Recensione – Il principe d’ Egitto, l’uomo piegato al disegno divino

La recensione de Il principe d'Egitto

Articolo pubblicato il 18 Dicembre 2022 da Giovanni Urgnani

Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 16 dicembre 1998 mentre in quelle italiane il 18 dicembre del medesimo anno. Libera trasposizione del libro dell’Esodo, scritto da Philip LaZebnik e diretto da Simon Wells, Brenda Chapman, Steve Hickner.

Candidato a due premi Oscar, vincitore nella categoria miglior canzone originale When you believe composta da Stephen Schwartz mentre il cast vocale include: Val Kilmer, Ralph Fiennes, Michelle Pfeiffer, Sandra Bullock, Jeff Goldblum, Danny Glover, Steven Martin, Martin Short, Helen Mirren, Ofra Haza e Patrick Stewart.

La trama de Il principe d’Egitto, film del 1998

Mosè, dopo essere stato salvato dalle acque ed allevato dal popolo d’Egitto insieme al futuro faraone Ramses, scopre le sue origini ebraiche, abbandona il lusso e guida gli ebrei verso la Terra Promessa.

Colossal animato che segue le orme tracciate dal “Rinascimento” Disney: un prodotto magniloquente con tecnica sopraffina, elementi in computer grafica che si amalgamano perfettamente con l’animazione tradizionale ed infine una struttura musical.

Il lungometraggio si impone alla fine di un decennio in cui ha visto la crescita esponenziale delle pellicole animate soprattutto dal punto di vista della capacità produttiva, visiva e spettacolare.

La pellicola non è un semplice adattamento di uno dei libri de La Bibbia ma dietro all’apparente intento di riproporre (per quanto possibile) il testo di riferimento, si palesa mediante la messa in scena l’intenzione di sviluppare un conflitto interiore di esseri umani incastrati in un progetto più grande che non bada ai loro sentimenti.

La recensione de Il principe d’Egitto, film targato Dreamworks Animation

Al centro del racconto vi è il rapporto fraterno tra due uomini in cui pesa sulle loro spalle un destino stabilito fin dalla nascita. Ramses dovrà raccogliere l’eredità della corona diventando non soltanto un monarca ma addirittura una proiezione delle divinità in terra. Mosè invece è stato scelto dal dio dei suoi padri per guidare il popolo ebraico fuori dalla schiavitù.

Un legame sincero e profondo che va oltre il legame di sangue e che la successiva rottura causerà un lancinante dolore ad entrambi. Le ultime parole di Mosè sono dedicate proprio a Ramses, gli occhi e il cuore sono proiettati verso l’altra sponda del Mar Rosso, metà del suo cuore rimarrà per sempre nella terra d’Egitto, luogo in cui si è sempre sentito parte di una famiglia.

Ma l’essere umano non è solamente caratterizzato mediante due individui; infatti, è molto importante approfondire il ruolo dei due popoli coinvolti: gli ebrei e gli egiziani.

Entrambi pagano le conseguenze di una lotta tra dei che si ripercuote sulle loro esistenze, vengono mostrati tanti volti di persone comuni che provano sulla loro pelle la sofferenza e il dolore, chi a causa delle fruste e dello sfruttamento e chi invece a causa delle piaghe.

I personaggi e le tematiche presenti ne Il principe D’Egitto

La sequenza della decima piaga è a dir poco straziante principalmente grazie all’effetto sonoro dello spirare delle anime. La luce bianca non è più sinonimo di speranza, gioia, vita ma al contrario diventa portatrice di morte, lutto e disperazione.

Un bambino innocente cammina verso casa come se nulla fosse e quando è girato di spalle il suo spirito viene “rapito” per sempre. Di lui non viene mostrato altro che una mano cadere al suolo.

Così il Faraone e Dio non sono altro che due facce della stessa medaglia, entrambi per un sedicente bene del proprio popolo utilizzano lo stesso modus operandi: il genocidio. Il dolore di Mosè è quello di un uomo che si sente responsabile di tutta questa serie di disgrazie.

In seguito alla concessione della libertà non c’è spazio per le esultanze o per la soddisfazione. Si ferma, si siede e si lascia andare ad un pianto colmo di sconforto, consapevole che l’obiettivo è stato raggiunto ad un prezzo forse fin troppo alto, anche per la stessa libertà.

Voto:
5/5
Andrea Barone
5/5
Andrea Boggione
5/5
Gabriele Maccauro
4.5/5
Alessio Minorenti
4.5/5
Paola Perri
5/5
Vittorio Pigini
5/5