Articolo pubblicato il 2 Agosto 2023 da Christian D'Avanzo
La DreamWorks Animation torna a presentare in sala i suoi film d’animazione, e lo fa attraverso una nuova storia: Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli, distribuito al cinema in Italia a partire dal 5 luglio 2023. Questo film improntato sull’azione e l’avventura è diretto a quattro mani da Kirk DeMicco e Faryn Pearl, e la sua durata è di 90 minuti circa. Il cast di doppiatori, in originale vede la presenza di Lana Condor, Toni Collette, Jane Fonda, Jaboukie Young-White, Annie Murphy, Colman Domingo, Sam Richardson, Blue Chapman, Will Forte; in Italia ci sono le voci di Chiara Fabiano e Margherita De Risi a doppiare le protagoniste. Di seguito la trama e la recensione del 45esimo lungometraggio targato DreamWorks Animation: Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli.Â
La trama di Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli: il nuovo film della DreamWorks
Di seguito la trama del nuovo film della Dreamworks intitolato Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli:
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“La protagonista è Ruby Gillman (Lana Condor), un’adolescente di sedici anni tanto dolce quanto imbranata. La ragazza frequenta la Oceanside High, dove cerca disperatamente di integrarsi senza successo; infatti, Ruby si sente ogni giorno più invisibile agli occhi degli altri. Oltre a seguire le lezioni, la giovane fa anche da tutor di matematica al ragazzo per cui ha una cotta (Jaboukie Young-White), che sembra apprezzarla solo per i frattali. Purtroppo, Ruby non può uscire con i ragazzi più cool della spiaggia, perché sua madre (Toni Collette) è una donna iperprotettiva e le ha proibito di avvicinarsi all’acqua.
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Quando Ruby decide di infrangere la regola principale di sua madre, però, scoprirà qualcosa di straordinario: non è una semplice adolescente. La giovane è una discendente diretta delle regine guerriere Kraken e, in quanto tale, è destinata a ereditare il trono di sua nonna (Jane Fonda), la Regina Guerriera dei Sette Mari. I Kraken hanno giurato di proteggere gli oceani dalle vanitose e ambiziose sirene, contro cui combattono da eoni. C’è però un grosso e inaspettato problema: la nuova ragazza giunta all’Oceanside High, la bella e popolare Chelsea (Annie Murphy), è proprio una sirena. Ruby dovrà quindi accettare la verità sulla sua identità e affrontare grandi imprese nelle profondità degli abissi per proteggere chi ama di più.”

La recensione di Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli: il 45esimo lungometraggio DreamWorks non spicca il volo e nuota negli abissi
Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli è un film d’animazione che cerca di combinare la tradizione con la modernità , la mitologia con il presente, ma il prodotto finale è una deludente e ridondante trasposizione. Nonostante la DreamWorks abbia alle spalle ben 44 lungometraggi prima di quest’ultimo, la cura visiva è senz’altro riuscita, ma non lascia il segno in quanto a creatività . L’ambientazione della città è piuttosto scarna e limitata al liceo e alla casa dei Gillman; quella acquatica soffre della stessa problematica, e a parte un interessante uso dei colori e delle forme, risulta di abbondante derivazione. Il film si riallaccia ai temi e alla struttura del racconto di Luca (2021) e Red (2022), ma anche a La Sirenetta, classico Disney del 1989; infatti, il mondo marino riporta in vita le leggende del tridente magico e delle sirene, seppur in un’altra declinazione rispetto alla versione Disney, mentre dei due Pixar è evidente la ripresa.
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D’altronde, si parla di dialogo generazionale, trasformazione come metafora del cambiamento, accettazione di sé stessi e integrazione sociale; tutti temi già presenti nei recenti film Pixar, ma il “come”? Sin dalle prime battute, in Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli si evidenziano gli archetipi appartenenti a un numero elevatissimo di film teen, ma che qui sono estremamente schematizzati. Basti pensare agli elementi portanti del film: la bella sirena dai capelli rossi è la nuova studentessa che brilla per popolarità ma è in realtà superficiale; il gruppo a cui appartiene la protagonista è composto da emarginati, tra cui una catastrofista, un nerd e delle amanti della scienza; è presente un vecchio cacciatore malconcio e ossessionato da una creatura; c’è il ragazzo dei propri sogni a cui bisogna esplicitare i sentimenti ma ci sono una serie di goffi motivi che si frappongono inizialmente; l’immancabile ballo di fine anno; la protagonista si sente un mostro e soltanto con un gesto eroico potrà guadagnare autostima e successo tra i suoi coetanei. Il nuovo film della DreamWorks non fa nulla per differenziarsi e per alzare l’asticella qualitativa, e perciò resta ancorato a elementi radicati nell’immaginario collettivo e ad altri appartenenti alla contemporaneità , come ad esempio le live su Twitch. Tuttavia, è l’estetica a rappresentare il punto più alto del film, specie quando la nonna spiega la storia dei Kraken sott’acqua con delle statue al neon, e con un villain dai colori in negativo.Â
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Si poteva compiere un passo ben più coraggioso facendo sì che le due popolazioni marine in guerra, non proseguissero in virtù di nuovi valori per cui la nuova generazione può rimediare agli errori commessi dalla precedente, instaurando un solido ponte tra loro. Ma la preferenza ricade, per l’appunto, sugli archetipi tradizionali, e allora la formula vede uno scontro finale che possa restituire a Ruby la sicurezza e la notorietà di cui ha bisogno, demarcando così il confine tra il Bene e il Male, rinunciando a qualsivoglia tipologia di sfumatura. Ecco che la ragione torna ai saggi genitori intenti a proteggere i loro figli dalle “novità ”, non permettendogli realmente di spiccare il volo in autonomia, e ancorando loro a una mera storia familiare. Tale concetto risulta persino guerrafondaio, e i 90 minuti di Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli, appaiono ridondanti, senza idee e deludenti. La linea comica è il fattore più riuscito, grazie al quale i personaggi maschili fungono sia da supporto che a rendere l’atmosfera ancor più leggera di quanto in realtà non sia già . Inoltre, il character design dell’esiguo popolo marino funziona e risulta accattivano, e ciò non è affatto una banalità in termini produttivi, siccome il prodotto va venduto in primo luogo ai bambini.
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Anche nel caso del film DreamWorks in questione, così come in Red della Pixar, i personaggi femminili sono i veri supereroi con delle difficolta più intime, ma in Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli i delicati passaggi sono troppo approssimativi, dimostrando una superficialità fin troppo elevata. Ciò avviene anche nella seconda parte, quando la protagonista viene addestrata dalla nonna per recuperare il tridente mentre sua madre si interroga circa il loro rapporto, ricordando l’allontanamento avvenuto tra lei e la regina dei Kraken. In ultima analisi, Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli risulta essere un film composto da una serie di cliché interminabile, rinunciando a scelte ben più audaci e riproponendo dinamiche vecchie o trattate meglio altrove. Il 45esimo lungometraggio della DreamWorks manca così il punto, deforma la sostanza e fa un copia e incolla estenuante sulla struttura e la forma.