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Io Capitano: la storia vera del protagonista del film di Matteo Garrone

Io Capitano: la storia vera del protagonista

Oggi è uscito nelle sale “Io Capitanodi Matteo Garrone (di cui è stata pubblicata la recensione in anteprima). Come è stato per i lavori precedenti del regista come “L’Imbalsamatore” o “Dogman“, anche questo è tratto da una storia vera.

Il protagonista di Io Capitano di Matteo Garrone

Il protagonista di “Io Capitano” è Seydou, un ragazzo che parte dal Senegal insieme a suo cugino, intraprendendo un viaggio da immigrato per raggiungere l’Italia. Durante il viaggio succedono numerosi imprevisti che vedono più volte Seydou rischiare di morire tra fame, sete, colpi di mitragliatrici e imbrogli. La storia di Seydou è ispirata a Kouassi Pli Adama Mamadou, un immigrato nato in Costa D’Avorio nel 1983, che ha persino contribuito a scrivere la sceneggiatura del film di Garrone.

Chi è Mamadou, l’uomo che ha ispirato Io Capitano di Matteo Garrone

Kouassi Pli Adama Mamadou ha studiato lingue all’università, ma ha dovuto interrompere bruscamente nel 2001 quando è scoppiata una guerra civile a Costa D’Avorio. Per scappare dalla guerra, Mamadou è partito nel 2005 per la Libia insieme a suo cugino, lasciando il Ghana dove si era temporaneamente rifugiato con la famiglia per sfuggire ai ribelli.

Durante il viaggio, Mamadou ha assistito a numerosi orrori, guardando donne abusate dai soldati e uomini pestati fino alla morte per rubare loro il denaro guadagnato dopo anni di sudore. Giunto in Libia, Mamadou ha vissuto in case abbandonate tormentato dalla polizia, finché quest’ultima, nel 2008, non l’ha rinchiuso in prigione per 40 mesi, torturandolo. Fortunatamente suo cugino ha pagato 400 dollari per liberarlo ed i due sono partiti per l’Europa.

Mamadou e suo cugino sono partiti per l’Europa viaggiando con un gommone, che però, dopo tre giorni, si è spaccato in due facendoli cadere in mare, momento in cui entrambi hanno assistito alla morte di donne, bambini e uomini che sono affogati. I due tuttavia sono riusciti a sopravvivere grazie all’arrivo della Guardia Costiera di Lampedusa. Dopo essere stato smistato nei centri accoglienza, Mamadou si è trasferito a Napoli.

Una volta giunto in Italia, per molti anni Mamadou ha coltivato tabacco e raccolto frutta e ortaggi. Oggi il lavoro di Mamadou consiste nell’essere un mediatore interculturale offrendo rifugio per chi scappa dagli altri paesi per trovare riparo in Italia. Inoltre ha anche formato una famiglia, sposandosi e avendo due figli.