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Recensione – Guardiani della Galassia vol.2, diretto da James Gunn con Chris Pratt

Recensione - Guardiani della Galassia vol. 2

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Guardiani della Galassia vol.2
Genere: Azione, Fantascienza, Supereroistico
Anno: 2017
Durata: 136′
Regia: James Gunn
Sceneggiatura: James Gunn
Cast: Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Bradley Cooper, Vin Diesel, Pom Klementieff, Michael Rooker, Kurt Russell
Fotografia: Henry Braham
Montaggio: Fred Raskin, Craig Wood
Colonna Sonora: Tyler Bates
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Tre anni dopo lo scoppiettante successo di pubblico e critica, i Guardiani della Galassia di James Gunn tornano sul grande schermo con una nuova, strepitosa avventura. Ecco la recensione di Guardiani della Galassia vol.2, sequel del 2017 e quindicesimo film del Marvel Cinematic Universe.

La trama di Guardiani della Galassia vol. 2, scritto e diretto da James Gunn

Di seguito la trama di Guardiani della Galassia vol.2, James Gunn di nuovo al timone del sequel del film del 2014: 

 

I Guardiani della Galassia – Star-Lord (Chris Pratt), Gamora (Zoe Saldana), Drax (Dave Bautista), Rocket (doppiato da Bradley Cooper) e Baby Groot (doppiato da Vin Diesel) – vengono ingaggiati dai Sovereign per difendere delle preziose batterie da un mostro inter-dimensionale. Completato il lavoro, i Guardiani si recano da Ayesha (Elizabeth Debicki), regina dei Sovereign, per ricevere la loro ricompensa: Nebula (Karen Gillan), catturata dai Sovereign qualche mese dopo la battaglia di Xandar. I Guardiani partono a bordo della Milano, ma vengono attaccati dai Sovereign poiché Rocket ha rubato alcune delle batterie. Mentre un misterioso essere a bordo di un’astronave distrugge la flotta che li insegue, il gruppo precipita sul pianeta Berhert facendo la conoscenza del loro salvatore: si tratta di Ego (Kurt Russell), il padre perduto di Peter, il quale invita il figlio, accompagnato da Gamora e Drax, sul suo pianeta, lasciando Rocket e Groot a riparare l’astronave e a tenere prigioniera Nebula. Nel frattempo Yondu Udonta (Michael Rooker), radiato dai Ravagers per aver trafficato bambini, viene ingaggiato da Ayesha per catturare i Guardiani.

Recensione - Guardiani della Galassia vol. 2

La recensione di Guardiani della Galassia vol.2, il ritorno della banda di idioti più amata della galassia

Visto il clamoroso (e forse un po’ inaspettato) successo di pubblico e critica di Guardiani della Galassia, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige non ci mise troppo ad annunciare un possibile sequel della prima, strabiliante pellicola di James Gunn. Lo stesso regista, ad ottobre 2014, confermò le parole di Feige annunciando ufficialmente il ritorno dei cinque membri del gruppo per il 2017, a tal proposito il cineasta proveniente da Saint Louis affermò che la pellicola, rispetto al primo capitolo, sarebbe stata nuova e diversa nella sua struttura narrativa. Guardiani della Galassia, difatti, vinceva e convinceva soprattutto per la sua anarchia di base, un cinecomic assolutamente atipico per gli standard del genere che elevava la scrittura dei personaggi in maniera esponenziale in un contesto fantascientifico nuovo e, per l’appunto, diverso rispetto a tutto quello visto in precedenza nel Marvel Cinematic Universe.

 

Da questo punto di vista, Gunn (unico sceneggiatore del sequel, mentre il primo era co-sceneggiato da Nicole Perlman) riprende il lavoro laddove l’aveva concluso nel primo film: i Guardiani sono un gruppo ormai consolidato, le dinamiche interne tra i cinque membri del gruppo sono sempre più di carattere famigliare e sarebbe stato piuttosto scontato continuare su questa strada. Invece il vecchio James decide, ad un certo punto, di dividere il gruppo in due: da una parte troviamo Peter Quill, Gamora e Drax seguire l’emblematico Ego sul suo pianeta, dall’altra Rocket, Groot e Yondu vengono catturati ed imprigionati dai Ravagers. Una scelta narrativa sinceramente coraggiosa, che però serve a far conoscere meglio alcune nuove sfaccettature caratteriali dei personaggi che nel primo film che erano appena abbozzate. In primis, il rapporto di Peter con un padre che non aveva mai visto ne conosciuto: la chimica tra Chris Pratt e un divertito Kurt Russell è notevole e i due, per larga parte della pellicola, riescono a rendere credibile un rapporto padre-figlio che ritrova sempre più forza fino alla splendida rivelazione della vera identità di Ego. A tal proposito anche l’arco narrativo di Yondu, interpretato da un magnifico Michael Rooker, acquista valore: l’ex capitano dei Ravagers in questa seconda interazione è più al centro dell’avventura, diventando a tutti gli effetti un membro ufficiale dei Guardiani anche (e soprattutto) per merito del suo legame con Star-Lord. Ti avrà anche generato magari, ma non era tuo padre! Scusa, non ne ho combinata una giusta. È stata una fortuna averti come figlio.”, una linea di dialogo apparentemente semplice ma allo stesso tempo grandiosa nel suo contenuto intrinseco: Gunn sottolinea quanto le connessioni tra i personaggi siano di vitale importanza nei suoi film, Guardiani della Galassia vol. 2 non fa eccezione, anzi alza l’asticella rispetto al primo film esplorando nel profondo i sentimenti di ognuno dei suoi caratteri, trattandoli quasi come dei figli. Esattamente come fa Yondu con Peter: magari potrà sembrare burbero e rude a tratti, ma gli vuole un bene dell’anima.

 

Quindi questo Vol.2 è una tragedia shakespeariana dove muoiono tutti tra fiumi di lacrime? Ovviamente no, James Gunn non si dimentica del taglio spiritoso e delirante che aveva fatto le fortune del primo film. In questo sequel tutto viene innalzato, a partire dalle gag che Gunn mette in scena in modo divertente ma non parodistico, con un Baby Groot a farla da padrone per la maggior parte del tempo, delizioso nel suo essere stupidamente fanciullesco. L’azione, poi, è l’altro perk aggiuntivo del film: avendo completa carta bianca da parte dei Marvel Studios, Gunn utilizza il largo budget (circa 200 milioni) per creare il suo personale parco giochi: dal combattimento con la piovra inter-dimensionale (completamente sfocato per dare risalto alle gesta di Groot), alla battaglia spaziale contro i Sovereign, al delirante shootout di Rocket contro i Ravagers finendo per il confronto finale con Ego, Gunn risulta essere ancora una volta un regista con una mano fermissima per quanto riguarda l’action più sfrenato, regalando al pubblico scene di grande impatto visivo senza però abusare dei soliti slow-mo in CGI, portando l’epica degli scontri ad un livello ben più alto. Guardiani della Galassia vol.2, quindi, si potrebbe considerare un film completo: azione, dramma, humor, il tutto infarcito da una grandiosa colonna sonora (sia strumentale, ad opera del ritornante Tyler Bates, che musicale) che, esattamente come nel primo film, arricchisce l’opera senza però essere troppo invadente.

Recensione - Guardiani della Galassia vol. 2

Guardiani della Galassia vol.2: considerazioni finali e dove vederlo in streaming

Il secondo volume dei Guardiani della Galassia (disponibile su Disney+) espande la mitologia del gruppo non solo aggiungendo personaggi al roster (come la deliziosa Mantis di Pom Klementieff), ma anche esplorando a fondo le vicende personali del gruppo mettendo sempre al centro dell’attenzione quel fattore fondamentale presente anche nel primo film: l’empatia. L’epopea di Peter Quill e dei suoi commilitoni, in questo sequel, riesce ad essere ancora più commovente senza però dimenticarsi dell’action umoristico, autentico marchio di fabbrica del brand. Gunn ancora una volta ha avuto ragione lui ed è riuscito a creare un sequel nuovo e diverso dal primo film senza però snaturare i suoi personaggi. Guardiani della Galassia vol.2 è al pari del precedente capitolo, un’opera di assoluto valore tecnico e morale che solleva il genere del cinefumetto a qualcosa di più di semplice film d’intrattenimento, il buon James porta in scena una pellicola potente e rabbiosa ma allo stesso tempo gentile ed educata: come una ballad di un gruppo heavy metal anni ’80 che esplode nel chorus dopo un grande bridge, il secondo film dei Guardiani è un tripudio di effetti visivi al servizio di una grande sceneggiatura che cresce sempre di più minuto dopo minuto e che, esattamente come il predecessore, funziona benissimo come film stand-alone pur rimanendo legato alle dinamiche del MCU. Un esempio più unico che raro di blockbuster autoriale che non fa spegnere il cervello, ma al contrario riesce a brillare in un’epoca di cinecomics fin troppo pomposi e barocchi.

Voto:
5/5
Andrea Barone
5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
5/5
Gabriele Maccauro
4/5
Riccardo Marchese
4/5
Alessio Minorenti
4/5
Paola Perri
4/5
Vittorio Pigini
4.5/5
Bruno Santini
4/5
Giovanni Urgnani
4/5
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Voto del redattore:
Data di rilascio:
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Genere:

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