Articolo pubblicato il 17 Aprile 2023 da Alessio Minorenti
Dopo quasi tutto il primo trimestre di questo 2023 caratterizzati da una deprimente carenza di titoli, come si è cominciato a notare da più di un mese a questa parte, il periodo primaverile sembra aver riportato una boccata d’aria fresca ai botteghini italiani e internazionali, grazie all’uscita in quasi ogni fine settimana di almeno un titolo di peso.
Il fatto che la gran parte del dislivello che si stava registrando rispetto al pre-pandemia sarebbe stata sanata in questo periodo era piuttosto prevedibile e sottolinea come la motivazione del grande pubblico nel vedere una certa tipologia di film sia ancora più che presente. Tuttavia duole sottolineare come si potrà affermare con sicurezza di essere tornati a una situazione di mercato pre-pandemica soltanto quando anche tutto quel sottobosco di titoli medio-piccoli che al momento faticano torneranno a ottenere risultati quantomeno decorosi.
Ecco i dati italiani e statunitensi al box office dello scorso weekend:


L’insuccesso di Dungeons and dragons e Renfield
Settimana ricca di uscite nella quale, come sempre accade, non tutte hanno ottenuto risultati soddisfacenti. Bisogna però ancora una volta sottolineare come la pecca principale che accomuna i titoli che si stanno rivelando dei flop al box office sia una: hanno budget troppo elevati.
Infatti sia “Dungeons and dragons: honor among thieves” che “Renfield” stanno ottenendo risultati non disastrosi per i generi di riferimento, quello che tuttavia li sta affossando sono per l’appunto i budget spropositati.
Da una parte il primo ha un budget di 150 milioni di dollari cosa che avendo incassato fino ad ora solo 157 milioni lo condurrà a essere un grosso insuccesso. In questo caso la Paramount non sembra aver imparato dalla lunga sequela di film tratti dai videogiochi che erano intenzionati a far partire delle saghe e che furono arrestati al primo capitolo a causa di incassi (relativamente) bassi se rapportati ai loro costi di produzione. Esempio in tal senso principe è “Warcraft- L’inizio” che, fino all’uscita del film di Super Mario, è stato per anni il film tratto dai IP videoludiche con il più alto incasso della storia del cinema (438 milioni). Tuttavia il suo budget elevato, appena dieci milioni superiore a quello del film su D&D, non fece mai mettere in produzione un secondo capitolo lasciando la saga incompiuta.
Dall’altra parte “Renfield” rappresenta l’ennesimo pastrocchio horror della Universal che, quando non collabora con Jason Blum, si caccia spesso in progetti condannati a sonori insuccessi. Come infatti si potesse sperare che un horror rientrasse del budget di 86 milioni di dollari, specialmente se si tratta di un film stand-alone, è una domanda che sarebbe curioso porre ai dirigenti della major in questione.

Il successo di Super Mario e L’esorcista del Papa
“Super Mario: il film” è invece un successo planetario gigantesco. Il film dopo solo due settimane è a quota 677 milioni di dollari in tutto il mondo, cosa che lo porterà a essere il primo film d’animazione del post-pandemia a superare il miliardo di dollari. A contribuire a questo enorme risultato è anche il calo incredibilmente basso che ha avuto negli USA nel secondo weekend di appena il 42%, dovuto sicuramente a un ottimo passaparola e al fatto che la pellicola ha una durata tale da consentire agli esercenti molte proiezioni in una sola giornata.
“L’esorcista del Papa” invece rappresenta un’ottima notizia per il mercato dell’horror mainstream al di fuori del circuito blume-house, segno che saper scegliere storie dal forte appeal sul pubblico può ancora portare molti spettatori in sala. In questo caso poi il budget di 18 milioni lo fa ricadere comunque in una fascia medio-alta se riferita al genere.