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Guardiani della Galassia: il viaggio del gruppo all’interno del MCU

Forti di un ottimo esordio nei fumetti nel 1969, i Guardiani della Galassia ritrovano nuova linfa vitale (editorialmente parlando) solamente nel 2008, quando Dan Abnett e Andy Lanning riuniscono il gruppo nella saga Annihilation: Conquest, epopea che vede alcuni degli eroi spaziali di casa Marvel dare battaglia ai Phalanx, una fazione di alieno techno-organici guidati da un redivivo Ultron.  La seconda incarnazione dei Guardiani è quella a cui si è rifatto James Gunn per le sue trasposizioni cinematografiche, ecco quindi il viaggio della banda di idioti più folle della galassia all’interno del Marvel Cinematic Universe, attraverso un riassunto dei primi due film dei Guardiani della Galassia.

Guardiani della Galassia (James Gunn, 2014)

Pianeta Terra, anno 1988. Il piccolo Peter Quill, dopo aver assistito impotente alla morte della madre, viene rapito da un gruppo di pirati spaziali chiamati Ravagers, guidati dal rude Yondu Udonta (Michael Rooker). Ventisei anni dopo, un cresciuto Peter (Chris Pratt), autoproclamatosi Star-Lord negli anni, si ritrova sul pianeta Morag per rubare una misteriosa sfera, l’Orb, per poi rivenderla al miglior offerente ignaro del fatto che il suo mentore Yondu ha messo una taglia sulla sua testa per poter mettere le mani sull’artefatto. Quill tuttavia non sa che sulle tracce dell’Orb, oltre a Yondu, c’è anche il crudele Ronan l’Accusatore (Lee Pace), un alieno di razza Kree che vuole la sfera per poter decimare il popolo di Xandar, un pianeta pacifico sotto la protezione dei Nova Corps

 

L’Accusatore invia la letale assassina Gamora (Zoe Saldana) su Xandar per intercettare Quill e recuperare la sfera ma, in una serie di disastrose peripezie, i due vengono arrestati dai Nova Corps insieme a Rocket e Groot, due cacciatori di taglie alieni anch’essi sulle tracce di Star-Lord. I quattro, in carcere, dovranno fare fronte comune insieme a Drax il Distruttore (Dave Bautista) per evadere e recuperare l’Orb, che altro non è che una delle sei Gemme dell’Infinito, prima che finisca tra le mani di Ronan. Scritto e diretto da James Gunn, veterano della Troma Entertainment fondata da Lloyd Kaufman, Guardiani della Galassia, uscito nel 2014, è il decimo film dell’ormai consolidato Marvel Cinematic Universe.  Gunn, nella sua lucida follia, confeziona un film divertente e dal forte impatto scenico mischiando in maniera sapiente azione, commedia, fantascienza e un pizzico di dramma per una delle scommesse più vincenti nel campo dei cinefumetti. 

 

Un film che è fin da subito entrato nel cuore degli appassionati e non, grazie al suo ritmo incalzate e mai banale: grazie ad una scrittura intelligente, James Gunn regala al pubblico un grande gruppo di personaggi, con ogni probabilità tra i più iconici mai creati dai Marvel Studios. Personaggi che, grazie al successo planetario del film, si ritroveranno sul grande schermo per continuare le loro scorribande spaziali solamente tre anni più tardi.

Guardiani della Galassia vol.2 (James Gunn, 2017)

Star-Lord, Gamora, Drax, Rocket e Groot, dopo la battaglia su Xandar e dopo aver sconfitto Ronan l’Accusatore, sono diventati ufficialmente un gruppo, facendosi chiamare i Guardiani della Galassia. Proprio grazie alle loro avventure e alla loro fama crescente, i Guardiani vengono assoldati dai cittadini di Sovereign per recuperare alcune preziose batterie da un mostro inter-dimensionale.  Dopo aver battuto il grosso alieno tentacolare, la combriccola si presenta al cospetto di Ayesha, regina dei Sovereign, per il compenso: le batterie in cambio di Nebula (Karen Gillan), la pericolosa sorella di Gamora inviata dal Titano Pazzo Thanos tre anni prima per recuperare l’Orb prima di Ronan.

 

 

I guai per i Guardiani, tuttavia, non sono per niente finiti ma anzi sono solamente all’inizio: dopo aver scoperto il furto di alcune batterie, i Sovereign scatenano un massiccio attacco aereo contro la Milano, la nave di Quill, e solamente l’intervento di un misterioso individuo impedisce la morte certa alla fuggitiva banda di idioti. L’uomo, accompagnato da una strana figura che risponde al nome di Mantis (Pom Klementieff), altro non è che il perduto padre di Peter Quill, il celestiale Ego (Kurt Russell). Il motto “squadra che vince non si cambia” è tanto caro al mastermind dei Marvel Studios Kevin Feige quanto al regista James Gunn, che tre anni dopo il clamoroso successo del primo film riunisce la stessa identica banda di squinternati per il sequel, Guardiani della Galassia vol.2

 

Gunn, che anche questa volta scrive la sceneggiatura, decide di cambiare marcia rimanendo comunque sulla stessa strada: Vol. 2 risulta un film per certi versi folle e spassoso come il primo, ma l’elemento familiare si fa sempre più prepotente narrando una storia padre-figlio semplice ma convincente. Un sequel visivamente accattivante, narrativamente vincente e musicalmente (come il primo film) a dir poco epico; si potrebbe quindi dire che il viaggio dei Guardiani sarebbe finito qui, ma il quintetto avrà una parte a dir poco fondamentale nell’immediato futuro del Marvel Cinematic Universe.

Avengers: Infinity War & Endgame (Anthony e Joe Russo, 2018-2019)

Dopo aver decimato Xandar per recuperare l’Orb (la Gemma del Potere), Thanos (Josh Brolin) e il suo esercito intercettano la nave Asgardiana in rotta verso la Terra guidata da Thor (Chris Hemsworth) e Loki (Tom Hiddleston). Il potere del Titano Pazzo, grazie alla Gemma dell’Infinito, è incommensurabile: dopo aver sconfitto facilmente Hulk (Mark Ruffalo) e ucciso Loki, Thanos distrugge la nave di Thor mandandolo alla deriva nello spazio, non prima di aver recuperato il Tesseract  (la Gemma dello Spazio).

 

Sperduto e apparentemente morto, Thor viene recuperato dai Guardiani della Galassia: dopo aver spiegato loro l’accaduto, il Dio del Tuono parte insieme a Rocket e Groot alla ricerca di Nidavellir, un luogo sperduto dove poter forgiare una nuova arma talmente potente in grado di poter uccidere persino un Dio. Star-Lord, Drax, Mantis e Gamora invece si dirigono verso Knowhere per prendere la Gemma della Realtà prima dell’arrivo di Thanos, tuttavia l’impresa si rivela fallimentare:  il Titano Pazzo ha già recuperato l’artefatto e con facilità sconfigge i Guardiani rapendo la sua figliastra Gamora. Nel mentre che Gamora viene condotta su Vormir da Thanos per prendere la Gemma dell’Anima, Quill e il resto della banda si unisce a Tony Stark (Robert Downey Jr), Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) e Peter Parker (Tom Holland) su Titano, il pianeta natale di Thanos per cercare il folle dittatore e tentare di sconfiggerlo una volta per tutte. 

 

La guerra contro Thanos, dopo il rovinoso tentativo di fermarlo su Titano, ha svolgimento in Wakanda con tutti gli Avengers riuniti dal capitano Steve Rogers (Chris Evans) che fronteggiano le forze del folle alieno avendo inizialmente la meglio. Tuttavia nemmeno l’intervento di un redivivo Thor (con Rocket e Groot al seguito) sembra fare la differenza: il Titano Pazzo, dopo aver recuperato tutte le Gemme arrivando addirittura a sacrificare la vita di sua figlia Gamora, utilizza il Guanto dell’Infinito al suo pieno potenziale cancellando metà della vita presente nell’universo conosciuto.  Cinque anni dopo, gli Avengers rimasti in vita (di cui fa parte l’unico Guardiano sopravvissuto, ovvero Rocket) tenteranno l’impossibile per riportare tutti in vita: un furto del tempo, recuperare le Gemme dell’Infinito viaggiando a ritroso nel tempo prima che Thanos possa metterci le mani sopra.

 

 

Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019) sono, probabilmente, i crossover più importanti della storia dei cinecomics, due colossal talmente imponenti che ogni metro di paragone con altri progetti simili viene automaticamente annichilito.  I registi dei due film, i fratelli Anthony e Joe Russo, grazie alla consulenza di James Gunn, riescono perfettamente ad integrare i Guardiani della Galassia in un progetto così mastodontico: specialmente in Infinity War il ruolo dei sei Guardiani è di fondamentale importanza per lo svolgersi degli eventi. Nonostante una scelta di scrittura discutibile che coinvolge il personaggio di Star-Lord nel pieno della battaglia su Titano: Peter Quill commette un’ingenuità pazzesca nei confronti di un ormai sconfitto Thanos che libera l’alieno dal controllo mentale di Mantis, poco prima che i suoi commilitoni in armi riescano a sfilare il guanto dall’enorme braccio del Titano Pazzo. Una scelta che fece discutere all’epoca ma che ricorda a tutti un dettaglio fondamentale sul personaggio di Star-Lord: è un umano e come tale può sbagliare, specialmente se è preso dalla collera di un sentimento infranto.

Guardiani della Galassia: Holiday Special (James Gunn, 2022)

I ritrovati Guardiani, a cui si aggiungono Kraglin (Sean Gunn), Nebula e il cane Cosmo, dopo aver accompagnato per un breve periodo Thor (negli eventi narrati in Thor: Love & Thunder), ormai fanno tappa fissa su Knowhere in attesa di qualche nuova scorribanda da compiere.  Durante una conversazione, Kraglin racconta al resto del gruppo che, anni prima, Yondu ha rovinato il Natale ad un giovane Peter distruggendo i regali che quest’ultimo aveva fatto al resto dei Ravagers.  Visto che il periodo natalizio si avvicina, Mantis e Drax decidono che è giunto il momento di fare un regalo al loro capitano e amico: portare su Knowhere l’attore Kevin Bacon, idolo d’infanzia di Star-Lord.

 

Distribuito direttamente su Disney+ a novembre 2022, lo speciale natalizio dei Guardiani è un mediometraggio di 42 minuti denso di ilarità, spirito festivo e perché no, un briciolo d’azione che non guasta mai. Un’esperimento che ha tutta l’aria di essere un vero e proprio apripista per Guardiani della Galassia vol.3, eppure l’Holiday Special non è solamente un prequel del terzo capitolo ufficiale ma è un prodotto che si regge perfettamente sulle proprie gambe. Gunn, che ormai conosce questo franchise a memoria, inserisce in maniera ottimale il grande Kevin Bacon nel marasma generale dei suoi personaggi: l’attore di Footloose e Tremors, difatti, si presta in maniera divertita nei panni si se stesso ad una specie di piccolo tributo nei suoi confronti in uno speciale televisivo citazionista, folle e perfettamente in linea con lo spirito delle opere precedenti sui Guardiani della Galassia.

 

Leggi anche: La recensione di Guardiani della Galassia: Holiday Special