Articolo pubblicato il 8 Gennaio 2023 da Paola Perri
Il 22 Dicembre 2022 ĆØ approdato nelle sale italiane The Fabelmans, il nuovo film di Steven Spielberg, il quale prova a raccontare il suo amore per il Cinema e ciĆ² che lo ha condotto a intraprendere la sua celebre carriera in un racconto semi-autobiografico.
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Dopo essersi cimentato nel genere Musical con il remake di West Side Story, il noto regista torna a una narrazione piĆ¹ intima, un dramma estremamente personale, coinvolgente ed emozionante, in cui traspare tutta la sua umiltĆ .
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Questo approfondimento intende soffermarsi sulla scena finale del film The Fabelmans, in particolare sull’ultima inquadratura con cui si chiude la pellicola, analizzandone significato e prospettive.
Di seguito la spiegazione del finale di The Fabelmans, ultima pellicola di Steven Spielberg.
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La trama di The Fabelmans, il film intimo di Steven Spielberg
Sammy Fabelman (uno straordinario Gabriel LaBelle) ĆØ un piccolo bambino spaventato dall’idea del Cinema, ma la sua prima esperienza davanti al grande schermo stravolge completamente la percezione che ha di esso, e l’arte delle immagini in movimento diventa il suo piĆ¹ grande amore.
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Sammy sembra vivere un’infanzia spensierata, all’interno di una famiglia fondata su un matrimonio apparentemente felice. Tuttavia, qualche anno dopo, il rapporto fra i suoi genitori (Michelle Williams, Paul Dano) vacilla. Le certezze del ragazzo crollano improvvisamente, e i film restano l’unica ancora terapeutica per superare il suo trauma personale.
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Il ragazzo affronta diversi trasferimenti nella fase complicata dell’adolescenza, in cui conosce nuovi ambienti, crea nuove amicizie e vive i suoi primi “amori”. Ma non perde mai di vista la sua passione primordiale: dirigere pellicole. PiĆ¹ che un’ossessione, una vera e propria valvola di sfogo.
Laddove Sammy non puĆ² avere ciĆ² che desidera dalla vita vera, lo inventa da zero con la sua fantasia, nei suoi film. Nei suoi racconti.
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La spiegazione del finale di The Fabelmans: l’umiltĆ di un regista impareggiabile
Sin dalla produzione di The Fabelmans, non si ĆØ fatto segreto dell’elemento “autobiografico” all’interno della sceneggiatura, scritta a quattro mani da Steven Spielberg e Tony Kushner. I due hanno giĆ collaborato in altre pellicole del regista: Munich, Lincoln e il recente West Side Story.
Inoltre, tornano per l’occasione due amici inseparabili di Spielberg, celebri collaboratori nelle sue opere: il direttore della fotografia Janusz Kaminski e il compositore John Williams.
Sceneggiatura, Fotografia e Colonna Sonora creano insieme un racconto magnifico, emozionante e travolgente, che rende omaggio al mezzo cinamatografico, piuttosto che alla carriera del regista americano, che indietreggia in secondo piano all’interno della sua stessa storia con un’umiltĆ impressionante.
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Superata la soglia dei cinquant’anni di carriera, Steven Spielberg deve aver concepito (finalmente) l’idea di essere degno di dedicarsi un film. Assurdo, se si pensa che registi con ben meno anni di esperienza hanno giĆ attraversato questo ponte.
Ma nonostante la vena autobiografica sia immediatamente chiara allo spettatore, durante la visione non si puĆ² fare a meno di percepire una funzionalitĆ nella “presenza” di Sammy/Steven all’interno della pellicola, in quanto semplice specchio di emozioni per raccontare tutt’altro.
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Sammy/Steven ĆØ sempre un passo indietro rispetto alle vicende di vita in cui ĆØ coinvolto. Lo zoom della macchina da presa indugia poche volte sul suo volto, soffermandosi al contrario sui membri della sua famiglia, o su ciĆ² che il ragazzo guarda con occhi cosƬ attoniti.
L’intento di Spielberg ĆØ, dunque, di far capire allo spettatore ciĆ² che lui ha compreso in precedenza, non il suo stato d’animo (ha impiegato una vita intera per mostrarci il suo stato d’animo, una filmografia intera si puĆ² dire); ciĆ² che ama davvero del mezzo cinematografico, e non come si sente in prima persona a utilizzarlo. A che servirebbe tale retorica?
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Emblematica la scena finale in cui Sammy/Steven conosce il regista John Ford (interpretato in un sensazionale cameo dal regista David Lynch). Il ragazzo sta per intraprendere ufficialmente la sua carriera nell’arte televisiva prima, nel Cinema poi. La sua concezione artistica del racconto (ancora grezza) viene per sempre smussata da un consiglio spassionato dell’eccentrico Ford, che gli ricorda l’importanza dell’Orizzonte nei dipinti. L’Orizzonte assume per Spielberg il significato metaforico di Elemento in una storia.
Se l’orizzonte si trova sopra o sotto all’interno di un dipinto, allora il dipinto ĆØ interessante, perchĆ© (va inteso) devia dallo standard, dalla normalitĆ e quindi dalla banalitĆ . CosƬ come un elemento di sceneggiatura puĆ² rendere unica e diversa una storia. Al contrario, se l’orizzonte rimane al centro del dipinto, tutto resta noioso. CosƬ come un racconto privo di immaginazione.
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Spielberg ha fatto tesoro di questo consiglio, e ce lo ricorda nell’esilarante inquadratura finale in cui sposta l’obiettivo su un orizzonte superiore.Ā
Solo allora, il regista decide di bucare la quarta parete e di trascendere finalmente il personaggio di Sammy, ricordandoci infine che in un certo qual senso… questo film parlava anche di lui!
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Il trailer di The Fabelmans, il nuovo film di Steven Spielberg
Di seguito il trailer del nuovo film di Steven Spielberg: The Fabelmans, disponibile in sala dal 22 Dicembre 2022.