Articolo pubblicato il 5 Giugno 2023 da Gabriele Maccauro
Già disponibile su Sky Atlantic ed in streaming su NOW “Endure And Survive“, il quinto episodio di The Last Of Us, la serie tv HBO tratta dall’omonimo videogioco Naughty Dog del 2013. L’episodio è stato rilasciato con due giorni d’anticipo rispetto al solito per via dell’imminente Super Bowl negli Stati Uniti. Ricordiamo inoltre che è in atto anche la distribuzione della serie tv doppiata in italiano, con una settimana di ritardo rispetto all’uscita in lingua originale in contemporanea con gli Stati Uniti. Arrivati ormai a metà del racconto, a che punto ci troviamo con il viaggio di Ellie e Joel ? Di seguito trama e recensione del quinto episodio di The Last Of Us.
La Trama Di Endure And Survive, Il Quinto Episodio Di The Last Of Us
Dopo averci lasciato col fiato sospeso con il finale cliffhanger del precedente episodio, con Ellie e Joel che vengono svegliati da due personaggi che puntano loro la pistola, questo quinto episodio inizia facendo un passo indietro per raccontarci la storia di questi due uomini, Henry e Sam. Questo quinto episodio inizia qualche giorno prima dei fatti del quarto episodio con la resistenza che, con una sorta di guerra civile, attacca la FEDRA e prende il controllo di Kansas City. Henry e Sam invece si nascondono, tentano di scappare perchè, come già sappiamo, Kathleen li sta cercando. Henry e Sam tentano di sopravvivere in una città che, al momento, si trova nel caos ed in cui Henry risulta essere il ricercato numero uno. L’uomo al comando delle forze armate della resistenza, va a parlare con Kathleen, dicendole che non riusciva a trovarla e che è stata la madre a suggerirgli di andare a cercarla lì: Kathleen si trova infatti nella sua vecchia casa, nella cameretta che condivideva con suo fratello Michael, che è stato ucciso proprio da Henry.
Allo stesso tempo, se da un lato vediamo Kathleen che continua le sue ricerche imperterrita e cerca la sua vendetta, vediamo anche il tentativo di Henry e del suo fratellino Sam di restare in vita. Riescono a sopravvivere con delle razioni e scorte grazie anche ad un alleato, ma il cibo finisce, l’uomo scompare e per loro è giunto il momento di lasciare il loro rifugio e tentare di proseguire la loro fuga. Prima di rimettersi in cammino però, Henry sente una gran confusione e spari provenire da fuori e, affacciandosi alla finestra, vede lo scontro tra Joel e Bryan ed il momento del loro arrivo in città che noi abbiamo già vissuto nell’episodio precedente. Attendono dunque la notte per muoversi ed entrare nell’edificio dove si trovano Joel ed Ellie a cui finiscono per puntare le loro pistole, ricollegandosi al finale dell’episodio precedente e riprendendo da lì la narrazione.
Henry e Sam non hanno intenzione di far loro del male e diventano ben presto degli alleati, nonostante l’iniziale ed inevitabile paura: come Joel difende e protegge Ellie, lo stesso fa Henry con il suo fratellino Sam, bambino sordo di 8 anni, che dunque comunica con il linguaggio dei segni con suo fratello o scrivendo su una specie di lavagnetta. Sam ha ovviamente paura ma è anche un grande appassionato di fumetti e per tutto l’episodio lo vediamo disegnare supereroi, tra cui lo stesso Super Sam, che crea per darsi coraggio e motivo per cui Henry gli disegna sul viso una specie di maschera per incoraggiarlo e farsi forza. Henry dice di non aver mai ucciso nessuno e che risulta ricercato in quanto collaboratore della FEDRA. Se Henry conosce perfettamente la città e sa bene quale sia la strada migliore per fuggire, Joel invece è la forza militare, colui in grado di uccidere chiunque intralci il loro cammino, per cui si forma un’alleanza per fuggire da Kansas City e dal gruppo di Kathleen che adesso non cerca più solo Henry, ma anche Joel, che ha ucciso Bryan ed alcuni suoi uomini. Henry inoltre spiega che la città è priva di infetti perchè la stessa Kathleen li ha spinti tutti nel sottosuolo, rinchiudendoli.
Inizia dunque il loro viaggio, passando attraverso gallerie e strade nascoste e buie, che conducono il gruppo ad un insediamento, una grande stanza piena di riviste, giocattoli e disegni sulle pareti che ricordano un vero e proprio asilo nido. Decidono dunque di restare lì e riprendere il cammino appena il sole tramonterà. Mentre Sam gioca con Ellie, Henry e Joel parlano ed il primo ammette di aver mentito e che ha effettivamente ucciso un uomo. Si sente terribilmente in colpa e sostiene di essere un uomo cattivo perchè ha fatto qualcosa di cattivo, ma si è sentito costretto perchè Sam aveva la leucemia e l’unica cura era nelle mani della FEDRA, che è il motivo per cui iniziò a collaborare con loro, consegnando loro proprio quest’uomo, ovvero Michael, il fratello di Kathleen. Il loro cammino riprende ed Henry esulta perchè era sicuro fosse la strada giusta e non stanno incontrando nessuno. Joel invita alla calma e ne ha tutte le ragioni, visto che di lì a poco qualcuno inizia a sparargli. Si rifugiano dietro una macchina e Joel, sfruttando tutte le sue capacità, dice loro di rimanere lì al sicuro, individua chi ha sparato e, nascondendosi tra macchina e vegetazione, lo raggiunge e lo uccide a sangue freddo. Joel si trova dunque nel piano superiore di una casa e sente Kathleen contattare l’uomo che ha appena ucciso con la radio. Kathleen ed i suoi uomini stanno raggiungendo a tutta velocità il punto in cui si trovano a bordo dei loro mezzi blindati. Una volta individuati Henry, Sam ed Ellie, si dirigono nella loro direzione ma Joel riesce a sparare al conducente del primo veicolo, mandandolo fuori strada ed a schiantarsi su un’altra casa.
Kathleen ed i suoi uomini hanno ormai stanato i tre ed individuato Joel, motivo per cui deve necessariamente rimanere coperto, ma ecco il colpo di scena: il blindato esplode ed inizia a collassare su se stesso. Dalla voragine che si è andata a formare, nel giro di pochi secondi, un’orda d’infetti compare e si inizia a dirigere a tutta velocità contro tutti quanti. Joel tenta di difendere Ellie sparando con il cecchino dalla distanza, la stessa Ellie riesce a difendere Henry e Sam uccidendo due Clicker con il coltello e liberandoli, visto che si erano nascosti sotto una macchina, ma ecco che compare addirittura un Bloater, ovvero quel tipo di infetto che va a nascere se un ospite “resiste” per molti anni all’infezione. Una creatura enorme e che con una vera e propria armatura fungina che la protegge addirittura da proiettili. Essa distrugge tutto ciò che si trova vicino, tra cui il capo delle forze armate e braccio destro di Kathleen, che muore per darle una possibilità di scappare. Joel riesce a ricongiungersi con Ellie, Henry e Sam ma, quando la fuga sempre essere riuscita, vengono bloccati da Kathleen, che punta loro una pistola. La cosa dura poco però, perchè un altro infetto arriva a tutta velocità e la uccide.
I 4 sono dunque riusciti a fuggire e si rifugiano in una casa lontana per far passare la notte. Qui il focus dell’attenzione si concetra in primis su Ellie e Sam che parlano. Sam le mostra una ferita sulla gamba: è stato morso durante gli scontri precedenti. Ellie gli mostra la sua cicatrice e gli dice che il suo sangue è la cura, motivo per cui si fa un piccolo taglio sulla mano e tenta di porre rimedio toccandogli la ferita. La mattina dopo però, Ellie si sveglia e trova Sam seduto sul letto, di spalle. Lei gli si avvicina, ma Sam si è ormai trasformato in un infetto e tenta di morderla. Intervengono quindi Joel ed Henry ma quest’ultimo blocca Joel e spara a suo frattelo.
Incredulo per ciò che è successo, nonostante Joel lo inciti a posare la pistola, quest’ultimo si spara. L’episodio si conclude dunque con Joel ed Ellie che seppelliscono i loro corpi, Ellie lascia sopra la tomba di Sam la sua lavagnetta su cui ha scritto “mi dispiace” e, sulle note di Fuel To Fire di Agnes Obel, riprendono il loro cammino.

La Recensione Del Terzo Episodio di The Last Of Us: Resistere E Sopravvivere
Come abbiamo ormai imparato dagli episodi precedenti, il titolo di ciascuno di essi rappresenta, in una certa misura, anche un punto cruciale per l’analisi dello stesso. Resistere e sopravvivere non è soltanto la traduzione italiana del titolo di questa quinta puntata ma il mantra non solo di questo episodio ma dell’intera serie tv: lo capiamo dal modo in cui muore Kathleen, che ci viene mostrata come una vera e propria minaccia, come un cosiddetto Villain, che poi viene eliminato velocemente, come un battito di ciglia. Lo capiamo anche dai personaggi secondari che ci vengono presentati durante il viaggio di Joel ed Ellie, un po’ come quelli che incontra il personaggio di Richard Farnsworth durante il suo cammino in Una Storia Vera di David Lynch, ovvero personaggi che ci lasciano qualcosa, a cui ci affezioniamo, ma che poi salutiamo e non vediamo più all’interno della macro-trama: è stato così con l’episodio filler dedicato a Bill e Frank ed è stato così anche con Henry e Sam, la cui tragica fine sembra fin troppo cruda e repentina per essere vera.
Eppure questo è il mondo di The Last Of Us, un mondo in cui l’unico vero obiettivo è e resta quello di resistere e sopravvivere. È in quest’ottica che va a collegarsi uno dei dialoghi più importanti dell’episodio, quello sul finale in cui Sam parla con Ellie e le chiede “se ti trasformi in un mostro, dentro sei sempre tu?“. Sam è stato morso, lo sa, ha paura e cerca quindi conforto in una persona che conosce sì da poco tempo ma che ha dimostrato di volergli bene, con cui sente si sia andato a formare un legame, sente di aver trovato un’amica, una sorella. Questo non è il mondo in cui dovrebbe vivere un bambino di 8 anni, come dice anche Joel nell’episodio precedente ad Ellie, ma la realtà dei fatti resta questa, una soluzione sembra davvero non esserci e tutto ciò che Sam tenta di fare, avendo ormai già capito qual è il suo destino, è quello di cercare conforto in una figura a lui vicina.
Un episodio potentissimo, dove la violenza degli infetti – non ne avevamo mai visti così tanti e tutti insieme prima d’ora – sembra quasi essere seconda al modo in cui ci viene spiattellato in faccia quanto questo mondo sia crudele e brutale e di come chiunque possa morire da un momento all’altro, mostrandoci la morte per quello che è, senza indugiare troppo sul personaggio morente con discorsi in fin di vita ma anzi, ricordandoci come il focus del racconto restino Joel ed Ellie e di come, a prescindere dal legame più o meno forte che essi possono avere con Bill e Frank, Henry e Sam, Tess o Kathleen, bisogna andare avanti. Bisogna resistere e sopravvivere.

Un Adattamento Che E’ Già Storia Della Serialità Televisiva
Lo stiamo facendo ormai dopo ogni episodio e non ci stancheremo mai di farlo: con The Last of Us stiamo assistendo ad una trasposizione tra due medium completamente differenti di una qualità probabilmente mai vista in televisione. Non solo una trasposizione tra due medium diversi, dunque due medium che vivono di leggi, regole e di un linguaggio diversi ma una trasposizione, nello specifico, da un videogioco alla serialità televisiva. Il rapporto tra videogiochi e cinema/serie tv è sempre stato diverso ed ha dato vita spesso e volentieri ad opere mediocri, il cui intento è sempre sembrato semplicemente quello di riportare un videogioco in un altro mondo col solo intento di fare soldi. Non che The Last Of Us non abbia questo intento – d’altronde, quale opere si può dire non lo abbia davvero – ma è evidente come ci sia stata una cura maniacale per ogni dettaglio ed aspetto, non a caso dietro questa serie tv c’è proprio Neil Druckman che, insieme a Craig Mazin, sembra abbia capito appieno quale sia il modo per adattare la già meravigliosa storia raccontata nel videogioco Naughty Dog del 2013, in quest’opera in cui, nonostante l’eccelsa qualità del gioco, riportarlo uguale uguale in tv non avrebbe condotto a questo stesso risultato.
Ogni episodio ci vengono tra l’altro aggiunti nuovi elementi che ci dimostrano con quale qualità è stata trasposta la serie, basti pensare all’orda di infetti di fine episodio, che nel videogioco è evidentemente gameplay, ma soprattutto il discorso portato avanti tra Ellie e Sam sui fumetti, la loro passione, di cui hanno ciascuno diversi numeri dello stesso fumetto, che nel videogioco rappresenta un elemento tra l’altro difficilissimo tra trasporre come i collezionabili. Un’altra volta ancora dunque, chapeau, perchè siamo sicuri che questo approccio verrà ripreso e copiato da molte altre opere future e farà scuola.