Articolo pubblicato il 3 Gennaio 2024 da Vittorio Pigini
Uscito nelle sale il 27 luglio, sotto l’iniziativa di Cinema Revolution, “Hai mai avuto paura?” è l’opera prima della regista e sceneggiatrice Ambra Principato. Un suggestivo horror in costume, di cui se ne presenta di seguito la recensione del film.

Hai mai avuto paura?: la trama del primo film di Ambra Principato
Italia, 1813. La comunità di un piccolo borgo viene sconvolta dalla scia di morte che una misteriosa entità sta portando tra il bestiame dei contadini della zona. Il razionale Conte Monaldo è chiamato a mantenere l’ordine non solo tra la sua famiglia ma anche e soprattutto tra i suoi popolani, sempre più abbandonati all’idea di credere ad una Bestia infernale piuttosto che ad un semplice lupo in cerca di prede. Una volta che la paura per la misteriosa creatura ha preso il sopravvento e, soprattutto, dopo che oltre al gregge iniziano a verificarsi uccisioni anche di esseri umani, la comunità accetta l’aiuto del burbero cacciatore delle montagne Scajaccia, esperto anche di occultismo, per cercare ed uccidere la Bestia.
Nel frattempo, a casa del Conte, il figlio più piccolo Orazio inizia ad indagare sul passato della famiglia che, a quanto pare, presenta antenati dalla storia oscura. A destare preoccupazione al piccolo Orazio, però, è anche suo fratello maggiore, dedito alla poesia e agli studi letterari, Giacomo. Ad ogni plenilunio la salute fisica di quest’ultimo peggiora a vista d’occhio e, contemporaneamente, gli attacchi della Bestia saranno sempre più violenti. Sarà un caso?
Hai mai avuto paura? – la Recensione: sempre cara mi fu questa luna piena
<<Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto>>
Non solo queste impresse parole del noto scrittore statunitense H. P. Lovecraft, ma lo stesso mantra che si ripete per tutto il film <<La paura muove tutte le cose>> basterebbe per riassumere sostanzialmente l’audace opera prima della regista e sceneggiatrice Ambra Principato. Uscito nelle sale il 27 luglio 2023, “Hai mai avuto paura?” pone il suo accento sulla sensazione più antica e potente dell’animo umano mettendo, chi venga travolto dalla pausa, al bivio della scelta di accoglierla o di continuare a sfuggirle. Una paura che gioca con la superstizione, la razionale scienza e la dogmatica fede, pronta a colpire e corrompere il cacciatore più spirituale, lo studioso più razionale e l’agente di fede più integerrimo.
La regista proietta così la narrazione ai primi anni dell’800 in un piccolo borgo italiano, ispirandosi liberamente al romanzo di Michele Mari “Io venìa pien d’angoscia a rimirarti”, il quale racconta una saga orrorifica incentrata sulla famiglia Leopardi. Sebbene infatti, nel film di Principato, non venga esplicitamente espresso che ci si trovi dinanzi al celebre poeta di Recanati, tanti sono i riferimenti e gli omaggi più o meno diretti che inquadrano i soggetti in scena: dalla gobba pronunciata alla dedizione non solo allo studio in generale ma specificatamente alla poesia, ed ovviamente in nomi dei personaggi. Basti poi pensare a molti dei suoi scritti, da “Dialogo della terra e della luna”, “Alla Luna” e “Cantico notturno di un pastore errante dell’Asia”, ma anche a molte riflessioni leopardiane di “immortalità selvaggia”, ed è possibile tracciare uno stretto legame tra il poeta de “L’Infinito” e la Luna. Ciò lo renderebbe perfetto per un film con i lupi mannari?
Sì perché uno dei pregi principali dell’opera prima della regista e sceneggiatrice sta proprio nel portare avanti una certa ambiguità narrativa, per poter rappresentare al meglio la contaminazione della paura e la perdita di ciò che è reale e ciò che viene semplicemente indotto da essa, proprio fino agli ultimi secondi della pellicola, ricchi di plot twist. Addentrandosi in atmosfere tetre e spettrali, che portano alla memoria in particolare il cinema di Pupi Avati e, più nello specifico, al recente “Il signor diavolo” del 2019, “Hai mai avuto paura?” gode di vibes rurali di ottimo impatto scenografico, esaltate da una regia elegante e capace di mantenere la tensione spesso ad un livello medio-alto, con l’orrore che gioca un ruolo funzionalmente per sottrazione e dal suggestivo impatto. La ricostruzione di costumi e scenografie ben permettono l’immersione nella campagna ottocentesca e la fotografia, specialmente in notturna (anche se effettivamente quasi tutta la visione è al chiaro di luna), fornisce più di qualche squarcio di raro pregio estetico, esaltando atmosfere gotiche che, appunto, vengono tiepidamente illuminate dal bagliore lunare e dalle flebili candele.
Un plauso ulteriore deve essere fatto poi al cast, forse decisamente in overacting in più di qualche sequenza, ma comunque più che convincente nel portare avanti la narrazione. Oltre infatti alle buone prove del retto Conte Gustavo di David Cocco, della bellezza da agnello sacrificale della Silvia di Sveva Mariani e della carica impaurita del giovane Orazio di Lorenzo Ferrante, a rubare la scena sono due presenze maschili agli antipodi ma accomunati da una convincente presenza scenica. Debuttante nel cinema italiano nello splendido “The Nest – Il Nido” di Roberto De Feo del 2019 – il quale effettivamente presenta più di qualche punto in comune con questo nuovo film, tanto esteticamente quanto narrativamente – il Giacomo Leopardi (?) di Justin Korovkin riesce a rappresentare l’innocente curiosità del voler riuscire a comprendere la propria natura, tormentato e vinto dalla sofferenza tanto fisica quanto psicologica nel venire oppresso dalla propria condizione sociale. Dal giovane aristocratico colto e fragile, l’altra faccia della medaglia è lo zingaro burbero e possente del Scajaccia di Mirko Frezza che, nonostante come accennato la visibile interpretazioni spesso sopra le righe, riesce a portare in scena un bizzarro personaggio forte della sua ambiguità, soprattutto nella possibilità concessa allo spettatore di fidarsi o meno del misterioso uomo delle montagne…e se fosse lui la creatura?

Hai mai avuto paura? – la Recensione: la paura prende la mano di chi scrive e lascia troppi interrogativi pesanti
<<Hai mai avuto paura?>>, <<Voi credete nell’esistenza della Bestia?>>, il primo film di Ambra Principato lascia molti interrogativi circa l’ambiguità e la potenza di smarrimento del sentimento più antico dell’essere umano. Peccato che gli interrogativi, a fine visione, rimangono purtroppo notevoli dal punto di vista narrativo, creando non pochi buchi di trama e risoluzioni che lasciano solamente un certo impatto emotivo sul momento, ma che scottano a bocce ferme. A “Hai mai avuto paura?” si perdona ben volentieri qualche sconsiderato movimento della macchina da presa (troppo indulgente in alcuni casi, troppo lesto in altri impedendo allo spettatore di soffermarsi su dettagli potenzialmente fondamentali, tipo lo sfogliare un “libro illustrativo”), qualche interpretazione su di giri e soprattutto un sonoro gestito sicuramente non al meglio in più di qualche occasione. In quest’ultimo caso si fa riferimento infatti al voler creare tensione quando non occorre, oppure un mixaggio tra alti e bassi spesso fuori scala, sebbene se ne apprezzano non solo il voler rappresentare la paura pulsante ma anche un bel momento di contrasto dal forte impatto scenico.
Tolti infatti gli scivoloni più o meno importanti, frutto di ogni opera prima, la sceneggiatura risulterebbe il vero grande problema di “Hai mai avuto paura?”. Fino all’atto conclusivo, infatti, il film di Ambra Principato non solo stava continuando ad intrecciare una narrazione di livello anche e soprattutto per il suo lato mystery, ma stava ponendo le basi per discorsi tematici, metaforici e analitici di alto profilo. La strada sembrava infatti essere quella di rappresentare come la paura sia talmente potente da contaminare e rendere bestiale anche la persona più razionale e dotta, spalancando anche la strada ad uno scontro con la materna, dogmatica ed opprimente figura religiosa. Uno scontro che, come la paura, avrebbe dovuto muovere da istinti primordiali illuminati dalla luna in cerca di una libertà dell’essere…uno scontro, tuttavia, non pervenuto. Quello che potrebbe rappresentare una semplice “occasione persa”, si tramuta in errori o sviste soprattutto dal punto di vista narrativo che non possono non pesare sulla visione del film. Che in realtà la Bestia non sia unica non viene esplicitamente mai detto in “Hai mai avuto paura?”, scegliendo di rifugiarsi dietro indizi lasciati qua e là durante la visione (specialmente per quanto riguarda la questione dello scorrere del sangue). Enigmatiche sono in tal senso le dichiarazioni dello stesso Scajaccia sul fatto che una delle vittime non sia da attribuire alla Bestia, così anche per una promessa fatta e, non solo non mantenuta, ma con nemmeno il tentativo di portarla a compimento. Il passato della famiglia Leopardi (?) viene sostanzialmente lasciato bruciare, dopo aver dato una semplice e fugace occhiata ad un libro polveroso e, il finale, non aiuta nella risoluzione finale ma, anzi, confonde ancor di più quello appena visto. Non avendo risolto esaustivamente la faccenda intavolata dalla narrazione, il plot twist finale purtroppo concede troppo la sensazione di aver voluto trovare, esclusivamente, una soluzione ad impatto “così de botto e senza senso”, non tanto nel voler lasciare un finale aperto ed interpretativo quanto nell’accodarsi ad una vuota soluzione “commerciale”.
Ciononostante, “Hai mai avuto paura?” di Ambra Principato riesce a colpire nella sua intraprendenza di voler portare sullo schermo un horror italiano, in costume, con riferimento ed ammiccamento ai personaggi fondanti la nostra storia, attraverso un racconto scisso tra incubo e fiaba. Un cast efficace ed un buon soggetto di partenza danno poi vita ad un film che gode di una regia particolarmente elegante – specialmente al varco dell’opera prima – ed una ricostruzione fotografica e scenografica davvero suggestiva. Un titolo da sostenere ed incoraggiare; un nome, quello della regista e sceneggiatrice Ambra Principato, da dover supportare e tenere d’occhio per futuri lavori.