Recensione – Elemental, il nuovo film Pixar diretto da Peter Sohn

Peter Sohn torna a dirigere un film d’animazione targato Pixar Animation Studios, questa volta dando vita agli elementi naturali. Un ritorno degno del livello dei film precedenti di casa Pixar?
La recensione di Elemental

Articolo pubblicato il 11 Febbraio 2024 da Giovanni Urgnani

Presentato fuori concorso alla settantaseiesima edizione del Festival di Cannes, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 16 giugno 2023 mentre in quelle italiane il 21 giugno dello stesso anno. Ventisettesimo lungometraggio prodotto dalla Pixar Animation Studios, diretto da Peter Sohn, scritto da John Hoberg, Kat Likkel, Brenda Hsueh mentre la colonna sonora è composta da Thomas Newman. Il cast vocale comprende: Leah Lewis, Mamoudou Athie, Ronnie Del Carmine, Shila Ommi, Wendi McLendon-Covey, Ronobir Lahiri e Catherine O’Hara.

La trama di Elemental, diretto da Peter Sohn

Di seguito la trama di Elemental, diretto da Peter Sohn:

 

“Un’insolita coppia, Ember e Wade, sta per nascere in una città in cui gli abitanti appartengono ai quattro elementi: fuoco, acqua, terra e aria. Ember è una tenace e “ardente” giovane donna sulla ventina, molto legata alla sua famiglia e dotata di un gran senso dell’umorismo. Nonostante sia una persona brillante, la ragazza ha un bel caratterino, tant’è che a volte s’infiamma molto facilmente e perde subito la pazienza. È l’unica figlia di due immigrati, che vivono a Firetown, e non si è mai allontanata da casa, ma sapendo quanti sacrifici abbiano fatto i suoi genitori per darle una vita migliore della loro, è determinata a dimostrare il suo valore. Wade, invece, è il ragazzo “che segue la corrente”, coetaneo di Ember ed è molto attento ed empatico, difatti non ha alcun timore a mostrare le proprie emozioni, che si notano, tra l’altro, molto facilmente. I due si ritroveranno a vivere un’avventura, che li porterà a scoprire qualcosa di fondamentale: quanto hanno davvero in comune, nonostante le apparenti diversità.”

 

 

 

 

La recensione di Elemental, il nuovo film targato Pixar Animation Studios

Fin dai primi materiali promozionali, è scattato quasi in automatico il pensiero a Zootropolis (Zootopia), cinquantacinquesimo classico Disney uscito nelle sale cinematografiche italiane il 18 febbraio 2016. Anche se la pellicola in questione prende direzione tutte sue, è innegabile una forte derivazione, soprattutto per quanto riguarda il significato simbolico dell’ambientazione: Elemental City è la metropoli ricca di grandi opportunità, la prima città che gli emigrati vedono una volta conclusa la tratta marittima, una terra nuova e piena di promesse, in cui si possono realizzare i propri sogni; diretto è l’accostamento tra gli elementi della città immaginaria con le etnie principali che hanno contraddistinto la società statunitense: i cosiddetti “acquatici” rispecchiano gli anglofoni, sono stati i primi ad arrivare, occupano una posizione economica d’élite e sono i più restii ad accogliere i nuovi arrivati; i “fuochesi” invece incarnano la comunità asiatica, specificatamente quella cinese. Il primo aspetto che salta all’occhio è naturalmente il colore rosso ed anche il nome del quartiere in cui Ember e la sua famiglia abitano è un richiamo evidente: “Fire Town”.

 

 

Fin dal primo istante viene messa in scena grande creatività: giocando con l’anatomia dei personaggi, infatti, la tecnica è esaltata da numerose sequenze visive alquanto suggestive e divertenti mentre il design della città trasmette fascino ed eleganza, facendo crescere la voglia di esplorarne ogni angolo. Nonostante la trama sia un mero pretesto, l’intrattenimento è garantito da un solido equilibrio, il ritmo accelera e decelera nei momenti giusti, si raggiunge un quadrato bilanciamento tra comicità e dramma. Anche se fisicamente non si esce mai dai confini urbani, il muoversi al loro interno parallelamente innesca un percorso di crescita, alla scoperta di loro stessi, delle proprie aspirazioni e dei propri sentimenti. Un viaggio pieno di dubbi, paure e insicurezze, alimentate da un’eredità gravosa, la consapevolezza del valore del sacrificio genitoriale scatena un conflitto morale apparentemente senza via d’uscita. Il timore reverenziale e la voglia di non deludere la famiglia cozzano con l’aspirazione personale, sentendo la responsabilità sulle spalle di dover raccogliere il testimone e la minaccia di deludere le persone più importanti nella vita. Tradizione e novità ancora una volta devono faticosamente lottare per una coesistenza pacifica, abbattere le resistenti barriere che impediscono una duratura e solida convivenza.

 

 

 

 

Le tematiche di Elemental, presentato fuori concorso a Cannes 2023

Di estrema attualità è la nuova rappresentazione del maschile e femminile, Wade è caratterizzato esattamente come l’uomo contemporaneo dovrebbe essere, ribaltando come un calzino l’idea della mascolinità. Un ragazzo che sprigiona forza dal suo animo invece che dalle sue braccia, un ragazzo sensibile, pieno di empatia verso chi gli sta intorno, senza nessuna paura di mostrare apertamente le sue emozioni, non provando alcuna vergogna o imbarazzo. Punto di riferimento non per prevaricare o distruggere, ma per costruire ed unire le genti, sotto la bandiera della positività e nella determinazione, provando soddisfazione nel far felice chi gli sta intorno.

 

 

È abitudine nelle favole di oggi rinunciare ad una figura catalizzatrice del male puro come in passato, il pericolo da affrontare spesso riguarda i personaggi stessi, la loro conflittualità psicologica o eventi storti da riparare. I protagonisti di questa storia non devono affrontare una minaccia diretta, ma comunque un grande pericolo incombente altrettanto spaventoso. Tale pericolo è aggravato da un atteggiamento pressapochista e passivo dell’amministrazione locale, poiché le istituzioni che dovrebbero tutelare, vigilare e mantenere in ordine, in realtà dimostrano leggerezza, avvalorando la deduzione che esistono cittadini di “Serie A” e cittadini di “Serie B”, finché poi la catastrofe non si può più fermare.

Voto:
4/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
4/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Gabriele Maccauro
2/5
Riccardo Marchese
3/5
Matteo Pelli
3/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
2.5/5
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Genere:

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