La recensione di La fortezza, film diretto da Michael Mann

La recensione di La fortezza, di Michael Mann

Articolo pubblicato il 16 Agosto 2023 da Christian D'Avanzo

SCHEDA FILM

Titolo del film:
La fortezza
Genere: horror; fantasy
Anno: 1983
Durata: 96 minuti
Regia: Michael Mann
Sceneggiatura: Michael Mann
Cast: Scott Glenn, Alberta
Watson, Jürgen Prochnow, Gabriel Byrne, Robert Prosky, Ian McKellen, William Morgan Sheppard, Royston Tickner, Phillip Joseph, Michael Carter
Fotografia: Alex Thomson
Montaggio: Dov Hoenig
Colonna Sonora: Christopher Franke, Tangerine Dream, Edgar Froese, Johannes Schmolling
Paese di produzione: USA

La fortezza è un film horror fantasy scritto e diretto da Michael Mann, distribuito al cinema nel 1983. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di F. Paul Wilson, e ad oggi è ormai poco ricordato nonostante il tentativo di cavalcare l’onda sia estetica che narrativa appartenente proprio agli anni ’80. Nonostante ciò, in questa sede è giusto ritagliargli uno spazio d’analisi per completare la retrospettiva su quel gigante, cinematograficamente parlando, di Michael Mann. Il mostro presente nel film è stato disegnato da Enki Bilal. Di seguito la trama e la recensione di La fortezza, film scritto e diretto da Michael Mann. 

La trama di La fortezza, diretto da Michael Mann

Ecco la trama di La fortezza, film scritto e diretto da Michael Mann:

 

“La storia è ambientata in un castello in Romania, nel 1941, dove vive un uomo con i suoi figli. Una notte un esercito di militari tedeschi, capitanato da Klaus Woermann (Jürgen Prochnow), riesce a insinuarsi nella fortezza. Nello stesso momento due guardie vengono colpite da una strana luce che proviene da una croce. Dopo averla osservata attentamente capiscono che l’oggetto è stato realizzato con l’argento puro. Uno dei militari decide di prendere la croce e addentrarsi in una misteriosa caverna dove vede sorgere una sfera di energia che poi lo colpisce, eliminandolo. Si scopre così che, estraendo la croce, è stata risvegliata una creatura malvagia che viveva intrappolata nel castello.

 

In pochissimo tempo, i soldati cominciano a morire come mosche e Woermann ordina invano la ritirata. Per sconfiggere la presenza malefica arriva allora un altro battaglione, questa volta guidato da un nazista, il maggiore Kaempffer (Gabriel Byrne). Questi inizia a uccidere alcuni abitanti del paese convinto che il motivo delle morti dei militari sia in realtà da imputare ai partigiani. Niente di tutto questo, però, è vero. Riusciranno alla fine i due capitani a liberarsi del demone che infesta la fortezza e il villaggio? Per fortuna, potranno anche contare sull’aiuto del dottor Theodore Cuza (Ian McKellen) e di sua figlia Eva (Alberta Watson)”

La recensione di La fortezza, di Michael Mann

La recensione di La fortezza: l’horror di Michael Mann è ambizioso ma si impantana in sé stesso

La fortezza è un film horror dalle tinte fantasy, ma che non rinuncia a mescolare a questi generi anche il war movie, tinteggiando dei personaggi guerrafondai opposti tra di loro. Basti pensare ai due leader dell’esercito alemanno, in quanto uno è un fanatico hitleriano e l’altro un idealista bisognoso di una sorta di redenzione sia personale che nazionale. Tuttavia, il film appartiene al filone dei B-movie e non lo nasconde in nessuna occasione, mostrando intuizioni estetiche poco convincenti e invecchiate tremendamente, già dopo poco tempo dalla sua distribuzione. Infatti, i lampi di luce e gli effetti visivi presenti per tutta la durata del lungometraggio non sono all’altezza del racconto, il quale è però limpido nell’azione grazie ai funzionali virtuosismi di Michael Mann. Il regista, come dimostrerà nel corso della sua carriera, riesce sinergicamente a mescolare le immagini – fluidissime – con la colonna sonora; in questo caso la combo regala agli spettatori una fruizione dal sapore allucinato

 

In La fortezza si ha la netta sensazione di star assistendo a qualcosa di originale ma confuso, poiché la sceneggiatura evidenzia una serie di lungaggini e di banalità simboliche che addensano inutilmente il lungometraggio, di per sé interessante. Ci sono troppi personaggi, e pochi di essi possono realisticamente affermarsi come riusciti. Ciò non fa altro che rendere verbosi i dialoghi, rallentando inspiegabilmente il ritmo di un horror che finisce per impantanarsi. La maggioranza dei comparti è sopra le righe, calcando la mano su più elementi, dalla recitazione fino ai già citati effetti visivi. La retorica del Bene contro il Male è talmente semplificata da risultare schematizzata e mai incisiva, specie nella presentazione precoce del mostro, esteticamente artigianale ma psicologicamente nullo. Il limite di La fortezza è proprio questo, ovvero possiede del materiale sulla carta originale ma inciampa in espedienti estetici e narrativi poco risoluti, ma soprattutto non credibili. 

 

In fin dei conti il film è troppo ambizioso per i pochi mezzi che mette in scena, ammazzando pian piano la tensione piuttosto che incentivarne la crescita graduale. Da questo punto di vista, a seguito di aspetti esasperati e ridondanti perché superficiali, si giunge al finale senza il desiderio di saperne di più. La spiegazione è semplice: in 96 minuti, La fortezza si spiega in maniera goffa e ingenua, accomunando la figura del mostro a quella dei nazisti. Ci si chiede sì quale dei due sia il vero Male assoluto, ma i tentativi di generare un qualsivoglia senso di stupore sono ordinari e in contrasto con l’estroso racconto scritto e diretto da Michael Mann. L’occasione, sfortunatamente, non è stata colta: gli scontri bellici e l’elemento soprannaturale coesistono fino ad un certo punto, poiché la storia si sovraccarica di futili eccessi

Voto:
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