Recensione – Mission Impossible: il primo film della Saga con Tom Cruise

La recensione di Mission: Impossible, il primo capitolo della famosissima saga, diretto da Brian De Palma.
Mission Impossible, un film di Brian De Palma

Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2024 da Gabriele Maccauro

Ispirato all’omonima serie televisiva ideata da Bruce Geller nel 1966 e dopo anni di tentativi di trasporla in un lungometraggio, Tom Cruise – insieme a Paula  Wagner – riesce a convincere la Paramount ad investire ben 80 milioni di dollari e diventare produttore del film che, nel 1996, finirà per dirigere Brian De Palma. Un successo enorme che darà poi vita ad una delle saghe più amate e remunerative nella storia del cinema. Di seguito, ecco dunque trama e recensione del primo, storico Mission Impossible.

La trama di Mission Impossible, il film del 1996 di Brian De Palma

Prima di entrare nello specifico dell’opera, è però importante parlare della trama di Mission Impossible. Il film di Brian De Palma segue la storia di Ethan Hunt (Tom Cruise), un membro della IMFImpossible Mission Force – ovvero una sezione segreta della CIA che ha l’obiettivo di portare a termine le missioni ritenute più difficili e pericolose. La storia raccontata inizia da Praga: nella capitale della Repubblica Ceca, Hunt ed il suo team devono impedire ad un terrorista russo di impossessarsi di una lista contenente i nomi di tutti gli agenti della CIA sotto copertura e di rivenderla ad un trafficante d’armi di nome Max. Il gruppo cade però in trappola ed Hunt è l’unico a salvarsi; incontrando poco dopo Eugene Kittridge – capo dell’IMF – in un ristorante, scopre che era tutta una messinscena, perché da anni vi sono fughe di notizie e l’obiettivo reale era scoprire da dove provenissero. Essendo Ethan Hunt l’unico sopravvissuto, viene dunque accusato di essere la talpa, ma riesce a fuggire con un escamotage, intento a dimostrare la propria innocenza. 

 

Hunt finirà dunque per fare squadra con Luther Stickell (Ving Rhames), Franz Krieger (Jean Reno) e Claire Phelps (Emmanuelle Béart), moglie del defunto Jim Phelps (Jon Voight), con l’obiettivo di rubare la vera lista contenuta all’interno del computer centrale della CIA stessa, per usarla come esca con Max, da cui ottenere 10 milioni di dollari ed il nome della talpa. Da qui in poi sarà un continuo colpo di scena, fino ad un finale che conclude la pellicola senza i classici Cliffhanger che si utilizzano oggi ma che, allo stesso tempo, lascia tutto aperto per un Sequel, che arriverà poi nel 2000.

Mission Impossible, un film di Brian De Palma

La recensione di Mission Impossible, il film Hitchcockiano che dà vita alla Saga con Tom Cruise

Dopo anni in cui la Paramount – detentrice dei diritti – tentava di trasporre l’omonima serie televisiva ideata da Bruce Geller nel 1966 in un lungometraggio, nel 1996 Tom Cruise riesce a convincerli ad investire 80 milioni di dollari e, divenendo anche produttore del film insieme a Paula Wagner, il 22 maggio 1996 esce nelle sale Mission Impossible, per la regia di Brian De Palma. Sarà un successo assoluto, in grado di battere il record di incassi al debutto detenuto da Terminator 2 – Il Giorno del Giudizio di James Cameron (1991) ed il record di incassi nella prima settimana di rilascio, detenuto invece da Jurassic Park di Steven Spielberg (1993). Alla fine della sua corsa, Mission Impossible incassò oltre 457 milioni di dollari in tutto il mondo, divenendo il terzo maggior incasso del 1996, alle spalle di Independence Day di Roland Emmerich e Twister di Jan De Bont. Inizia così una delle saghe più amate di sempre, la saga di Mission Impossible.

 

Ma perché Mission Impossible è così importante? Potrà sembrare banale, ma lo è innanzitutto per il suo regista: Brian De Palma è uno dei più grandi registi della storia del cinema e sì, è vero che questo Mission Impossible è stato realizzato su commissione, ma egli riesce a lasciare la propria impronta in ogni scena, dando al film, che è indubbiamente un Blockbuster, quell’autorialità necessaria per fare il salto di qualità e mandare il film nell’olimpo. Non è un caso se infatti porterà alla nascita di un’intera saga cinematografica che, almeno con il secondo capitolo diretto da John Woo, riuscirà a mantenere l’autorialità sopracitata e mantenendo sì lo stile di Mission Impossible ma, allo stesso tempo, andando a modificarlo e piegarlo alla volontà del proprio regista. De Palma, che arriva a questo film dopo aver diretto uno dei suoi tanti capolavori – Carlito’s Way, con Al Pacino e Sean Penn – non si limita infatti al cosiddetto compitino, non ne sarebbe mai stato in grado, prende dunque la sceneggiatura di David Koepp e Robert Towne e la fa sua, dirigendo il film con una mano a dir poco incredibile: emblematica la scena in cui Ethan Hunt si cala all’interno della stanza in cui è custodita il computer centrale della CIA per recuperare la vera lista contenente i nomi di tutti gli agenti sotto copertura, una scena che ha fatto la storia e che forse è, ancora oggi, la migliore e la più iconica dell’intera saga. Allo stesso tempo, De Palma è un figlio di Hitchcock e riesce a creare scene di tensione superbe, dalla prima parte girata a Praga alla scena finale sul treno, riuscendo a tenere lo spettatore costantemente col fiato sospeso.

 

Oltre a questo, va inoltre riconosciuta una gran lungimiranza da parte di Tom Cruise, che ha contribuito a dar vita a questa pellicola e che è risultato perfetto per il ruolo. Certo, il film non è perfetto ed è indubbiamente datato, cosa inevitabile nel momento in cui la tecnologia ha un ruolo così centrale nella pellicola, ma questo non va ad intaccare particolarmente la visione di un film che, come detto, a prescindere dall’anno di uscita, riesce a vivere più della sua regia e di suspence che di altro. Resta dunque, molto probabilmente, il miglior capitolo di una saga che, però, è riuscita comunque a mantenere un ottimo livello complessivo e questo Mission Impossible, nonostante i difetti e l’essere datato, merita indubbiamente la visione soprattutto perché, nonostante tutto, si tratta sempre e comunque di un film di Brian De Palma, e guai a dubitare di Brian De Palma.

 

Voto:
4/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
4/5
Christian D'Avanzo
4/5
Alessio Minorenti
0/5
Matteo Pelli
4.5/5
Paola Perri
3.5/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
4/5
Giovanni Urgnani
3.5/5
Riccardo Marchese
4/5
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