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Recensione – Chucky 2×08: Natale In Casa Chucky

Chucky: la recensione del finale della seconda stagione

Con gli ultimi minuti del settimo episodio della seconda stagione di “Chucky“, era stato promesso un finale esplosivo. Arrivati alla conclusione della serie, disponibile su Mediaset Infinity, quest’ultima sarà riuscita a terminare mantenendo l’intensa dignità che ha cercato di creare dall’inizio?

La sinossi del finale della seconda stagione di Chucky

Jake, Devon e Lexy riprendono le loro vite dopo la sicurezza della morte di Chucky. Si avvicina Natale ed entrambi cercano di riesplorare sé stessi per trovare un nuovo inizio, ma non sanno che è rimasta un’ultima bambola di Chucky, la quale è ancora viva ed è pronta a fare una strage come regalo delle feste. Inoltre Glen è in fin di vita, per questo Tiffany e Glenda saranno disposte a tutto per salvarlo.”

La recensione del finale della seconda stagione di Chucky

L’episodio precedente aveva fatto pensare che Chucky non avesse più nulla da dire nonostante il cliffhanger estremamente aperto, per questo è da lodare la mano di Don Mancini che riesce a trovare una soluzione narrativa estremamente interessante e che rende ancora più tragico ed ambiguo il destino di diversi personaggi che vedremo nel futuro. Uno dei punti più intensi è la “pausa” che l’episodio prende: la prima parte racconta principalmente del nostro trio che, finalmente, cerca di godersi un assaggio di vita normale.

Tale scelta mostra la cura, la possibilità di andare avanti: è bello vedere la maturità di Lexy che confronta i difetti di sua madre con i suoi, cercando di trovare un punto di incontro e lasciando il passato alle spalle. Stessa cosa è il rapporto tra Devon e Jake, in cui, nonostante tutto, si cerca di esorcizzare il senso di colpa di quest’ultimo, il quale si sente insicuro dopo tutti gli sbagli commessi, non riuscendo più a distinguere i suoi errori dal male che gli è capitato. Da entrambe le ferite dei rapporti, da Lexy e sua madre a Jake e Devon, l’obiettivo è focalizzarsi sull’importanza della comunicazione tra chi si ama, unico mezzo per dare importanza ad un futuro che sembra possibile… finché non torna Chucky.

Chucky: la recensione dell'ottavo episodio

Una guerra contaminante infinita

L’elemento di forza della puntata è la sua narrazione: nonostante l’ironia che è presente anche nei momenti macabri, anche nel punto in cui ci mostra i personaggi prendere respiro, il montaggio non fa mai dimenticare che presto le loro vite finiranno di nuovo per essere stravolte, trasformando i giorni natalizi in un terrificante conto alla rovescia. Con Chucky, le vacanze di Natale non sono possibili, perché a consegnare i regali non sarà Babbo Natale, ma un demone, che porterà discordia. Quel seme della discordia porta via tutto, uccidendo l’infanzia e facendo danni psicologici sempre più difficili da battere, nonostante venga fatta la contrapposizione tra i protagonisti della serie e quelli dei film passati.

Questi ultimi citati infatti, compresa Nika che è stata anche lei contaminata da un’ossessione, non sembrano più riuscire ad andare avanti. La domanda che l’episodio infatti si pone è questa: fino a che punto che il male porti via tutto è davvero possibile cambiare strada, se essa porta sempre in un orrore? Il Natale non c’è più, i legami continuano ad essere difficili, l’infanzia viene portata via insieme a ciò che si è costruito. Il regalo che si può prendere è solo altro sangue? Ed a tal proposito, è lodevole una scena di uccisione, la cui creatività di un piano sequenza si fonde benissimo con la distruzione del gore e con gli ottimi effetti speciali (solo l’unica sequenza in cgi è discutibile, nonostante l’ottima messinscena registica).

In tutto questo, la sorte più tragicomica è proprio la caratterizzazione di Tiffany: ormai è sempre più visibile che Don Mancini mostri la killer più sensibile e leggermente meno cattiva di Chucky, ma la contaminazione creata dai suoi stessi mali la porta in un inferno che durerà per sempre. Da qui l’unica luce possibile è quella creata da Glen e Glenda, le/i quali, nonostante abbiano nel sangue qualcosa dei loro genitori, scelgono di andare avanti per davvero, perché tutto il resto non conta. In tutta la bellezza di questo episodio è da criticare davvero soltanto la reazione umana della mamma di Lexy in un momento per cui chiunque avrebbe dato di matto.

Chucky 2x08: la recensione

In conclusione, la seconda stagione di “Chucky” è leggermente inferiore alla prima, poiché alcune ambiguità legate al cattolicesimo ed alla stessa natura della bambola, vista in un contesto inedito, potevano prendere una strada diversa e non finire in una semplice carneficina. Tuttavia le interessanti critiche sociali in diversi punti, l’intensità dei personaggi e l’ottima messinscena in vari episodi mostrano ancora una volta un prodotto molto dignitoso

Infatti è estremamente evidente il cuore di Don Mancini che rende Chucky una delle icone horror più fortunate di sempre, confermando la sua media superiore rispetto ad altre icone che subiscono trattamenti più freddi e scontati pur di mandare avanti le cose per incassare denaro. Ancora una volta la cattiveria della serie finisce lasciando allo spettatore una grande ansia e una grande curiosità per quello che succederà nella stagione successiva.

Voto:
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