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Recensione – Mission Impossible 2, il secondo capitolo della Saga con Tom Cruise

La recensione di Mission: Impossible 2, il secondo capitolo della famosissima saga, diretto da John Woo.
Mission Impossible 2, un film di John Woo

Continua la nostra retrospettiva sulla Saga di Mission Impossible. Dopo aver parlato del primo capitolo diretto da Brian De Palma infatti, è arrivato il momento di parlare del secondo film, che questa volta vede alla regia John Woo. Di seguito, ecco dunque trama e recensione di Mission Impossible 2.

 

 

 

La trama di Mission Impossible 2, diretto da regista John Woo

Prima di addentrarsi nell’analisi del film, come al solito è doveroso soffermarsi sulla trama di questo Mission Impossible 2, il secondo film della Saga di Mission Impossible che vede alla regia John Woo. Il protagonista delle vicende è sempre Ethan Hunt che viene informato da Vladimir Nekhorvich, suo vecchio amico, che la Biocyte Pharmaceuticals lo ha costretto a sviluppare un virus – di nome Chimera – con il solo obiettivo di poter poi mettere sul mercato l’antidoto. Hunt è però in vacanza, dunque la IMF decide di inviare Sean Ambrose e di fargli impersonificare lo stesso Hunt per scortare Nekhorvich su un aereo di linea. Le cose non vanno come sperato però, Ambrose lo uccide, ruba l’antidoto e si paracaduta dall’aereo, lasciandolo precipitare.

 

 

La IMF decide dunque di richiamare Ethan Hunt, con l’obiettivo di recuperare virus ed antidoto e di reclutare l’ex compagna di Sean Ambrose, ovvero Nyah Nordoff-Hall, per poterlo tenere d’occhio. Da qui in avanti sarà una sorta di caccia al ladro, con Ambrose che vuole far suo il virus ed Hunt che vuole fermarlo ed ottenerlo per poterlo distruggere, fino ad un testa a testa finale che deciderà le sorti del mondo intero.

 

 

 

Mission Impossible 2, un film di John Woo

La recensione di Mission Impossible 2: la svolta Action della Saga

Dopo l’enorme successo di Mission Impossible di Brian De Palma, la Paramount decide di seguire l’onda e dar vita ad un secondo capitolo della Saga, quel Mission Impossible 2 che uscirà nelle sale il 24 maggio – in Italia il 7 luglio – del 2000. A differenza del film precedente, qui Tom Cruise è anche produttore della pellicola e decide di farsi pagare molto meno rispetto al primo film – da 70 a 20 milioni di dollari – mantenendo però una percentuale sugli incassi al botteghino, che saranno enormi. Si perché, a fronte di un budget di 125 milioni di dollari, quindi 45 milioni più del precedente, Mission Impossible 2 sarà un altro grande successo, divenendo il terzo maggiore incasso al Box Office americano del 2000 dietro a Il Grinch di Ron Howard e Cast Away di Robert Zemeckis, ma il primo a livello mondiale con oltre 546 milioni globali, superando dunque anche il successo del primo capitolo. A cosa è stato dovuto questo maggiore successo?

 

Paradossalmente, se parlando del primo capitolo si tessevano le lodi di Brian De Palma, in questo secondo capitolo il regista resta il punto di forza dell’opera, nonostante sia stato cambiato: infatti, alla regia di Mission Impossible 2 non c’è l’autore di opere come Scarface o Vestito per Uccidere, ma John Woo. Si è dunque passati da un film che faceva della Suspance e del Thriller i suoi punti di forza, ad un altro che si è sempre concentrato sulla spettacolarizzazione delle immagini e sulla più sfrenata azione possibile. John Woo è un regista importantissimo che, dopo aver diretto svariati capisaldi del cinema action come A Better Tomorrow, The Killer o Bullet in the Head, all’inizio degli anni ’90 viene portato negli Stati Uniti e, dopo l’enorme successo di Face/Off – la pellicola del 1997 con John Travolta e Nicolas Cage – ed il contemporaneo boom del Mission Impossible DePalmiano, viene scelto come regista del secondo capitolo. Non si offenderà nessuno se diciamo che il motivo per cui è stato chiamato proprio lui è abbastanza evidente: John Woo è maestro di un genere che gli americani, soprattutto in quegli anni, facevano senza essere però in grado di arrivare ai quei livelli.

 

 

Chiaramente, il successo di Mission Impossible 2 deriva anche da quello del primo capitolo e dalla nascita di un vero e proprio mito, ma John Woo è fenomenale nel ribaltare il film di De Palma, nel cambiare genere e nel prendere alla lettera il concetto di “missione impossibile“. La sua è una regia sfarzosa, esagerata, spettacolare e che probabilmente può far storcere il naso a chi è sì abituato a vedere film d’azione, ma non orientali. In realtà, Woo è perfettamente in linea col modo di fare cinema che c’è in Asia e soprattutto ad Hong Kong e ne è di certo uno dei massimi esponenti, riuscendo a dimostrare inoltre come quel modello fosse perfettamente esportabile. Certo, anche in questo non si tratta di un film perfetto e se vogliamo trovare un punto debole in molte delle opere del regista di Hong Kong, di certo sono i dialoghi, ma non è di questo che devono o vogliono vivere i suoi film: quante volte si sente dire che si vuole andare al cinema per spegnere il cervello e divertirsi per un paio d’ore? Ciò è assolutamente lecito ma, francamente, spesso ciò coincide con opere qualitativamente discutibili. Ecco, le opere di John Woo sono, in questo senso, perfette e questo Mission Impossible 2 è un Sequel eccellente che porterà, inevitabilmente, a trasformare Mission Impossible in una trilogia, con il terzo capitolo diretto da J.J. Abrams che uscirà nelle sale solamente nel 2006.

 

 


Voto:
3.5/5
Andrea Barone
3/5
Andrea Boggione
0/5
Christian D'Avanzo
3/5
Riccardo Marchese
0/5
Alessio Minorenti
3/5
Matteo Pelli
4/5
Paola Perri
3/5
Vittorio Pigini
0/5
Bruno Santini
0/5
Giovanni Urgnani
2/5
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