Articolo pubblicato il 20 Febbraio 2023 da Bruno Santini
Esce nelle sale italiane il 16 febbraio 2023 “The Quiet Girl”, film del regista irlandese Colm Bairéad con protagonista la giovane e talentuosa Carrie Crowley. Il film è riuscito ad accaparrarsi anche una nomination per miglior film internazionale alla prossima cerimonia dei Premi Oscar. Di seguito la trama e la recensione di The Quiet Girl.
La trama di The Quiet Girl
Di seguito, a proposito della trama di The Quiet Girl, viene indicata la sinossi ufficiale del film: “Irlanda rurale.1981. Cait, nove anni, viene mandata via dalla sua famiglia troppo numerosa e disfunzionale a vivere con dei genitori adottivi per l’estate. Lottando silenziosamente a scuola e a casa, ha imparato a nascondersi anche in bella vista da chi la circonda. Grazie alle cure dei suoi affidatari riesce a sbocciare, tuttavia, in questa casa dove non dovrebbero esserci segreti, scopre una dolorosa verità.”

La recensione di The Quiet Girl: candidato agli Oscar come miglior film internazionale
Spesso accade che film che vedono tra i loro protagonisti assoluti bambini finiscano per abdicare rispetto a qualsiasi tipo di complessità in favore di una leggerezza non meglio definita o, sull’altro lato del fronte, provino a conferire ai suddetti giovani interpreti una caratterizzazione che tipicamente sarebbe riservata a un personaggio adulto, finendo per creare opere estremamente pesanti e faticose in cui la spontaneità dell’infanzia viene completamente meno.
Fortunatamente “The Quiet Girl”, tra i suoi molti pregi, ha quello di rifuggire abilmente questi due estremi, unendo questa preziosa qualità ad un’altra persino più preziosa se si fa riferimento a quello che è un esordio al lungometraggio: infatti per tutta la sua durata questa opera irlandese dialoga con lo spettatore con il linguaggio che primariamente appartiene al mezzo cinematografico, quello delle immagini. La storia narrata da questo piccola produzione irlandese è veramente ridotta all’osso eppure contiene una delle storie di formazione giovanile tra le più convincenti degli ultimi anni. Cáit è infatti una bambina taciturna e non particolarmente fortunata per quanto concerne il suo quadro famigliare che, come esplicitato fin dalla prima inquadratura della pellicola, dovrà precocemente trovare un modo di uscire dalla piccola tana in cui suole rifugiarsi per guadagnarsi la sua libertà.
Questo delicato processo passa per il suo spostamento presso la casa dei lontani cugini della madre. L’incontro tra questi adulti e la piccola Cáit avviene con estrema cautela, infatti da ambo le parti vi è un rimosso da affrontare e la fiducia nel prossimo appare tutt’altro che scontata. Il regista Carrie Crowley prende dunque una decisone da reputarsi molto fine e coraggiosa, infatti invece che esplicitare le tappe di questo percorso di avvicinamento decide di lavorare di sottrazione, asciugando al massimo la sceneggiatura e affidando al comparto visivo la narrazione della progressione degli eventi.
In tal senso la pellicola sembra ricalcare il modus operandi di un’altra opera, ovvero “Manchester by the sea”. Come accadeva nel film con protagonista Casey Affleck anche qui sono i piccoli gesti, la comunicazione non verbale, l’accettazione della diversità dell’altro a costituire il terreno comune su cui far sbocciare i fiori di una nuova relazione. Il tutto è incorniciato dalle folate di vento e la verdeggiante flora del paesaggio irlandese, perfettamente complementare all’evoluzione dei personaggi. Necessario dunque per godere fino in fondo di questa pellicola è l’abbandonarsi a questa mite storia di formazione che nel suo ventre nasconde per tutta la sua durata i germi di un amore pronto a divampare e che tramite una bellissima ultima rincorsa finale (meravigliosamente metaforica e complementare alla scena iniziale della pellicola) non può non travolgere con tutta la sua tenerezza.