Recensione – Mission Impossible – Rogue Nation, il film con Tom Cruise diretto da Christopher McQuarrie

La recensione di Mission: Impossible – Rogue Nation. il quinto capitolo della famosissima saga, diretto da Christopher McQuarrie.
Mission Impossible - Rogue Nation, un film di Christopher McQuarrie

Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2024 da Gabriele Maccauro

Continua la nostra retrospettiva sulla saga di Mission Impossible. Dopo aver parlato del primo capitolo di Brian De Palma, del secondo capitolo di John Woo, del terzo capitolo di J.J. Abrams e del quarto capitolo di Brad Bird, è giunto il momento di trattare il quinto capitolo, il primo diretto da Christopher McQuarrie. Di seguito, ecco dunque trama e recensione di Mission Impossible – Rogue Nation.

 

La trama di Mission Impossible – Rogue Nation, il quinto film della Saga con Tom Cruise

Prima di entrare nel merito del film e recensirlo, come sempre, è bene spendere due parole sulla trama di questo Mission Impossible – Rogue Nation. Il protagonista è come sempre Ethan Hunt che ha, in questo caso, l’obiettivo di provare l’esistenza del Sindacato, associazione criminale misconosciuta dalla CIA. Dopo aver intercettato una vendita di gas nervino a dei terroristi, Hunt viene catturato a Londra proprio dal Sindacato e riuscirà a fuggire solamente grazie all’aiuto di Ilsa Faust, agente infiltrato del SIS (Secret Intelligence Service) del Regno Unito. Allo stesso tempo, il direttore della CIA Alan Hunley e l’agente dell’IMF (Impossible Mission Force) William Brandt si trovano davanti al comitato del Senato per testimoniare. Il Motivo? Discutere dei metodi utilizzati dallo stesso IMF – che si trova inoltre privo di un segretario in carica – ed Hunley ne chiede la chiusura, inglobandola all’interno della CIA stessa. Brandt riesce ad avvertire Hunt, che è adesso un fuggitivo.

 

L’obiettivo resta però lo stesso: smascherare il Sindacato. Dopo 6 mesi senza risultati, Hunt decide dunque di chiamare il suo amico e collega Benji Dunn, informandolo che il capo del Sindacato dovrebbe essere presente al teatro di Vienna ma, nonostante si avvicinino ad un risultato importante, non riescono a catturarlo ed Hunley ordina l’eliminazione dello stesso Ethan Hunt. Visto il grande pericolo, William Brandt decide di contattare Luther Stickell e di andare a cercarlo, facendo il doppio gioco con lo stesso Hunley. Da qui in poi, inizia un triangolo pericoloso tra il team di Hunt, il Sindacato e la stessa CIA, che porterà a diversi colpi di scena e momenti di tensione, fino ad una risoluzione finale in pieno stile Mission Impossible.

 

Mission Impossible - Rogue Nation, un film di Christopher McQuarrie

La recensione di Mission Impossible – Rogue Nation: l’approdo di Christopher McQuarrie alla regia e gli Stunt di Tom Cruise

Distribuito nelle sale americane il 31 luglio 2015 – in Italia a partire dal 19 agosto dello stesso anno – Mission Impossible – Rogue Nation è il quinto capitolo di una delle saghe cinematografiche più famose, amate e remunerative di tutta la storia del cinema. Con un budget di 150 milioni di dollari, il film arriva nelle sale quattro anni dopo il precedente Mission Impossible – Protocollo Fantasma ed incassa oltre 682 milioni di dollari in tutto il mondo, rendendo anche questo capitolo un successo. Per la quinta volta su cinque, al timone del film troviamo infatti un regista diverso dai precedenti, con la scelta che ricade su Christopher McQuarrie, in precedenza regista di Jack Reacher e premio Oscar ai 68esimi Academy Awards per la Miglior Sceneggiatura Originale per I Soliti Sospetti di Bryan Singer. Un regista che sa quindi il fatto suo e che, nonostante ai tempi avesse firmato la regia di soli due film, sembrava perfetto per ricoprire questo ruolo. È stato dunque all’altezza delle aspettative? 


A livello di incassi, come detto in precedenza, assolutamente si. Il film però, alla luce soprattutto del precedente capitoloMission Impossible – Protocollo Fantasma, il grande film di Brad Bird secondo solo, forse, al primo capitolo di Brian De Palma – è un passo indietro. Resta un buon film, ma la sensazione è che la vera serializzazione iniziata con il quarto capitolo qui esploda, fondandosi più su stunt sempre più rischiosi ed assurdi messi in scena dallo stesso Tom Cruise, che sul racconto stesso. Va chiarito che l’opera riesce nel suo intento, è un blockbuster che funziona ed intrattiene, ma vive forse troppo di rimandi a quegli elementi che hanno reso grande la saga e dà la sensazione, più di essere un film coeso, di esser diventato un one man show del suo protagonista, in primis per gli stunt sopracitati: esemplificativa in questo senso la scena d’apertura, che appare quasi più come un MacGuffin per far partire la storia che altro, in cui Tom Cruise stesso si è realmente appeso all’esterno di un Airbus A400M in volo, dovendo addirittura girare la scena per ben otto volte. Una scena spettacolare, divertente ma, probabilmente, evitabile. Certo, fa parte della natura di Mission Impossible affrontare missioni sempre più complicate, ma ciò che aveva reso grandi ed iconici molti dei capitoli precedenti fu in primis la coerenza narrativa, la qualità della sceneggiatura ed il modo in cui registi come Brian De Palma, John Woo e Brad Bird erano stati in grado di mettere in scena il racconto.


Christopher McQuarrie fa dunque un buon lavoro, ma dà la sensazione di essere più un mestierante che un autore, un regista che si limita ad eseguire e seguire i dettami di un Tom Cruise che ha in mano la saga. Non a caso, dopo questo film e per la prima volta, con i successivi Mission Impossible – Fallout e Mission Impossible – Dead Reckoning parte uno e parte due, McQuarrie verrà confermato alla regia. Tutto ciò non è necessariamente un difetto ed anzi, anche con questo film, Mission Impossible dimostra di essere una delle poche saghe nell’intera storia del cinema senza capitoli davvero insufficienti o da bocciare perché il compito fondamentale, ovvero quello di intrattenere il pubblico con colpi di scena e tanta azione, viene sempre portato a casa. La visione è dunque consigliatissima, anche perché si tratta di un film adatto ad ogni tipo di spettatore, dal cinefilo a quello più casual, da vedere in famiglia come con gli amici. Certo è che non siamo ai livelli di Mission Impossible o di Mission Impossible – Protocollo Fantasma, che la sensazione di già visto è tanto forte quanto forse inevitabile – nonostante ciò non avvenga con il quarto capitolo proprio per la forza della sua scrittura e della messa in scena di Brad Bird – e che, dopo la visione, dentro lo spettatore resta ben poco.


Voto:
3.5/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
3/5
Matteo Pelli
4/5
Giovanni Urgnani
4/5
Riccardo Marchese
3/5
Christian D'Avanzo
4/5
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