Articolo pubblicato il 30 Giugno 2023 da Christian D'Avanzo
Better Call Saul è una serie tv ideata da Vince Gilligan insieme a Peter Gould, ed è stata trasmessa dal 2015 fino al 2022, anno in cui è conclusa la sesta stagione con un finale strepitoso a chiudere il cerchio. Per tutti coloro che hanno intenzione di guardare per la prima volta o di riguardare Better Call Saul, è da segnalare la presenza della serie su Netflix, piattaforma che ne ha acquisito i diritti per la distribuzione. Questo prodotto seriale con Bob Odenkirk protagonista, è in realtà un prequel e spin-off di Breaking Bad, ed è formato da 63 episodi complessivi. Ma cosa accade durante il finale della serie? E qual è la spiegazione? Di seguito un approfondimento a riguardo.
Il finale di Better Call Saul
Nell’ultimo episodio di Better Call Saul, ovvero il 13esimo della sesta stagione e intitolato Conviene salutare Saul, l’ormai ex avvocato viene arrestato nel presente post Breaking Bad, evidenziato dal bianco e nero osservabile a piccole dosi ogni stagione. La sua nuova identità, ovvero Gene Takavic, è stata scoperta da un’anziana signora nel Nebraska, la quale chiama la polizia avvertendo di trovarsi in presenza del noto criminale di Albuquerque: Saul Goodman. Quest’ultimo tenta di nascondersi in un cassonetto dell’immondizia, come accadde nell’arco delle prime stagioni quando cominciò a lavorare al caso della Sandpiper. Tuttavia, mentre cerca di fare una telefonata con un dispositivo usa e getta, lo strumento gli cade e nello spiare al di fuori del cassonetto viene dichiarato in arresto dalle Autorità, che nel frattempo lo hanno accerchiato.
Mentre è chiuso in cella legge una scritta: “Il mio legale ti farà il culo” e, dopo una risata isterica, assume una nuova consapevolezza riguardo un possibile patteggiamento da ottenere con gli avvocati e la corte prima del processo. Così Saul assume Bill Oakley, avvocato d’ufficio conosciuto sin dalla prima stagione, ma il suo piano è stato già elaborato e va messo solo in pratica. Saul intende sfruttare l’egocentrismo del procuratore capo George Castellano, il quale per non perdere il suo record di 0 sconfitte è disposto ad ascoltare Saul concedendogli solo sette anni in un carcere a sua scelta. Tuttavia, un capriccio di Jim riguardante un particolare gusto e brand di gelato prolungherà la questione fino al processo.
Durante il dibattito è presente anche la vedova Schrader, che appare giustamente provata e afferma di voler vedere marcire Saul per quanto accaduto a suo marito e non solo. Nonostante ciò, Jimmy alla fine confessa tutto quando viene a conoscenza di un fatto: Kim Wexler ha parlato con la moglie di Howard Hamlin dicendole tutta la verità riguardo la morte del suo partner. Tale gesto altruista induce Saul a trovare la sua redenzione, compiendo un gesto inaspettato: racconta altre bugie per salvare Kim da ogni accusa e si prende ogni responsabilità degli eventi passati. In aula una parte di Jimmy lo abbandona definitiva, ed è proprio Saul Goodman. Ecco che quest’ultimo viene acclamato dai prigionieri durante il percorso fino al carcere. Il finale arriva dopo un’ultima sigaretta condivisa tra Jim e Kim, e a seguito di uno scambio di sguardi tra i due una volta divisi fisicamente dalla prigione.

La spiegazione del finale di Better Call Saul
Nell’episodio finale, dopo che Kim, a seguito della telefonata con Jim, ha lasciato la Florida per confessare tutto sulla truffa elaborata ai danni di Howard Hamlin e del suo omicidio, si comincia con Gene Takavic in fuga da casa dell’anziana Marion con la scatola da scarpe contenente dei diamanti. Il protagonista non riesce a comporre il numero del “Disappearer” sul telefono usa e getta per cambiare nuovamente identità, e viene beccato dalla polizia. Tra questo evento e la conversazione tra Jim, Oakley, il procuratore capo Castellano, Marie Schrader e altri avvocati, ci sono ben tre flashback a lasciar riflettere lo spettatore riguardo l’essenza di Jimmy McGill alias Saul Goodman. Il primo riguarda l’episodio ambientato nel deserto (stagione 5) con Mike Ehrmantraut; il secondo, invece, è con Walter White ed è ambientato nella stagione 5 di Breaking Bad; infine, il terzo è incentrato su di un dialogo tra Jim e Chuck McGill.
I tre flashback nell’episodio finale di Better Call Saul
Tutti e tre questi flashback sono legati dal filo conduttore del rimpianto, e il forte impatto lascia comprendere diverse sfaccettature sui personaggi presenti, ma in particolare proprio su Jim. Nel primo caso, l’argomento portante è la macchina del tempo, e Jim chiede a Mike che cosa vorrebbe cambiare della sua vita se potesse tornare indietro; la sua risposta varia, poiché prima cita la morte di suo figlio, ma poi ci ripensa e torna con la memoria alla sua prima mazzetta accettata. Infatti, ciò significa che per lui inizia dal 1984 la discesa verso l’oscurità, le conseguenze sono state disastrose. Al contrario, la risposta di Jim lascia intendere quanto per lui l’opportunità di tornare indietro nel tempo potesse comportare un arricchimento personale in termini meramente economici: “Tutto qui? Solo soldi?”.
Nel flashback con Walter White avviene la stessa conversazione, e mentre Heisenberg afferma di rimpiangere l’abbandono della società Gray Matter, l’avvocato ancora una volta devia e ripensa ad una vicenda accadutogli quando aveva 20 anni e commise un’azione alla “Jimmy Scivolone”; da qui la risposta di Walter White: “allora tu sei sempre stato così”. Tuttavia, il grande rimorso di Jim, il quale non aveva voluto nemmeno svelarlo di fronte la commissione di avvocati per ottenere nuovamente la licenza, è proprio quello di aver rovinato la carriera e la vita di Chuck, al punto da indurlo al suicidio. Lo si comprende grazie all’ultimo flashback, quando ricompare il libro che è stato già avvistato nel corso dell’ultima stagione, ovvero il romanzo scritto da HG Wells e intitolato La macchina del tempo. Dunque, il libro era di Chuck, e il tenero dialogo fraterno dimostra l’amara consapevolezza di quest’ultimo riguardo Jimmy, ossia che per quanto possa essere diventato un avvocato, non potrà mai cancellare la sua vera essenza: “Jimmy Scivolone”.
La redenzione di Jimmy McGill
E, non a caso, entra in scena per l’ultima volta la versione alpha di “Scivolone”, ossia Saul Goodman. L’avvocato businessman cerca di vendersi al meglio allo scopo di ottenere una condanna morbidissima, e gioca con l’ego di Castellano durante la conversazione, tentando di dimostrarsi una vittima anche agli occhi della vedova Schrader. E se è riuscito a infondere il dubbio in Marie, la quale ha perso Hank, allora per lui sarebbe stato un gioco da ragazzi convincere i giurati. Avvalendosi anche del record del procuratore capo, che non ha mai perso, lo porta dalla sua parte e ottiene sette anni in un carcere a sua scelta, scampando così all’ergastolo e chiedendo addirittura un particolare tipo di gelato come capriccio finale.
E proprio quando la redenzione di Jim sembrava impossibile, un colpo di scena gli permette di assumere una nuova consapevolezza prendendo una decisione differente. Inizialmente voleva denunciare tutto ciò che ha fatto Kim Wexler in passato, in combutta con lui, ma poi viene a sapere che la sua ex partner e amante ha in realtà già confessato tutto alla moglie del compianto Howard. Siccome Kim si è sentita profondamente in colpa per anni, da quando quella terribile notte Lalo Salamanca ha fatto irruzione in casa della coppia uccidendo Hamlin a sangue freddo, ha voluto riferire la verità a seguito di un numero infinito di bugie raccontate da lei e Jim.
Questo gesto altruista, terminato in un pianto liberatorio di Kim, ha fatto riflettere Jim; l’inversione di rotta da truffatore subdolo e opportunista avviene solo perché innamorato da sempre di Kim. In aula, Jim racconta sì altre bugie, ma l’obiettivo è quello di scagionare completamente Kim, altrimenti le avrebbero tolto tutto. Quello scambio di sguardi, mentre Saul Goodman entra in tribunale e in scena per l’ultima volta con un colpo di teatro finale, la sua confessione fa sì che la parte più oscura di Jimmy McGill scomparisse. Nel momento in cui il giudice si rivolge a Jim come Saul Goodman, l’avvocato lo corregge e chiede di essere chiamato James Morgan McGill, e subito dopo si gira verso Kim per mostrarsi depurato dalle ombre di Saul. Mentre viene trasferito al carcere di Montrose per scontare i suoi 86 anni di prigionia, Jim viene riconosciuto dagli altri detenuti, i quali evocano Saul Goodman dandogli soddisfazione.
L’addio tra Jim e Kim
Dopo un’azione così pura, come non la si vedeva da tempo, Jim e Kim ricompongono la loro amicizia e si salutano per l’ultima volta dividendosi una sigaretta, un gesto di condivisione abituale per entrambi. D’altronde ormai è evidente, Saul Goodman è una creazione eccessiva di Jim per seguire la sua essenza da “Scivolone”, e per coprire le tracce del male che aveva fatto ad un veritiero Chuck; nonostante ciò, le sue cattivi abitudine lo hanno portato a raggiungere un esagerato livello di cattiveria, ragion per cui è morto Howard e si è arrivati alla rottura con Kim.
Non è un caso che la redenzione venga evidenziata proprio dal colore, interno al bianco e nero, della sigaretta che brucia e della cenere che ne fuoriesce come conseguenza, indicando la ritrovata buona strada di Jimmy McGill e condivisa con Kim. Come Chuck afferma nel flashback di questo episodio: “Non c’è vergogna nel tornare indietro e cambiare strada”, e quell’attimo di condivisione con Kim gli ha restituito esattamente questo valore. Nel finale definitivo, Kim se ne va dalla prigione e fa il gesto della pistola a Jim, che allo stesso tempo ricambia velatamente. L’ultima inquadratura mostra questo scambio di sguardi tra i due personaggi, trasmettendo un doloroso addio: Kim si allontana e Jim morirà in carcere, ma almeno lo farà come persona onesta.