Recensione – Heart of Stone, il thriller d’azione targato Netflix con Gal Gadot

Gal Gadot è la protagonista di un nuovo film d’azione, distribuito in esclusiva su Netflix in tutto il mondo: può essere considerato un blockbuster divertente?
La recensione di Heart of Stone, con Gal Gadot

Articolo pubblicato il 19 Marzo 2025 da Giovanni Urgnani

Distribuito globalmente l’11 agosto 2023 sulla piattaforma digitale Netflix, prodotto da Skydance, diretto da Tom Harper, scritto da Greg Rucka ed Allison Schroeder, con colonna sonora composta da Steven Price. Il cast comprende: Gal Gadot, Jamie Dornan, Alia Bhatt, Sophie Okonedo, Matthias Schweighofer, Jing Lusi, Enzo Cilenti, Paul Ready e Glenn Close.

La trama di Heart of Stone, diretto da Tom Harper

Di seguito la trama ufficiale di Heart of Stone, diretto da Tom Harper:

 

Rachel Stone è un agente del MI6 che fa parte di un’unità guidata da Parker. Spericolata e coraggiosa, ha messo in luce le sue capacità nel corso di una missione top secret nell’area alpina della Val Senales in Italia. In realtà Rachel nasconde un segreto; il suo gruppo, infatti, è all’oscuro del fatto che lei lavora per la Charter, un’organizzazione sconosciuta anche ai più importanti servizi segreti che ha come obiettivo il mantenimento della pace nel mondo e utilizza tecnologie all’avanguardia che sembrano sicurissime. Però un misterioso hacker, Keya Dahwan, è riuscita infatti a penetrare nel sistema con l’obiettivo di impossessarsi della sua arma più preziosa, denominato con la parola in codice “il Cuore”, cha ha un potere enorme ed è in grado di fare qualunque cosa, come far precipitare un aereo e causare il crollo in borsa. Da quel momento Rachel deve entrare in azione e le sue due identità entrano in conflitto.”

 

 

La recensione di Heart of Stone, con Jamie Dornan

 

 

La recensione di Heart of Stone, con Gal Gadot

Allo scopo di fidelizzare il più possibile il pubblico pagante, anche una piattaforma come Netflix sta organizzando una serie di progetti cinematografici che possano dare vita a brand originali di successo, per poter sviluppare successivamente sequel e spin-off a ritmo serrato, riempiendo così il proprio catalogo di franchise popolari. Dopo i successi di Tyler Rake (2020) diretto da Sam Hargrave e The Grey Man (2022) diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo, questa volta si punta ad una pellicola d’azione con una protagonista femminile, affidandosi ad una figura attoriale importante, per richiamare le nuove generazioni, come Gal Gadot, ormai ex(?) interprete dell’ultima versione cinematografica della supereroina DC Comics: Wonder Woman. La formula ormai è collaudata e riproposta con lo stampino per tutti questi tipi di blockbuster: per prima cosa si sceglie come frontrunner una star in voga al momento, per attirare in primis gli spettatori più giovani; si punta su generi che possano impegnare ingenti risorse per girare scene d’azione roboanti o realizzare effetti visivi sostanziosi. Una costante che purtroppo si ripresenta ogni volta è la pigrizia di base con cui si scrivono pellicole di questo genere, anche stavolta, infatti; regna il pressapochismo nel costruire una base solida e credibile del contesto in chi la narrativa si sviluppa, troppi elementi che vengono lasciati al caso, troppe situazioni abbandonate a sé stesse senza una conclusione logica soddisfacente.

 

 

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi la situazione è pressoché identica: i sentimenti della protagonista Rachel Stone nei confronti degli altri personaggi, vengono comunicati esclusivamente a parole, ma lo spettatore a livello sensoriale non percepisce nulla di tutto questo, poiché manca quasi completamente una costruzione dei rapporti; la parabola evolutiva di Keya, oltre ad essere telefonata, risulta altrettanto forzata, avvenuta esclusivamente perché prevista da copione, un espediente portato avanti col pilota automatico, nel modo più banale possibile. L’antagonista segue la linea tracciata per i film d’intrattenimento precedenti della piattaforma: ormai pare una vera e propria costante quella di rappresentare i cattivi in modo cartoonesco, che devono dimostrare di essere malvagi macchiandosi ogni volta di atti tanto ignobili quanto eclatanti, spinti dalle più scontate motivazioni, rendendo impossibile la nascita dio qualsiasi tipo d’interesse o fascino nei confronti di simili personaggi.

 

 

La recensione di Heart of Stone, con Alia Bhatt

 

 

I difetti di Heart of Stone, thriller d’azione targato Netflix

Dal punto di vista della messa in scena e della tecnica, il lungometraggio di per sé riesce a rendersi presentabile, quantomeno non genera fastidio o senso d’incompressibilità. Allo stesso modo però si può anche dire che sequenze dinamiche e adrenaliniche di questo tipo rappresentano il minimo sindacale rapportato allo standard che ormai è stato raggiunto e in più occasioni superato. Situazioni di questo tipo non aggiungono nulla ad un panorama ormai sconfinato, in cui tutto è stato mostrato, con ogni espediente tecnico possibile. Negli occhi e nella mente di chi guarda rimane un senso generale di neutralità, un livello così standard comporta la dimenticanza della visione stessa, soprattutto perché operazioni di tale anonimato non invogliano nessuno alla revisione. Tornando invece alla questione star di turno scelta per il progetto, si torna a sottolineare la difficoltà dell’interprete protagonista nel dare espressività e di comunicare senza l’utilizzo della parola, non aiuta ovviamente la bidimensionalità del personaggio, ma una prova convincente potrebbe anche soppesare una mancanza simile, però non è questo il caso, anzi aggrava ancora di più una situazione già precaria in partenza, con il resto del cast che segue a ruota.

Voto:
2/5
Gabriele Maccauro
1/5
Bruno Santini
1.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO