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Recensione – The Caine Mutiny Court-Martial: l’ultimo film scritto e diretto da William Friedkin a #Venezia80

All’80a edizione del Festival di Venezia arriva (postumo) l’ultimo legal-drama scritto e diretto dal “regista del Male” William Friedkin.
The Caine Mutiny Court-Martial ultimo film William Friedkin

Presentato Fuori Concorso all’80a edizione del Festival di Venezia, “The Caine Mutiny Court-Martial” è l’ultimo film scritto e diretto dal regista de “L’Esorcista” William Friedkin, presente anche quest’ultimo nella sezione Venezia Classici. Ecco di seguito la recensione dell’ultimo film di Wlliam Friedkin, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia dopo la scomparsa dell’autore.

La trama di The Caine Mutiny Court-Martial”, ultimo film scritto e diretto da William Friedkin

L’ultimo film scritto e diretto da William Friedkin è tratto dal romanzo “The Caine Mutiny” del 1951, dal quale verrà tratto l’omonimo adattamento diretto da Edward Dmytryk 3 anni dopo. La sinossi ufficiale di “The Caine Mutiny Court-Martial” recita: <<Quando un capitano della Marina degli U.S.A. mostra segni di instabilitaÌ€ mentale, che mettono a rischio la sicurezza della sua nave, il primo ufficiale lo solleva dal comando e affronta la corte marziale per ammutinamento. Greenwald, un avvocato scettico, difende con riluttanza Maryk, l’ufficiale della Marina che ha preso il controllo della nave sottraendola al suo tirannico capitano Queeg nel corso di una violenta burrasca. Man mano che il processo va avanti, Greenwald diventa sempre piuÌ€ interessato a fare chiarezza, domandandosi se quello del Caine sia stato un vero ammutinamento o semplicemente l’atto coraggioso di un gruppo di marinai che non potevano piuÌ€ fidarsi del loro instabile capitano.>>

The Caine Mutiny Court-Martial, la Recensione: un giorno in Court-Martial

Il regista premio Oscar per “Il braccio violento della legge” del 1971 William Friedkin è purtroppo scomparso ormai un mese fa (è riuscito comunque a terminare le riprese del film, nonostante Guillermo Del Toro fosse stato selezionato come “regista di scorta” per una produzione preoccupata per le condizioni di salute del regista), ma il suo ultimo film è stato comunque presentato Fuori Concorso all’80a edizione del Festival di Venezia. Con “The Caine Mutiny Court-Martial” il regista de “L’Esorcista” saluta tuttavia il cinema dei grandi con praticamente una pièce teatrale degna della migliore puntata di “Un giorno in pretura”. Una sceneggiatura verbosissima quella scritta personalmente dallo stesso regista che, appunto, adatta direttamente il dramma di Herman Wouk del 1953 – a sua volta tratto dal romanzo premio Pulitzer “L’ammutinamento del Caine” del 1951 – ma che non riesce a distaccarsi dallo spazio da palcoscenico.

 

Ma, andando per gradi (militari) ed anche come anticipato dallo stesso incipit di Friedkin nel film, si può preliminarmente accennare come “The Caine Mutiny Court-Martial” ondeggi sulla scomoda linea di confine che si staglia precisamente al centro del concetto di “giustizia”, lasciando un’ambiguità di fondo dalla quale emerge a forza il pericolante egoismo e la narcisistica determinazione dell’essere umano nell’imporsi sul prossimo. Tuttavia, il livello di scrittura del film risulterebbe particolarmente fiacco da questo punto tematico, arrivando ad abbozzare una vena di comicità – davvero fuori luogo tanto per il tema trattato quanto per il registro seguito con dedizione dallo stesso Friedkin – senza voler dare troppo peso a quella “intoccabilità” dei veterani di guerra in quanto hanno combattuto per difendere i valori della Patria, intoccabili anche se inadatti al comando. Ma se non si vuole infatti prendere il largo salpando su questa scricchiolante scialuppa di annegamento, la scrittura di Friedkin – come accennato – non riesce a prendere le distanze dalla sua realtà teatrale, rilegandosi ad asciutto verbale giudiziario inevitabilmente ricco di botta e risposta nel duello tra Accusa e Difesa all’ultimo cavillo legale o intuizione truffaldina.

 

Il finale di “The Caine Mutiny Court-Martial” sfila dal castello la sua carta vincente, facendo crollare quel sostegno di inganni e menzogne con una sequenza ad effetto, ma davvero troppo poco ed insensatamente intrecciato nel suo intento critico. La sceneggiatura infatti mette in pasto alla Corte marziale personaggi che non mostrano segnali di particolare interesse, eccezion fatta forse per quello del Comandante interpretato da Kiefer Sutherland. Personaggi dimenticabili ai quali però non può essere negate le lodi alle interpretazioni del cast, che dà vita ad uno scontro in aula comunque teso ed avvincente per l’energia recitativa dei suoi interpreti. Ma gli elementi di criticità nell’ultimo film di William Friedkin non sono riscontrabili, sempre purtroppo, nelle righe della sceneggiatura. Appena terminata la visione rimane particolarmente difficile ricordare un’inquadratura meritevole di essere impressa nella mente, con la ripresa di quelle quattro mura (tanto ampie quanto claustrofobiche) che perde inevitabilmente di geometria degli spazi. L’assenza di una colonna sonora, poi, acquista valenza assordante quando si vuole conferire una funzionalità silente al diegetico per immergersi più immediatamente all’interno della narrazione; tuttavia, con “The Caine Mutiny Court-Martial” tale funzionalità non fa altro che aumentare la sensazione di star ad assistere ad un video d’archivio, ad una deposizione pubblica nei siti ufficiali delle Corti Federali di giustizia negli U.S.A., dove il cinema risulta inevitabilmente assente.

Voto:
2/5
Andrea Barone
4.5/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Gabriele Maccauro
3.5/5
Paola Perri
2.5/5
0,0
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Voto del redattore:
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Regia:
Cast:
Genere:

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