I Migliori Film Horror da vedere in streaming a luglio 2023

A metà della stagione estiva si combatte il caldo con i nuovi consigli del mese sui migliori film del brivido da recuperare in streaming sulle principali piattaforme.
The Others film horror luglio 2023

Articolo pubblicato il 6 Gennaio 2024 da Vittorio Pigini

Attendendo il quinto capitolo della saga di “Insidious” – uscita in settimana – si prosegue con la stagione orrorifica per l’estate. Ecco di seguito i consigli dei migliori film horror da vedere in streaming a luglio 2023 sulle principali piattaforme.

Luglio 2023: i migliori film horror da vedere in streaming sulle principali piattaforme

Successivamente ai consigli di giugno e con la stagione entrata finalmente e pienamente nel vivo, questo appuntamento fa tesoro delle recenti celebrazioni per il solstizio d’estate e pone il proprio focus principalmente nel sposare l’affascinante e particolare contaminazione del genere folk-horror, tornato particolarmente in prima linea nel panorama internazionale specialmente negli ultimi anni. Senza ovviamente mai abbandonare i classici, si consigliano i migliori film horror da vedere in streaming a luglio 2023 sulle principali piattaforme.

Lamb horror luglio 2023

Lamb, di Valdimar Jóhannsson – 2021 (Mubi)

Dopo aver lavorato negli staff tecnici di pellicole come Prometheus, Rogue One, Faust e Noah, l’islandese Valdimar Johannsson si mette in proprio e realizza, con la sua opera prima da regista, un folk horror decisamente particolare che è stato presentato al 74° Festival di Canne, ricevendo il premio Un Certain Regard per l’originalità. “Lamb” del 2021 è infatti un’opera che non può passare inosservata, scritta a 4 mani oltre che dallo stesso regista anche da Sjon che, come sua seconda sceneggiatura, si occuperà del “The Northman” di Robert Eggers.

 

 

Nel film, i coniugi Maria (nome non a caso, interpretata splendidamente da Noomi Rapace) e Ingavr gestiscono un gregge di pecore nelle campagne islandesi e, un giorno, rimangono scioccati nel trovare nella fattoria un neonato “speciale”: metà umano e metà agnello. Il regista imprime alla visione un registro teso ed angosciante, ma seguendo sostanzialmente l’intrecciarsi della Maternità con il ciclo vitale della Natura, in un racconto metaforico, bucolico e deliziosamente folkloristico che lascia con il suo finale un’esperienza innegabilmente particolare quanto affascinante.

 

 

Vita da vampiro – What We Do in the Shadows, di Taika Waititi – 2014 (Chili)

Prima che Taika Waititi si approcciasse con il mondo MCU, il regista neozelandese con questo “Vita da vampiro – What We Do in the Shadows” va a realizzare un’originale ed intelligente horror-comedy, che sfrutta la tecnica del mockumentary per non perdersi le sgangherate vicissitudini quotidiane di una bizzarra vita fra coinquilini vampiri, godendo di ottimi effetti speciali e presentando personaggi irresistibili (lunga vita a Stu!).

 

 

La difficile integrazione di un vampiro nella società tecnologica degli anni ‘2000 passa attraverso gag estremamente esilaranti, deliranti e mai demenziali (o forse sì, ma solo in termini estremamente positivi), che vanno dai turni per lavare i piatti, alla vita notturna per locali, alle faide millenarie con gli amici/nemici mannari ed il delicato rapporto con gli umani.

 

 

Midsommar film horror luglio 2023

Midsommar, di Ari Aster – 2019 (Netflix)

Tra i migliori film da vedere in streaming a luglio 2023 non poteva non esserci questo horror atipico, complesso e metaforico, con il regista che bizzarramente tende a definirlo “una commedia dark”. Scardinando le regole del genere, senza dimenticare grandi omaggi cinematografici da “The Wicker Man” su tutti (ma anche Bergman e passando per Shyamalan), “Midsommar – Il villaggio dei dannati” riesce magistralmente a mantenere un senso di angoscia, inquietudine e disorientamento per tutta la sua durata.

 

 

 

Una potenza visiva che offusca i sensi per la bellezza inscenata dal genio tecnicamente impeccabile di Ari Aster, che tiene il passo a quella narrativa religiosa-folkloristica, densa di simbolismo esoterico, che vira verso il processo di accettazione della perdita. Con due realtà sociali agli antipodi, inevitabile lo scontro filmico tra empatia e diffidenza, morte e rinascita, l’isolamento in sé stessi e la ricerca di un “nido sicuro”, quando nemmeno le persone che ti stanno vicino riescono a sostenerti nei momenti difficili.

 

Mimic, di Guillermo Del Toro – 1997 (Tim Vision)

Considerata l’opera “minore” del regista messicano, “Mimic” del 1997 è sicuramente frutto di una produzione travagliata e ghigliottinante ma che, in ogni caso, rappresenta un considerevole horror-fantascientifico che sa guardare ed omaggiare grandi classici del genere, come Frankenstein ed Alien, ma proiettando il cinema di Del Toro verso i propri binari.

 

Un monster-movie teso ed orrido, nella rappresentazione delle proprie creature, che si muove sulle corde del thriller per raccontare una condizione umana e sociale disagiante, oltre alle riflessioni sul carico della manipolazione scientifica da parte dell’essere umano nel voler stravolgere l’ordine naturale delle cose. Una chicca per gli amanti del genere troppo spesso dimenticata, ma che riesce a riflettere il cinema di un autore visionario quale il futuro premio Oscar Guillermo Del Toro.

Tin and Tina horror luglio 2023

Tin and Tina, di Rubin Stein – 2023 (Netflix)

Adattamento dell’omonimo e suo stesso cortometraggio, “Tin and Tina” è l’opera prima del regista spagnolo Rubin Stein, che si cimenta con questo intrigante ed altrettanto inquietante thriller-horror dalle pieghe bibliche, il quale riesce ad essere incisivo per la perfetta ambiguità di situazioni e personaggi riflessa dalla sceneggiatura dello stesso regista.

 

Muovendosi tra metafore che intrecciano la situazione socio-politica spagnola della post “transizione” e l’isolante condizione psico-fisica della maternità, Stein mette infatti lo spettatore nella posizione di scegliere a cosa credere nella concatenata serie di eventi della visione. Un horror che si muove sulle sinistre corde della tensione, che ha nella sua giovane coppia di attori inquietantissime maschere innocenti (?) che fanno eco alla sofferta prova della Milena Smit di “Madres Paralelas”, ma che soprattutto gode di una perizia tecnica in termini di fotografia, montaggio e mano dietro la macchina da presa decisamente incoraggiante specialmente per un’opera prima.

Psycho, di Alfred Hitchcock – 1960 (Now)

Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Bloch, il celeberrimo thriller-horror del maestro della suspense Alfred Hitchcock è considerato una delle opere più pregiate del cineasta britannico nonché uno dei capolavori della storia del cinema, reso immortale soprattutto per le sequenze divenute fortemente iconiche ed incisive nel mezzo della Settima Arte.

 

 

Psycho” è uno dei quei film che entra di diritto nella lista dei “migliori da vedere prima di morire”, tanto nella magnificenza visiva – che non perde un grammo di potenza visiva, sonora e sensoriale ad oltre 60 anni dalla sua uscita – quanto per il percorso psicologico del serial killer che farà scuola nel genere (cementificando gli illustri predecessori), senza dimenticare l’indimenticabile prova del Norman Bates di Anthony Perkins.


Non sarai sola, di Goran Stolevski – 2021 (AppleTV)

Attingendo dal folklore del suo Paese natale, l’opera prima di Goran Stolevski impressiona e colpisce per il coraggio, l’intraprendenza di mettere in scena una certa complessità narrativa, concettuale e tecnica al suo primo lavoro cinematografico. Una pura favola horror dell’anima, con streghe, maledizioni, sangue ed omicidi, eppure un percorso introspettivo, profondo e sussurrato, messo in scena con sbalorditiva perizia tecnica.

 

Cercando un punto di incontro tra il New Folk-horror (capitanato dal “The VVitch” di Robert Eggers del 2015) e il cinema di Terence Malick, “Non sarai sola” fa ripetutamente cozzare la bellezza dell’ambientazione rurale circostante con le riflessioni voice-over, tanto secche quanto tenere, ma più che mai “curiose”. Il tutto cullato da tempi densamente dilatati, sostenuti silenzi e l’orrore sfruttato come mezzo e non come fine, per un cinema indipendente viscerale che osserva e studia il “bene” della vita, di mutaforme essenza, attraverso gli occhi esterni del Male, della Morte.

Fluido Mortale, di Irvin Yeaworth – 1958 (Prime Video)

Grande cult del genere horror-fantascientifico, il secondo lungometraggio diretto dal regista tedesco Irvin Yeaworth è riuscito a ritagliarsi un posto di spessore tra i grandi appassionati del genere, registrando anche la prima prova da protagonista della stella di Steve McQueen.

 

Più che per enormi meriti dal punto di vista dell’orrore, “Fluido Mortale” ha sicuramente un’importanza in termini di influenza nel genere assolutamente da non sottovalutare. In un periodo storico, quale soprattutto possono essere gli anni ’50, la creazione di un mostro gelatinoso e senza consistenza (che verrà appunto denominato Blob) rappresenterebbe una metafora perfetta per rappresentare una minaccia impossibile da delimitare nel dettaglio. Quando in un film si vedrà una melma assassina pronta ad inglobare ed infettare qualunque cosa, sarà figlia di “Fluido Mortale”.

Hagazussa film horror luglio 2023

Hagazussa, di Lukas Feigelfeld – 2017 (RakutenTv)

Per la regia dell’austriaco Lukas Feigelfeld, il film viene finanziato in gran parte dall’attività di crowdfunding e nasce come prova definitiva per poter ottenere il diploma. Informazioni queste che diviene opportuno ricordare, poiché per la visione di “Hagazussa” nulla farebbe pensare di trovarsi difronte ad un’opera totalmente indipendente, per una rappresentazione soprattutto scenica di grandissimo impatto sensoriale.

 

Ambientato in un paesino delle Alpi nel XV secolo, il titolo del film indica, con un termine tedesco arcaico, il concetto stesso di stregoneria con il regista che, attraverso lo studio delle antiche credenze folkloristiche, tende a concentrarsi maggiormente sull’aspetto psicologico tanto di chi viene “marchiato” di stregoneria quanto della popolazione con la quale deve averci a che fare. In un misto di credenza, superstizione e magia, il film di Feigelfeld muove da presupposti drammatici ed esistenziali per restituire una visione angosciante e raramente morbosa.

The Others, di Alejandro Amenábar (Prime Video)

La fondamentale importanza del “punto di vista” nelle cose va a setacciare e smascherare dogmi biblici sulla creazione e il viaggio dell’anima, dove non esiste una netta separazione tanto tra bene e male quanto tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

 

Un gotico quadro di partenza suggestivo per immergersi nella visione di “The Others”, terzo film scritto e diretto dal regista spagnolo Alejandro Amenábar che con questa ghost story abbandona l’idea del brivido facile conferendo maggior peso alla giusta tensione narrativa. Ottima la sceneggiatura così come l’interpretazione di Nicole Kidman (forse tra le più apprezzate della sua carriera) e con un reparto tecnico eccellente.