Recensione – Zombie 100 – Cento cose da fare prima di Non-Morire: commedia horror in salsa J-pop

Un po’ in sordina approda su Netflix una nuova travolgente commedia horror in salsa J-Pop pronta a convincere gli appassionati del genere e non solo.
Recensione della nuova commedia horror Netflix "Zombie 100"

Articolo pubblicato il 2 Gennaio 2024 da Vittorio Pigini

Rilasciato da Netflix lo scorso 3 agosto, “Zombie 100 – Cento Cose da Fare Prima di Non-Morire” è l’opera prima per il regista giapponese Yusuke Ishida, dopo un passato nelle serie tv ed il lavoro di montaggio nel film “Shingeki no kyojin – Attack on Titan” del 2015. Ecco la recensione della commedia horror “Zombie 100” di Yusuke Ishida.

Su Netflix la commedia horror "Zombie 100"

Zombie 100 – Cento cose da fare prima di Non-Morire: la trama della commedia horror Netflix

Inetto impiegato di 24 anni, Akira subisce continuamente abusi e e vessazioni specialmente dal suo capo, svolge un lavoro alienante ed una vita di stenti cercando di sopravvivere alla routine. Ma le cose sembrerebbero mettersi addirittura peggio. Un’apocalisse zombie, causata da armi biologiche sperimentali, colpisce infatti la città di Tokyo iniziando a contaminare tutti i suoi abitanti.

 

Alla spaventosa realtà Akira, tuttavia, reagisce in maniera entusiasta perché ora non deve più lavorare e può iniziare finalmente a vivere la sua vita; certo, cercando sempre di sfuggire ai non-morti affamati che riempiono i magazzini e le strade della capitale giapponese. Con spirito di sopravvivenza, il ragazzo stilerà infatti una lista delle cose da fare prima di “non morire”, ritrovando un senso, un obiettivo alla sua vita che mancava praticamente da sempre. Inoltre, Akira non è il solo tra gli abitanti a non essere stato ancora contaminato dall’apocalisse e stringerà nuove alleanze per completare la lista, sebbene i pericoli siano continuamente dietro l’angolo.

Zombie 100 – Cento cose da fare prima di Non-Morire, la Recensione: My name is Akira

Adattamento dell’omonimo manga del 2018 scritto da Haro Aso ed illustrato da Kotaro Takata, “Zombie 100 – Cento cose da fare prima di Non-Morire” è l’opera prima del regista nipponico Yusuke Ishida, che presenta la sua carriera cinematografica con questo prodotto televisivo distribuito da Netflix particolarmente gustoso e ricco di spunti di valido interesse, sebbene il soggetto di partenza presenti decisamente il carattere del “già visto”. Il film è infatti una commedia horror con gli zombie – anche se, più propriamente, sarebbe più accurato definirli “infetti”, ma si utilizzerà il termine del non-morto per pura semplicità – che prende il via dalla solita apocalisse, che deflagra la città e spinge i protagonisti ad ingegnarsi per riuscire a sopravvivere al contagio.

 

L’idea della lista, delle cose da fare prima di morire, non può che far fare, specialmente agli appassionati ma non solo, un salto con la memoria a circa 20 anni fa, quando la NBC iniziò a trasmettere il programma televisivo “My name is Earl”, divenuto nell’immediato un fenomeno di culto sebbene la produzione abbia deciso di tagliare la serie tv alla sua quarta stagione. Con un fenomeno improvviso e sconquassante come un’apocalisse zombie, potendo così guardare e toccare da vicino l’esperienza mortifera, al protagonista interpretato da Eiji Akaso viene offerta infatti la possibilità di poter migliorare la propria esistenza, fino ad allora impegnata a vagare al mondo senza alcuno scopo. Nonostante gli innesti horror – a volte davvero efficaci – il tono ironico, parodistico e grottesco del film viene accompagnato da una riflessione, sempre necessaria, sul senso della vita, sulla capacità di apprezzarne le cose migliori nella loro semplicità e sul desiderio di inseguire i propri sogni, anche se questi si riflettono nel voler essere Superman e salvare la propria città.

 

Non potendo dunque entrare realmente nelle esasperate dinamiche socio-politiche nipponiche, specialmente per quanto riguarda il tema dell’onere ed onore sociale nel lavoro e nella famiglia, “Zombie 100” invita a mollare il proprio impiego se questo non dovesse far parte delle proprie aspirazioni, a circondarsi di gente veramente fidata e desiderosa di intraprendere insieme un viaggio vitale e tonificante, a resistere nel diventare uno zombie vittima del costume sociale, del consumismo e dell’opprimente dovere imposto dalla comunità. Certo, il film presenta il tutto con un registro forse eccessivamente semplicistico, arrivando alla retorica e sfociando a volte nella banalità, ma tirando le somme l’opera prima di Yusuke Ishida è una commedia piena di intrattenimento, che sa divertire e strappare un sereno sorriso. Un tassello in più per lo spettatore per arrivare alla consapevolezza di doversi/volersi gustare appieno la vita, perché la grigia e nefasta apocalisse è già in atto sotto i nostri occhi.

Nel film Zombie 100 di Netflix anche squali zombie

Zombie 100 – Cento cose da fare prima di Non-Morire, la Recensione: omaggi a Romero, Wright e Fleischer in salsa J-pop

Senza scadere in inutili accostamenti con il maestro del genere George A. Romero, è indubbio come l’opera prima di Yusuke Ishida prenda particolarmente spunto dal cinema romeriano: non solo nella trattazione sociale della narrazione – spesso assente in lungometraggi analoghi contemporanei – ma anche negli spassionati omaggi visivi. Tolto però il duro e cinico registro riflessivo della società zombie pronta a cannibalizzare il prossimo, “Zombie 100” rimane un prodotto teen-comedy made in Netflix particolarmente “fedele”, sebbene diversi elementi tanto narrativi quanto visivi riescano a colpire nel segno.

 

Avvicinandosi così alle visioni di “Shaun of the dead” diretto da Edgar Wright e “Benvenuti a Zombieland” di Ruben Fleischer, “Zombie 100”spinge particolarmente sul tono della comicità dissacrante e parodistica per il genere, arrivando a vette grottesche davvero inaspettate ed enormi squali zombie zombie pronti a fare indigestione di umani. Diverse le trovate narrative irresistibilmente idiote presenti durante la visione, esaltate anche da un elettrico comparto sonoro che fa della J-pop la sua arma principale per accelerare, all’occorrenza, il ritmo anche delle sequenze action. I personaggi messi in scena da Ishida presentano anch’essi un buon livello di irresistibile idiozia che ben si cala all’interno della visione, sebbene il regista riesca, soprattutto con il suo protagonista, ad imprimere una degna evoluzione della caratura del personaggio. Da semplice presenza passiva del racconto, esclusivamente felice del fatto che non dovrà più svolgere i massacranti turni di lavoro, il sorriso di Akira evolve in una parte attiva che risulterebbe essere davvero intenta a migliorare la propria esistenza e quella degli altri.

 

Al di là del disimpegnato divertimento, “Zombie 100” non solo presenta la sua buona dose orrorifica di splatter e tensione, ma viene supportato anche da un comparto tecnico di buon livello. Oltre infatti al convincente cast – tutti a loro modo bene calati nella parte, ma nel quale spicca timidamente solo il personaggio di Eiji Akaso – e al buon impiego della colonna sonora, a colpire nell’opera prima di Ishida è tanto il make-up e la realizzazione delle creature disumane, quanto l’uso degli effetti speciali, per una visione che presenta una degna rassegna di spettacolarizzazione. Vero è che “Zombie 100” non è esente da difetti: oltre alla spesso troppa superficialità in sede di sceneggiatura, un’idea di partenza non particolarmente rivoluzionaria, purtroppo l’eccessivo minutaggio nei suoi 129′ presenta fin troppi tempi morti…più delle ostili creature affrontate dai protagonisti.

 

Ma, oltre a queste note dolenti – che purtroppo tolgono forza ad un film potenzialmente destinato a resistere alla prova del tempo – è altrettanto vero che, per essere un’opera prima, Ishida presenta un buon registro tecnico anche nella composizione della scena, realizzando un film esente da chissà quale arroganza espositiva, con una messa in scena degli zombie di buonissima fattura e che, soprattutto, sa divertire nella sua bizzarra corsa (sebbene non ci sia nulla di nuovo per quanto riguarda soprattutto il genere di comicità horror proveniente dal Sol Levante e non solo).

Valutazione
3.5/5