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Recensione – Il Grinch: La Denuncia Natalizia Al Consumismo Americano

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Uno dei film natalizi che non possono mancare durante le feste è sicuramente “Il Grinch“, commedia fantasy con protagonista Jim Carrey diretta da Ron Howard ed uscita nel 2000 (in attesa dell’annuncio dell’uscita italiana della sua versione horror). L’opera è ambientata nel paese di Chi Non So, popolato dai Non So Chi, dove il Natale è celebrato come la più straordinaria e grande di tutte le feste e tutti lo amano… tranne il Grinch, un essere burbero ricoperto di pelo verde che non vuole avere alcun rapporto con il genere umano e considera il Natale il peggior periodo dell’anno, cosa che lo fa apparire temibile agli occhi di tutti i cittadini. L’unica che invece vuole capire cosa fa il Grinch ad agire in questo modo e quale può essere la soluzione per farlo di nuovo integrare con gli altri è la bambina Cindy Chi Lou, la quale non sente più il Natale come una volta ma allo stesso tempo non riesce ad immaginare qualcuno che lo passi da solo.

La recensione del talento di Jim Carrey nel ruolo del Grinch e non solo

Sarebbe inutile soffermarsi nuovamente sulla tecnica utilizzata, evidenziando le perfette scenografie colorate e cartoonesche, specialmente se si parla dell’incredibile trucco di Rick Backer che ricrea il Grinch in carne ed ossa, lavoro che ha fatto ottenere all’artigiano un ennesimo premio oscar. Sarebbe superfluo andare anche a menzionare l’incredibile straordinaria performance di Jim Carrey (candidata ai golden globe per il miglior attore), che è dai tempi di “The Mask” che non rendeva così perfetto e credibile un personaggio che sembra essere uscito da un’opera animata, da cui i movimenti sono ispirati ai più celebri personaggi dei Looney Tunes con un’espressività massima ed un movimento del corpo che difficilmente trova eguali nel campo della recitazione, cosa sfruttata in continuazione anche nei dettagli ritratti dallo stesso regista Ron Howard che riesce a gestire con grande professionalità tutta la baracca.

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Il Grinch ed il rapporto comprensivo con il Natale

Il film è ricordato soprattutto per le irresistibili gag comiche del personaggio, unite alla tenerezza del rapporto tra Cindy Chi Lou ed il Grinch, ma bisognerebbe nominarlo anche per altri contesti che lo rendono estremamente memorabile tra i film di questo genere, tra cui la destrutturazione dell’apparenza del Natale: l’opera infatti ritrae in maniera stucchevole ed eccessiva gli abitanti di Chi Non So, che sembrano quasi un’unica massa corporea che si muove sempre e solo allo stesso modo, poiché tutti quanti sono presi dalla grandezza del Natale per i regali da comprare, le decorazioni da appendere, la dimostrazione di possedere più di quanto ne abbiano altri. Ed è proprio di fronte a tale eccesso che il Grinch ad un certo punto esplode di rabbia, accusando gli abitanti di promuovere solo una continua macchina consumista che tanto, prima o poi, finisce sempre e solo nella spazzatura, aspettando di ricevere altri regali a cui sicuramente qualcuno smetterà di dare valore dopo poco tempo. La tradizione delle feste viene distrutta totalmente nella voglia di apparire, cosa percepita anche dalla bambina Cindy che non riesce a capire quale sia il senso reale del Natale ma di cui insegue sempre la speranza delle origini nonostante questa consapevolezza che le fa paura.

Tale critica consumista tocca anche il terreno politico, dal momento che Augustus, il sindaco di Chi Non So, viene ritratto come un incredibile narcisista ed egomaniaco, il quale approfitta dell’arrivo delle feste per fare capire agli abitanti che lui è il migliore, in quanto possessore ed amministratore della tradizione, ma anche quando arriva il momento di premiare un’altra persona al suo posto, ovvero il Grinch, lui decide non solo di rubargli tutta la scena attraverso una proposta di matrimonio, ma anche di screditarlo in pubblico. Tutto ciò si ricollega all’infanzia mostrata dal Grinch, il quale nell’unico momento in cui decide di fare un regalo sincero ad una persona che ama, viene preso in giro per il suo aspetto esteriore, facendolo scappare lontano da tutti, perché nella società di Chi Non So non c’è posto per un individuo diverso, così lontano dalla tradizione che richiedono invece tutti quanti.

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Il Grinch e la vera cura del Natale

Tutti questi elementi profondi rendono ancora più straordinario il significato finale, che l’opera originale del Dr. Seuss (da cui è tratto il film) riprende dal concetto di Charles Dickens, dove il Grinch rimane commosso dalla reazione degli abitanti che finalmente si svegliano dal sonno capitalista una volta che si vedono privati dei loro oggetti, poiché il Natale può essere tolto solo dalla mancanza delle persone che si ama, mancanza che il Grinch ha sentito per troppo tempo, finché una bambina non è venuta a ricordarglielo con tanta insistenza. Non ci si rende conto di che cosa è il Natale finché quest’ultimo non viene spogliato di tutte le sue apparenze ed è proprio ciò che rende l’opera di Ron Howard uno dei classici intramontabili di questa festa. Il Natale sta andando via dai cuori dei bambini perché si sta crescendo e sta a noi, una volta cresciuti, rientrare in quel cuore innocente, ricordandoci cos’è che l’ha sempre reso affascinante dall’alba della nostra nascita, lontano da quel capitalismo che distrugge tutta la nostra innocenza.

Voto:
4/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Alessio Minorenti
3.5/5
Paola Perri
3.5/5
Vittorio Pigini
4.5/5
Bruno Santini
3.5/5
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