Recensione – One Piece E1071 – “Rufy al suo massimo! Ci siamo! Gear Fifth”: impazzano i tamburi della liberazione

Un evento pop che ha saputo travolgere i social non solo degli appassionati del franchise, che ricorda il clamore di altre celebri trasformazioni dei protagonisti anime.
La recensione dell'attesissimo episodio dell'anime di One Piece numero 1071

Articolo pubblicato il 2 Gennaio 2024 da Vittorio Pigini

Finalmente, dopo quello sconvolgente capitolo n. 1044 del manga del 25 marzo 2022, è finalmente arrivato anche su Crunchyroll l’episodio anime più atteso per gli amanti di One Piece, ovvero quello della nuova trasformazione di Luffy, il Gear 5. In attesa di scoprire a fine agosto 2023 la serie live-action Netflix, ecco la recensione dell’episodio 1071 “Rufy al suo massimo! Ci siamo! Gear Fifth“.

La trama dell’episodio 1071 dell’anime di One Piece

L’episodio 1071, dell’adattamento anime del manga creato da Eiichiro Oda, era sicuramente uno dei più attesi per gli amanti delle avventure dei Cappello di Paglia da chissà quanto tempo, e le attese sono state ampiamente rispettate, superando il crash delle piattaforme online per la troppa affluenza di utenti. L’episodio intitolato “Rufy al suo massimo! Ci siamo! Gear Fifth” già di per sé carica di grande adrenalina, tanto chi sa già cosa aspettarsi dagli eventi – essendo uscito il capitolo manga oltre 1 anno fa – quanto chi è comunque in forte attesa dalle anticipazioni rilasciate come sempre al termine dell’episodio precedente.

 

In particolare, la narrazione riprende direttamente dalle parole di Zunisha, estasiato dal ritorno di Joy Boy che rivive ora nel corpo di Luffy, dopo essere stato sconfitto in combattimento da Kaido per colpa dell’intervento della CP-0, mentre a rumoreggiare con cadenza sempre più imponente sono i “tamburi della liberazione“. La nuova trasformazione dell’eroe è ora completa, il nuovo “Gear”, che altro non è se non il tanto atteso Risveglio del Frutto del Diavolo che, per tutto questo tempo, non è mai stato quello che sembrava. Con un’epica colonna sonora di sottofondo ad esaltare il momento, la breve apparizione in scena degli Astri di Saggezza sconvolge narrativamente le sorti del racconto di “One Piece”, ovvero che il Governo Mondiale ha sempre cercato nell’arco di 800 anni di impadronirsi del Frutto di Luffy, che non è sempre stato il Gomu Gomu no Mi, bensì conosciuto prima col nome di Hito Hito no Mi: Frutto di tipo Zoo Zoo, Homo Homo Mitologico modello Nika, il Dio del Sole. Il Risveglio del Frutto leggendario può così risplendere in tutta la sua nuova luce attraverso una risata elettrizzante. Da qui in poi, a parte le parole di preoccupazione degli Astri di Saggezza in merito al Risveglio del Frutto e la dipartita di Orochi (sul quale si tornerà più avanti), la narrazione presenta la soglia 0, nel senso che l’episodio si prende tutto il minutaggio possibile per esaltare al meglio la nuova forma e potenza di Luffy, tornando allo scontro con Kaido che si appresta ad entrare nella sua fase decisiva per l’intera saga di Wano.

La recensione dell'attesissimo episodio che mostra il Gear Fifth

La recensione dell’episodio 1071 dell’anime di One Piece

L’episodio, che avrebbe mostrato il Gear Fifth all’interno dell’anime di One Piece, era inevitabilmente atteso da tutti gli amanti del manga, proprio per potersi gustare una visione potente e spettacolare…e così è stato. I difetti dell’episodio si riscontrano facilmente sul fatto che la regia decide di spingere troppo nel mostrare, ripetutamente e da tutte le angolazioni possibili, quasi solo ed esclusivamente la trasformazione del protagonista ma, l’episodio, sostanzialmente e giustamente mirava a questo. Una missione – quella di Oda in fase di scrittura e poi nel comparto animato per quanto riguarda la rappresentazione su schermo – dall’enorme responsabilità, data appunto dalla valenza soprattutto mediatica dell’episodio in sé prima ancora della sua uscita. Serie live-action Netflix a parte, che non fa altro che incrementarne la nomea e l’attrazione al franchise, con One Piece si continua pur sempre a parlare del manga più venduto al mondo – lo scorso 11 luglio si supera i 26 anni dal suo primo numero pubblicato – e con i film che, al cinema, riescono sempre a raggiungere numeri elevati al botteghino. Inevitabile come l’adattamento anime più atteso, almeno nell’ultimo decennio, del manga più venduto al mondo carichi l’episodio in sé di forti responsabilità, con inevitabili accostamenti a quella leggendaria trasformazione Super Sayan del manga di Akira Toriyama che ha riscritto gli stilemi del manga e dell’animazione contemporanea. Con la trasformazione più iconica ed importante del ventunesimo secolo, si assiste invece ad uno spettacolo ridicolo ed imbarazzante, ma solo nel senso più meraviglioso possibile.

 

A cominciare da un riflettore puntato prevalentemente sul fattore estetico, la meravigliosa tecnica grafica del power-up tracciata da Oda risplende anche nell’anime, per un comparto che – soprattutto negli ultimi episodi, ma anche al cinema nell’ultimo “One Piece film: Red” – continua a mantenersi su un livello di animazione davvero elaborato, con enorme capacità di cambiare il proprio stile da un taglio all’altro, da una sequenza all’altra, risultando forse anche troppo dinamica e presentando a volte momenti purtroppo caotici ma comunque coinvolgenti. Tuttavia non si sta trattando di “semplice” impostazione cromatica – sebbene quella resti abbagliante sotto tanti punti di vista – quanto piuttosto alla peculiarità e forse al punto di forza maggiore dell’episodio, il potere del Dio del Sorriso di uscire dallo schermo e strappare gioia anche allo spettatore. Una resa praticamente da scuola Looney Tunes tanto del personaggio protagonista – quello che dovrebbe essere il Salvatore si rivela essere un personaggio che non fa altro che ridere e saltellare di qua e di là con proverbiale risata annessa – quanto, soprattutto, del nuovo ed atipico combattimento con Kaido, per una visione estremamente folle, divertente e da far uscire letteralmente gli occhi dalle orbite. Un plauso ulteriore deve essere fatto poi necessariamente non solo agli squarci immaginifici che l’episodio riesce a restituire (un contrasto con la luna divenuto instant cult), ma anche all’epica colonna sonora che quasi fa scomparire, funzionalmente, la divisione tra diegetico ed extradiegetico, con il cuore di Luffy che fa scoppiare i tamburi della liberazione.

 

La trasformazione del protagonista, tuttavia, per quanto energica e fantastica rischia di rubare globalmente la scena ad una sequenza defilata, ma quasi di altrettanto potenza emotiva. Si parla in questo caso dello scontro dialettico portato avanti dall’infido shogun Orochi e la figlia di Oden Hiyori. Rimasta per vent’anni dietro il ruolo di cortigiana col nome di Komurasaki, la ragazza finalmente riesce a togliersi la maschera davanti a colui che, più di tutti, avrebbe dovuto pagare per la morte di suo padre. Un pianto ed un grido liberatorio che innalza le note emotive – e quelle deliziosamente sonore – di una sequenza poetica che spezza, nel suo bel mezzo, un episodio destinato in un modo o nell’altro a passare alla storia per il mondo dell’anime mondiale. Uno spartiacque netto che attende solo i prossimi episodi di scontro totale tra i due Imperatori, pronti a darsi battaglia senza esclusione di colpi. Di seguito la clip del Gear Fifth dell’episodio disponibile sulla piattaforma di Crunchyroll.