Recensione – Millennium: Uomini che odiano le donne, di David Fincher

Recensione - Millennium: Uomini che odiano le donne, di David Fincher

Articolo pubblicato il 3 Agosto 2023 da Bruno Santini

Presentato al Toronto International Film Festival e insignito del Premio Oscar al miglior montaggio nel 2012, Millennium – Uomini che odiano le donne è un film di David Fincher, che si lancia in un complesso adattamento di secondo adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson Uomini che odiano le donne, che già era stato portato sul grande schermo tre anni prima, da Niels Arden Oplev. Daniel Craig e Rooney Mara sono protagonisti di una pellicola piuttosto divisiva per pubblico e critica, soprattutto per quel che concerne la resa dell’enorme e complessa rappresentazione dei personaggi presenti all’interno dei libri della saga di Millennium. Di seguito, la trama e la recensione del film Uomini che odiano le donne di David Fincher. 

La trama di Millennium – Uomini che odiano le donne di David Fincher

Prima di proseguire con la recensione di Millennium – Uomini che odiano le donne di David Fincher, si indica innanzitutto la sua recensione. Di seguito, la sinossi del film con Daniel Craig e Rooney Mara:

 

Stoccolma, anno 2006. Mikael Blomkvist (Daniel Craig) dirige la rivista “Millennium” che si occupa di scandali e truffe nel mondo economico e della politica. Ha acquisito particolare fama in seguito alla denuncia dell’industriale Hans Erik Wennerström per pesanti reati, ma avendo perso la causa viene condannato per diffamazione. Henrik Vanger (Christopher Plummer) è un potente industriale svedese che, attratto dalla scrupolosità e caparbietà del giornalista, decide di rivolgersi a lui per indagare sulla scomparsa di sua nipote Harriet, avvenuta quarant’anni prima. Il motivo per il quale Henrik è così preoccupato di conoscere la verità è perché è convinto che sia stato proprio un membro della sua famiglia ad uccidere la nipote. Mikael accetta l’incarico e parte alla volta di Hedestad, una piccola cittadina in Svezia. L’uomo si avvale del prezioso aiuto di Lisbeth Salander (Rooney Mara), investigatrice e hacker d’eccellenza con un passato travagliato. Il lavoro risulta molto coinvolgente, ma tutto diventerà complicato quando i fantasmi del passato tenteranno di ostacolare il corso delle cose…”

La recensione di Millennium, film di David Fincher vincitore dell’Oscar al miglior montaggio

Considerata la trama, si può proseguire con la recensione di Millennium – Uomini che odiano le donne di David Fincher. La realizzazione di un adattamento del best seller di Stieg Larsson, dal titolo omonimo, realizzata tre anni prima del film di David Fincher aveva già fatto storcere il naso a proposito di un remake che appariva piuttosto immediato, e del quale non si sentiva l’impellente bisogno; David Fincher è, però, un regista che ha sempre accettato le sfide, soprattutto in termini di scrittura e di concezione strutturale dei prodotti, spesso costruendo dei lavori che hanno saputo impressionare il pubblico nonostante i limiti che affrontavano. 


Purtroppo, non può dirsi questo il caso: Millennium è un film che risente particolarmente di problemi che non riescono ad essere risolti da parte del regista di Fight Club, qui impegnato in un’operazione di immersione nella cultura, stilistica e letteraria, svedese. Millennium – Uomini che odiano le donne è un film che, come per le migliori opere che la storia dell’arte abbia conosciuto, funziona per “levare”, attraverso cioè quell’operazione di sfoltimento che interessa David Fincher, impegnato nel ridurre all’osseo quelle descrizioni e quegli estremi e contorti collegamenti tra personaggi che hanno interessato il successo letterario, ma che non trovano terreno fertile in un film.


Purtroppo, in un’operazione di questo genere, il regista si innamora di un’altra idea: ottenere un film della saga di Millennium allontanandosi, forse troppo, dal confine strutturale della stessa. Ne deriva un prodotto che si concentra maniacalmente sulle storie dei protagonisti, tentando in ogni momento di tratteggiare connotazioni personalistiche e ritardando l’incontro tra i due il più possibile, attraverso un approfondimento delle back stories che, per quanto nel caso di Lisbet Salander può dirsi efficace, non sempre è funzionale in tutto e per tutto, specie per le caratteristiche di Mikael Blomkvist. L’interesse di Fincher nel rappresentare l’essere umano in quanto elemento di distruzione è certamente sincero, ma si immerge in una concezione che vive dei suoi artifici stilistici e che si rifugia in una fotografia dai toni ingialliti, oltre che in una colonna sonora che, fin dal rifacimento di Immigrant Song (operato da Trent Reznor ed Atticus Rossa partire dai titoli di testa, tenta di dominare il film in ogni sua parte. 


Il risultato è un film di cui si può dire ben altro a proposito della solida tecnica, che ha permesso di ottenere anche un Oscar al miglior montaggio, ma che risulta piuttosto anonimo su tutta la linea. Abbastanza incomprensibile, del resto, la scelta di ambientare in Svezia un prodotto che avrebbe potuto godere anche di altro scenario e che, in ogni caso, si serve di scelte stilistiche in controtendenza, rispetto a quella Svezia che dovrebbe rappresentare. Un impaccio, lo stesso del personaggio di Blomkvist, di cui non ci si riesce mai a liberare e che appiattisce il tono del film – specie guardando al suo minutaggio – regalando nient’altro che una prova tecnicamente sufficiente. 

Voto:
2.5/5
Gabriele Maccauro
2.5/5
Matteo Pelli
3/5
Vittorio Pigini
4/5
Riccardo Marchese
4/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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