Ant-Man: la storia del personaggio e i film nel MCU

La storia di Antman nel MCU prima di Antman and the Wasp: Quantumania

Articolo pubblicato il 13 Febbraio 2023 da Bruno Santini

Da ladro a salvatore dell’universo, l’arco narrativo di Scott Lang nel Marvel Cinematic Universe si è rivelato variopinto e pieno di insidie.  In previsione di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, ecco qual è stato il percorso dell’Uomo Formica all’interno dell’universo cinematografico condiviso della Casa delle Idee. Di seguito, tutte le tappe della storia di Ant-Man nel MCU, attraverso i film e i fumetti. 

La nascita del personaggio di Ant-Man nei fumetti

Per impedire che la sua tecnologia finisca in mani sbagliate, il dottor Hank Pym (Michael Douglas) ingaggia il riluttante ladro Scott Lang (Paul Rudd) per una missione che ha dell’impossibile: rubare il Calabrone, un’arma che sfrutta le particelle create dallo stesso Pym per potersi miniaturizzare ai livelli di una formica, prima che il bieco industriale Darren Cross (Corey Stoll), ex protetto di Hank, possa arricchirsi compiendo la sua vendetta personale contro il suo vecchio maestro.

 

 

Quello che Scott ignora è che il furto dovrà compierlo nei panni di Ant-Man, indossando la tuta che fu dello stesso Pym trent’anni prima. Ant-Man è uno dei personaggi più longevi ed iconici di tutto il panorama fumettistico Marvel, creato nel 1962 da Stan Lee e Jack Kirby, Henry “Hank” Pym è stato membro fondatore dei Vendicatori e parte integrante del team per parecchio tempo. Una ghiotta occasione, quindi, per fare esordire il personaggio nel già rodato MCU (Marvel Cinematic Universe), sfruttando i suoi poteri per creare qualcosa di potenzialmente unico.

 

 

Il personaggio di Ant-Man al cinema e i film nel MCU

 

 

La genesi cinematografica del personaggio, tuttavia, è stata lunga e travagliata. Sin dal 2003 il regista e produttore Edgar Wright (Hot Fuzz, Shaun of the Dead) col suo partner creativo Joe Cornish hanno cercato di portare Hank Pym sul grande schermo, passando per lo studio indipendente Artisan Enterteinment (che all’epoca deteneva i diritti del personaggio) fino ai Marvel Studios nel 2006.

 

Fu solamente nel 2010 che l’ingranaggio alla base del primo lungometraggio su Ant-Man inizia seriamente a muoversi, con Wright alle prese con la seconda bozza di sceneggiatura e con dichiarazioni che fecero storcere il naso al mammasantissima dei Marvel Studios, Kevin Feige“Ant-Man sarà un film scollegato dagli Avengers e sarà un grande film di genere slegato dal contesto condiviso”: una dichiarazione che non piacque per niente a Feige e fu proprio per queste divergenze creative che Wright abbandonò il progetto nel 2013, rimanendo accreditato (insieme a Cornish) come sceneggiatore e soggettista del film.

 

L’arma vincente di Ant-Man (uscito nel 2015) infatti è proprio lo script, il film di Peyton Reed (Yes Man) riesce, anche grazie alla verve del cast principale, a mantenere la stessa identica verve del personaggio fumettistico riuscendo ad inserire Scott Lang in un contesto realistico e ben contestualizzato all’universo narrativo del MCU. Dall’esilarante sequenza del training con le formiche (che strizza l’occhio al cult Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi) , alla battaglia finale col terribile Calabrone, Ant-Man da il meglio di sé anche grazie all’ottima interpretazione di un sempre bravo Paul Rudd coadiuvato da un ottimo Michael Douglas in quello che, a tutti gli effetti, si potrebbe definire come un heist movieDivertente, ben ritmato, Ant-Man riceve anche il plauso della critica che ne elogia il perfetto equilibrio tra azione e comicità, gestito perfettamente da un Peyton Reed mai così a suo agio dietro la macchina da presa.

 

Il ritorno di Wasp e i difetti del film Ant-Man and the Wasp

Per aver aiutato la fazione di Captain America in Germania (durante gli eventi di Captain America: Civil War), Scott Lang è costretto agli arresti domiciliari con tanto di dispositivo alla caviglia.  Tutto sommato Lang non se la passa poi così male, l’aver salvato la situazione contro il Calabrone nei panni di Ant-Man gli ha permesso di riavvicinarsi alla figlia Cassie guadagnandosi così la fiducia della sua ex moglie. La tranquillità di Scott, ad ogni modo, sta per finire: Hank Pym sta cercando in tutti i modi di riportare a casa sua moglie Janet (Michelle Pfeiffer), intrappolata nel Regno Quantico da trent’anni. E chi meglio del nuovo Ant-Man può aiutare l’ex Uomo Formica a riportare a casa l’amore della sua vita? Aiutati dalla figlia di Hank, Hope (Evangeline Lilly) che nel frattempo è diventata la nuova Wasp al posto della madre, lo scienziato e il ladro dovranno vedersela non solo con il trafficante di tecnologia quantica Sonny Birch (Walton Goggins) ma anche con la mercenaria dello S.H.I.E.L.D. Ava Starr (Hannah John-Kamen), che vuole appropriarsi della tecnologia di Pym per guarire dalla sua condizione eterea.

 

 

Arrivato a tre anni di distanza dal primo film e ventesima pellicola del MCU, Ant-Man and The Wasp ripropone il dogma del “squadra che vince non si cambia”Tornano tutti, a partire dal regista Peyton Reed al cast originale del capostipite (compresi i gregari di Scott: Michael Pena, David Dastmalchian e Tip Harris), manca una sola persona in grado di fare la differenza: Edgar Wright alla sceneggiaturaIl peccato originale di questo sequel, infatti, è uno script troppo blando che ha dalla sua un pretesto narrativo troppo debole. Il salvataggio di Janet dal Regno Quantico è, di fatto, il motore trainante di questo secondo capitolo ma è anche l’assist per introdurre un villain tanto debole nelle motivazioni quanto nella messa in scena, nonostante un buon effetto speciale che lo contraddistingue.

 

 

Quindi cosa rimane di questo sequel? In primis una buona chimica tra Scott e Hope che si consolida e si fortifica dopo le buone basi messe giù nel primo film, grandi scene d’azione come l’inseguimento tra le strade di San Francisco e in generale tutte le sequenze action che hanno a che fare con Ant-Man e Wasp insieme. Ultima ma non ultima la verve del protagonista, un sempre divertito Paul Rudd che fa di tutto per salvare la baracca dalla noia più totale. Eppure Ant-Man and The Wasp rimane un film che serve solamente come traghetto nella guerra contro Thanos, a conti fatti la scena post-credit è il vero fulcro principale dell’opera: cinque minuti che si riveleranno fondamentali per il futuro del Marvel Cinematic Universe.

Ant-Man in Avengers: Endgame e il suo ruolo negli eventi del film

Il Regno Quantico è un luogo dove tempo e spazio diventano irrilevanti. Lo sa bene lo sfortunato Scott, rimasto intrappolato per cinque lunghi anni (ma per lui sono state solamente cinque ore) proprio nel Regno Quantico dove si era recato, grazie all’aiuto dei suoi amici, per trovare una cura definitiva allo stato etereo di Ava Starr. Tornato nella nostra realtà grazie ad un evento completamente fortuito (o forse no, vero Dottor Strange?), Scott Lang si ritrova in una San Francisco semi deserta e abbandonata, senza rendersi conto di quello che è realmente accaduto.

 

Dopo aver ritrovato sua figlia Cassie (ovviamente cresciuta), l’eroe si reca alla base degli Avengers per spiegare ad una disillusa Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) con Steve “Captain America” Rogers (Chris Evans) il suo piano tanto folle quanto improbabile: un viaggio nel tempo sfruttando il Regno Quantico, rubare le Gemme dell’Infinito e riportare tutti a casa, la battaglia più importante dei Vendicatori per sconfiggere Thanos in maniera definitiva e risolvere la situazione. A qualunque costo.

 

 

Avengers: Endgame (2019) è probabilmente il crossover cinematografico più importante degli ultimi tempi.

Un successo planetario, campione d’incassi con quasi 2 miliardi e 800 milioni (superando inizialmente Avatar di James Cameron, sorpassato nuovamente da quest’ultimo dopo la sua re-release di marzo 2021) e film conclusivo di un ciclo narrativo durato dieci anni: la Saga dell’InfinitoIl piccolo grande eroe cavaliere di formiche, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale: è la forza trainante che convince gli Avengers ad agire per far tornare le cose alla normalità, soprattutto nel primo atto Scott Lang diventa imprescindibile per lo svolgersi degli eventi lasciando (giustamente) spazio ai Vendicatori originali nel secondo e terzo atto quando il film entra nel vivo. Ad ogni modo, durante la battaglia finale, Scott scende in campo insieme agli Eroi più potenti della Terra nei panni di Giant-Man elargendo mazzate contro i Leviatani di Thanos e contribuendo in maniera piuttosto attiva alla risoluzione della guerra contro il Titano Pazzo.