’emotività dei continui incontri-scontri tra Cap e Bucky, amici storici (letteralmente), è una graditissima aggiunta di valore. Ancora una volta da citare l’ascensore: questa volta non per una battuta sul martello di Thor, ma per il divertente picchia tutti alla quale si presta. Il Capitano si esprime nuovamente con una battuta delle sue, per poi passare all’azione.
Per saperne di più: La classifica dei film della Fase 1 dal peggiore al migliore
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